Covid-19, la produzione che si ferma

(foto Shutterstock)

Fincantieri, Ferrari, FCA, Lamborghini, Luxottica e molte altre hanno sospeso volontariamente le attività produttive per riorganizzarsi nel rispetto delle misure di sicurezza

La tensione è alta, i livelli di emergenza sanitaria a causa del coronavirus solo elevatissimi, e la scorsa settimana gli operai hanno iniziato a protestare in molte fabbriche italiane, chiedendo tutele per la loro salute. Così il governo ha pubblicato un protocollo per la sicurezza dei lavoratori, con una serie di norme che le aziende devono rispettare se vogliono proseguire l’attività. 

Catene di negozi e ristoranti hanno deciso in autonomia di abbassare le serrande, ancor prima dell’uscita della disposizione governativa che imponeva la chiusura degli esercizi, ma anche grandi aziende produttive hanno scelto di chiudere volontariamente gli stabilimenti per sanificare gli ambienti, riorganizzarsi per rispettare le misure di sicurezza e rispondere all’interruzione della domanda del mercato. Eccone alcune.

FERRARI

Dal 16 marzo Ferrari ha scelto di sospendere le attività produttive per due settimane negli stabilimenti di Modena e Maranello, mantenendo operativi solo i dipendenti che possono lavorare a distanza e quelli che devono garantire la continuità aziendale salvaguardando gli impianti.

FCA (Fiat Chrysler Automobiles)

Chiudono gli stabilimenti produttivi FCA Italy e Maserati in buona parte d’Europa fino al 27 marzo.
In Italia stop a Melfi, G. Vico (Pomigliano), Cassino, nelle Carrozzerie di Mirafiori, Grugliasco e Modena; in Serbia nelle fabbriche di Kragujevac, e in Polonia a Tychy.

La sospensione, scrive Fca in un comunicato, «rientra nell’implementazione di un’ampia serie di azioni in risposta all’emergenza COVID-19 e consente al Gruppo di rispondere efficacemente all’interruzione della domanda del mercato garantendo l’ottimizzazione della fornitura. In particolare, la sospensione della produzione viene attuata in modo tale da consentire al Gruppo di riavviare la produzione tempestivamente quando le condizioni del mercato lo consentiranno».

«Il Gruppo utilizzerà queste sospensioni produttive – si legge – per attuare revisioni dei processi di produzione e controllo qualità a beneficio dei propri clienti e della produttività complessiva. Il Gruppo sta lavorando con i propri fornitori e partner affinché, nonostante la sospensione produttiva, gli stabilimenti possano raggiungere i livelli di produzione totali precedentemente pianificati nel momento in cui riprenderà la domanda da parte del mercato».

DUCATI

Chiuso lo stabilimento di Borgo Panigale, a Bologna fino al 25 marzo, garantendo comunque i servizi di supporto ai clienti, come la fornitura dei ricambi.

FINCANTIERI

Fincantieri chiude gli otto cantieri italiani dal 16 al 29 marzo mettendo circa 9.000 dipendenti diretti e quasi 50.000 in appalto in «ferie collettive, anticipandole rispetto al godimento nel consueto periodo estivo»; sollevando le polemiche di sindacati, che chiedono di utilizzare gli ammortizzatori sociali prima delle ferie.

 A Monfalcone (Gorizia), Marghera (Venezia), Ancona, Sestri Ponente (Genova), Riva Trigoso (Genova), Muggiano (La Spezia), Castellammare di Stabia (Napoli) e Palermo rimangono al lavoro solo gli addetti alla sicurezza industriale e alla manutenzione degli impianti.

 «Tale decisione – si legge in un comunicato del Gruppo – è stata presa nella consapevolezza che la sospensione delle attività per un periodo di 14 giorni è coerente con le indicazioni imposte dalle autorità sanitarie in tema di quarantena al fine di ridurre le possibilità di contagio, rispondere alle misure governative di restrizione, nonché consentire a tutti i lavoratori di porre in essere adeguati comportamenti per affrontare l’emergenza.
La modalità adottata, alla normalizzazione della situazione, consentirebbe di ripartire “ventre a terra” per salvaguardare il futuro dell’Azienda e del Paese e, peraltro, non si tradurrà in una perdita economica per i lavoratori.
Solo in questo modo, senza nessun reale sacrificio rispetto allo stato di emergenza dell’Italia, potremo non pregiudicare il nostro futuro, salvaguardare la continuità operativa dell’azienda, il mantenimento dei livelli occupazionali e la credibilità guadagnata da Fincantieri con la propria clientela nazionale ed estera e quest’ultima potrà trovare l’assicurazione, a situazione normalizzata, che le consegne successive saranno rispettate adempiendo alle scadenze di contratto».

ANSALDO ENERGIA

Per applicare le misure di sicurezza contro il coronavirus a tutela dei lavoratori, Ansaldo Energia chiude le attività produttive dal 16 al 20 marzo in accordo con la Rsu, mettendo in ferie i lavoratori o ricorrendo agli ammortizzatori sociali, e mantenendo operative solo le attività lavorative indispensabili. 

LAMBORGHINI

Lamborghini è ferma dal 12 al 25 marzo nella sede di Sant’Agata Bolognese, dove lavorano 1.800 persone, di cui 900 nella produzione. Smart working per chi può e ferie per operai e lavoratori che non possono proseguire l’attività da remoto.

LUXOTTICA

Luxottica chiude dal 16 al 18 marzo, in accordo con i sindacati, gli stabilimenti di Agordo, Sedico e Cencenighe (Belluno), Rovereto (Trento), Pederobba (Treviso), Lauriano (Torino), Silvi Marina (Teramo) e Città Sant’Angelo (Pescara), e dal 16 al 17 marzo le attività del polo logistico di Sedico, ricorrendo alla cassa integrazione per chi non può lavorare a distanza.

«La decisione  – ha dichiarato l’azienda – segue di due giorni l’accordo sottoscritto tra azienda e Organizzazioni Sindacali che recepisce e anticipa, in alcuni casi anche in modo più estensivo, parte delle misure introdotte a livello nazionale tra le altre, il rallentamento delle attività produttive e la rarefazione progressiva del personale nei reparti, l’implementazione di logiche di segregazione dei gruppi e degli ambienti di lavoro, il ricorso estensivo al lavoro agile per gli uffici, l’adozione collettiva di mascherine di protezione e l’introduzione di presidi per il rilevamento della temperatura corporea agli ingressi».

BREMBO

Temporaneamente sospese, dal 16 al 22 marzo, le attività produttive di Brembo –   leader mondiale nella progettazione, sviluppo e produzione di sistemi frenanti – nelle zone di Bergamo e Brescia, a Stezzano, Curno, Mapello e Sellero.

La decisione, afferma l’azienda è «in linea con le disposizioni straordinarie del Governo Italiano e ha l’obiettivo di tutelare la salute e sicurezza delle persone, a fronte dell’evoluzione della pandemia del COVID-19 e alla conseguente oggettiva impossibilità di operare con continuità».

GRUPPO MICHELIN

Per rispettare le misure di contenimento dei contagi, il gruppo Michelin ha fermato la produzione in Italia, Spagna e Francia per una settimana, fino al 22 marzo.

MAGNETI MARELLI

In seguito alle proteste di lavoratori e sindacati Magneti Marelli ha chiuso gli stabilimenti italiani, sospendendo i circa 1.000 dipendenti, dal 16 al 18 marzo.

«La misura  – dichiara in una nota l’azienda – è stata adottata allo scopo di garantire, al massimo livello possibile, la salute e il benessere dei dipendenti, che costituiscono la priorità assoluta per l’azienda e per adeguare in maniera ancor più rigorosa le misure di salute e sicurezza al protocollo emanato dal Governo Italiano, che prevede la sospensione delle attività produttive in tali fasi di adeguamento».

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