Il valore aggiunto dell’umiltà nella crescita aziendale: rispetto verso i colleghi e condivisione dei propri limiti
di Giampaolo Grossi
Da giovane giocavo a calcio e, alla fine degli allenamenti, io e i miei compagni facevamo sempre una partita tra noi. Capitava a volte di essere dispari. In questo modo, una delle due squadre si trovava con un giocatore in meno.
In quelle circostanze, sceglievo sempre di far parte della squadra meno numerosa. Non volevo vincere sentendomi dire “Ma così è facile, avevate un giocatore in più”. E dunque, pur sapendo che avrei dovuto correre di più, fare più fatica, sceglievo comunque il percorso più tortuoso, quello che comportava più sacrificio e impegno verso i miei compagni di squadra.
Innanzitutto, questo mi consentiva di allenarmi maggiormente; inoltre, mi permetteva di avvicinarmi ancora di più agli altri componenti della squadra, contribuendo al raggiungimento del risultato di tutto il team.
Nel lavoro come nella vita, ho sempre avuto questo approccio alle diverse situazioni che si presentano: stare dalla parte delle persone in difficoltà, piuttosto che associarmi ai favoriti.
È questo che intendo per approccio umile verso una sfida, verso la crescita. Credo che nella vita, così come nel lavoro, quello che ci viene regalato, che conquistiamo senza troppa fatica, non abbia un valore reale.
L’impegno e la dedizione quotidiana che ognuno di noi mette nel perseguire un traguardo, e portare avanti un progetto, sono fondamentali sia per la qualità finale del lavoro svolto, sia per la nostra soddisfazione più intima e personale.
Raggiungere un obiettivo dopo averlo atteso, con pazienza e spirito di sacrificio, ha un valore molto più grande. E nell’attesa è racchiusa una forma di umiltà nobile, che impreziosisce il significato del lavoro che svolgiamo, rendendolo ancor più speciale. Oggi siamo abituati ad avere tutto subito, a non dover aspettare. Grazie alla tecnologia, tutto è a portata di click, e questa evoluzione influenza particolarmente le generazioni più giovani, che in questo modo stanno perdendo il senso del merito e del sacrificio che comporta ottenere qualcosa.
I giovani stanno crescendo in un ambiente in cui tutto è più veloce, e questo rischia di creare delle personalità molto fragili, incapaci di affrontare, poi, le difficoltà molto più grandi che si possono incontrare durante l’esistenza.
Affrontare le sfide con umiltà, nella vita come nel lavoro, è la chiave per andare avanti con successo. Significa sapere che il raggiungimento di un obiettivo è fatto di tappe, che vanno percorse senza fretta, meritandosi ogni passo e assaporando anche l’attesa tra uno e l’altro.
Umiltà significa anche ammettere i propri limiti e saper chiedere aiuto alle persone, e ai nostri colleghi di lavoro. Queste due azioni rivelano grande intelligenza, e rappresentano un punto di forza della personalità.
Saper riconoscere i propri errori, e condividere questa consapevolezza con gli altri, con chi lavora con noi, è segno di grande forza e maturità. Anche questo approccio è sintomo di una sana umiltà, e la mia esperienza di vita, nel lavoro e nello sport, mi ha portato a identificarla come una delle caratteristiche più importanti per un leader.
Grazie alla sua capacità di comunicare e condividere con i suoi collaboratori le proprie difficoltà, e anche i propri sbagli, il leader avvicina a sé le persone, costruendo un rapporto di fiducia, e facendo sì che le persone del suo team si sentano sullo stesso piano, non subendo le accezioni negative della gerarchia.
Un giorno Javier Zanetti, l’ex capitano dell’Inter, mi raccontò che ogni mattina, una volta arrivato al lavoro, faceva il giro di ogni piano, sedendosi alla scrivania di ognuno. Questa abitudine lo faceva sentire allo stesso livello degli altri, nonostante ricoprisse uno dei ruoli più importanti della società, facendolo stare meglio con se stesso e con gli altri.
Questo, a mio avviso, è un esempio di come un leader debba porsi nei confronti delle persone con cui lavora: impegnandosi nell’ascolto, nella conoscenza, e nell’abbattere i muri che, a volte, in un contesto lavorativo molto strutturato, possono presentarsi.
Umiltà non è sinonimo di debolezza: a me piace pensare alla figura di un professionista umile e ambizioso. L’ambizione è una forza di crescita, che equivale a porsi dei traguardi e raggiungere degli obiettivi che ci prefiggiamo.
È importante che il leader enfatizzi le qualità del collaboratore dotato di questa caratteristica: spesso la persona umile viene vista come introversa e poco esuberante, meno incline alla socializzazione con i colleghi.
Ma l’umanità che caratterizza questo tipo di persone è anche un valore aggiunto all’interno di un team: le persone umili sono capaci di instaurare relazioni intense e proficue con i colleghi, aumentando l’engagement dell’intera squadra.
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