Per avere successo o sopravvivere le case automobilistiche dovranno reinventare le proprie organizzazioni e riqualificare il personale
Dove sta andando l’industria automobilistica? Verso il digitale e verso nuovi orientamenti del consumatore.
Sulla base dei risultati emersi dalla ricerca di IBM “Automotive 2030, Racing toward a digital future”, che ha interrogato 11.500 consumatori, entro 10 anni il marchio, i servizi di assistenza e le caratteristiche di guida non avranno più un peso determinante per i consumatori in fase di acquisto di un’automobile. Insieme a questi anche l’importanza del possesso vero e proprio del veicolo finirà in secondo piano, sostituito dall’utilizzo.
Per il 48% del panel il veicolo ideale dovrà avere soprattutto un prezzo conveniente, potenzialità digitali e facilità di accesso al servizio.
Ad essere rilevanti saranno proprio le potenzialità digitali offerte dall’auto, che per le case automobilistiche diventeranno molto più di un plus.
IBM ha intervistato anche 1.500 dirigenti dell’industria automotive mondiale per identificare le influenze in atto e i cambiamenti all’orizzonte. Per gli executive la capacità di un veicolo di riconoscere i suoi occupanti, integrarsi con i loro dispositivi mobili e avere con essi una conversazione naturale porterà a una maggiore rilevanza del marchio e a una fidelizzazione dei clienti.
Tutto questo sarà un’opportunità e una sfida per le case automobilistiche «per ridefinire i fattori differenzianti del proprio brand, abbracciando piattaforme digitali aperte, cambiando le modalità di lavoro e accelerando gli sforzi di riqualificazione del personale».
Ben Stanley, Global Automotive Research Lead Institute for Business Value IBM dichiara che «Nel prossimo decennio, man mano che le auto si evolveranno in macchine in rete governate dal software, il concetto di marchio automobilistico dovrà affrontare una rivoluzione che vedrà emergere come prioritaria l’esperienza digitale dell’utente all’interno del veicolo, rispetto alle caratteristiche di guida».
L’83% dei dirigenti è consapevole del valore strategico delle tecnologie digitali nel settore e il 50% afferma che per avere successo o sopravvivere nei prossimi 10 anni dovrà reinventare le proprie organizzazioni con tecnologie digitali, supportate dai dati. «I dati possono alimentare qualsiasi cosa – si legge in un comunicato di IBM – , dall’efficienza operativa ai nuovi modelli di business, alle esperienze digitali rivolte al consumatore, come l’integrazione con altri dispositivi, servizi personalizzati e la capacità di collegarsi ad altri aspetti della vita di una persona. Tuttavia, solo il 18% dei rispondenti afferma di operare oggi su una piattaforma di dati digitale».
La digital reinvention, per Dirk Wollschläger, direttore generale Global Automotive, Aerospace & Defense Industries IBM, porterà l’automotive alla creazione di veicoli autonomi, connessi, elettrificati e condivisi basati su differenti ecosistemi di piattaforme. Tali ecosistemi saranno composti da un mix di aziende tecnologiche appartenenti a settori diversi, che porteranno il proprio valore.
Esperienze di guida digitale personalizzata, integrazione dell’intelligenza artificiale e guida autonoma, per le quali si stima un investimento di oltre 33 miliardi di dollari, non potranno diventare uno standard senza che prima avvenga un percorso di formazione e riqualificazione del personale dell’industria automobilistica, che dà occupazione a oltre otto milioni di persone.