Comunicare in modo chiaro, empatico e personalizzato può avere un grande valore nel motivare le persone. Ecco come offrire un riscontro con impatto positivo
Secondo l’ultima Hr Trends and Salary Survey condotta da Randstad, la pratica della cultura del feedback non è ancora molto diffusa all’interno delle aziende italiane. Solo il 31% dei partecipanti all’indagine, infatti, dichiara di farne uso, benché si tratti di uno degli elementi che definisce una buona comunicazione interna aziendale.
Per il 34% dei dipendenti, inoltre, un errore commesso durante l’attività lavorativa è solitamente interpretato come un danno per l’azienda e può essere motivo di richiamo disciplinare.
Non incentivare una cultura del feedback, soprattutto nel suo aspetto negativo, comporta il rischio di trasformare gli errori in tabù anziché opportunità di crescita. L’intento fondamentale del feedback, sia esso positivo o negativo, è affrontare le problematiche legate al lavoro o alla collaborazione al fine di migliorare costantemente.
Vediamo allora alcuni utili consigli per dare feedback efficaci e costruttivi alle proprie persone.
Il “metodo Rosenberg”, noto anche come Comunicazione Nonviolenta, è un approccio di comunicazione sviluppato dallo psicologo statunitense Marshall B. Rosenberg negli anni ’60. Questo metodo è particolarmente efficace per facilitare la comunicazione empatica, costruttiva e rispettosa, specialmente quando si tratta di dare feedback sul lavoro.
La Comunicazione Nonviolenta si basa su quattro componenti fondamentali:
Vediamo ora più nel dettaglio come “costruire” un buon feedback.
Per fare in modo che il feedback sia chiaro ed efficace bisogna concentrarsi su fatti concreti e situazioni osservabili anziché su supposizioni o giudizi personali. Molto importante è anche specificare cosa è stato fatto bene e cosa potrebbe essere migliorato, facendo riferimento a comportamenti e risultati concreti.
Il feedback è più utile quando viene dato poco dopo l’evento o la situazione in questione. Attendere troppo a lungo può far perdere di significato il feedback o farlo sembrare irrilevante. L’obiettivo è dare l’opportunità ai dipendenti di riflettere e apportare miglioramenti in modo tempestivo.
Invece di criticare o giudicare, è bene concentrare il feedback su come il dipendente può crescere e svilupparsi. Come? Ad esempio offrendo suggerimenti concreti su come migliorare e incoraggiando un atteggiamento positivo nei confronti del cambiamento.
Il feedback dovrebbe essere un dialogo, non un monologo. Durante il processo, il manager deve ascoltare attentamente la prospettiva del dipendente. Chiedere alle persone come vedono la situazione e quali idee hanno per migliorare. Questo le farà sentire valorizzate e aumenterà la probabilità che accettino e implementino i cambiamenti.
Oltre a identificare le aree di miglioramento, è molto importante aiutare i dipendenti a stabilire obiettivi di sviluppo concreti. Questi obiettivi dovrebbero essere realistici, misurabili e pertinenti alle aree in cui è stato fornito il feedback. Sostenere i dipendenti nel raggiungimento di questi obiettivi dimostrerà l’impegno del manager nel loro sviluppo professionale.
Nel fornire feedback, non bisogna dimenticare di riconoscere e apprezzare i successi e gli sforzi dei dipendenti. Il riconoscimento positivo rafforza il senso di realizzazione e motiva i dipendenti a continuare a migliorare. Naturalmente non si possono escludere gli aspetti negativi, quando ci sono, ma bisogna sempre includere anche i punti di forza e i successi.
Ogni dipendente ha un suo modo di accogliere e interpretare i riscontri che riceve. Alcuni potrebbero preferire un feedback diretto e franco, mentre altri potrebbero avere bisogno di un approccio più delicato. Il manager, quindi, può adattare lo stile alla sensibilità e alle esigenze individuali dei dipendenti per massimizzare l’efficacia.
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