L’esperienza lavorativa comprende diversi momenti cruciali per la relazione tra chi lavora e l’azienda: è indispensabile conoscerli e monitorarli
La relazione di una persona con l’azienda in cui lavora è punteggiata da tante fasi importanti. Quando prendiamo in considerazione questo percorso, dall’inizio alla fine del rapporto lavorativo, parliamo di employee journey.
Vediamo insieme in questo articolo perché in un’azienda è importante conoscere e monitorare l’esperienza lavorativa.
Quando parliamo di employee journey ci riferiamo all’intera relazione di una persona con l’azienda: inizia nel momento in cui ci si candida per un ruolo, continua per tutto il periodo di lavoro, fino al termine. Dentro questa relazione ci sono tanti momenti chiave, sia per la persona che per l’HR: il colloquio, l’inizio del lavoro, gli step di carriera, la conclusione.
Per chi si occupa di risorse umane è fondamentale identificare quali sono i passaggi importanti in questa relazione, perché è lì che l’azienda può fare la differenza. Ogni step può essere infatti strategico, sia per trattenere i talenti che per mantenere e far crescere il proprio business.
Il concetto di journey si lega a quello di employee experience, cioè la percezione che una persona ha di ciò che accade in azienda. Per esempio pensiamo a come una persona si sente durante il colloquio di lavoro, oppure l’impressione che ha dell’azienda durante i primi giorni di lavoro. E ancora, come una persona vive la propria crescita professionale nel tempo, ma anche la stessa conclusione del rapporto lavorativo.
Ma quali sono le occasioni cruciali in cui è particolarmente utile avere un feedback da chi lavora?
I passaggi principali del percorso lavorativo che il team HR dovrà tenere d’occhio sono cinque. Vediamo quali sono e qual è il loro impatto:
La percezione di un’azienda inizia sin dall’annuncio di lavoro e dal colloquio. Il modo in cui ci si presenta a chi si candida per un ruolo crea un’immagine aziendale stabilisce delle aspettative sul lavoro e sull’ambiente. Una presentazione o un atteggiamento sbagliati possono per esempio spingere i candidati a rinunciare a un ruolo.
È la fase di accoglienza e ingresso: per ogni persona assunta, il primo o i primi giorni di lavoro sono cruciali per formarsi un’opinione. L’accoglienza da parte di management e colleghi, la gestione degli spazi, la formazione rispetto ai compiti assegnati, l’introduzione agli strumenti aziendali sono tutti elementi fondamentali per chi entra in un nuovo luogo di lavoro.
Quando il percorso lavorativo è avviato, quali sono le possibilità di crescita, sia dal punto di vista della carriera che da quello formativo? Chi lavora ha delle opportunità di aumentare le proprie competenze, e quindi anche di cambiare ruolo?
Con l’obiettivo di trattenere le persone più valide, cosa fa l’azienda per garantire il benessere lavorativo? Sappiamo che questo influenza direttamente anche la produttività, l’azienda stabilisce dei momenti di verifica per capire se e dove serve migliorarsi?
Quando il rapporto di lavoro si conclude, in che termini l’azienda si congeda dai dipendenti? È davvero importante, anche nei confronti di una persona che se ne va, avere una chiusura positiva, sia per la reputazione aziendale che per comprendere le motivazioni delle dimissioni e capire come limitare il turnover.
Non facciamo l’errore di pensare che questi aspetti siano di competenza solo dell’HR, perché riguardano invece tutta l’azienda.
Ci sono molti momenti da monitorare nell’employee journey e ci sono diverse possibilità di miglioramento, ma anche sbagli che possiamo evitare. Sicuramente l’errore alla base è non avere una visione complessiva, cioè che coinvolga tutti e non solo le risorse umane. Quali sono i principali ostacoli che questo comporta?
Prima di tutto potresti non avere informazioni complete e integrate su chi lavora ma frammentate nei diversi team: con un database integrato le informazioni sul percorso di una persona sono invece più accessibili e quindi più utili a tutti.
Un altro problema è che non si riesce a identificare le aree in cui si può migliorare, quindi si perde l’opportunità di risolvere delle criticità.
Possiamo dire che non avere una visione d’insieme sull’employee journey aziendale può portare a diverse conseguenze serie:
Creare un quadro d’insieme dell’employee journey delle persone, così come monitorare l’employee experience, richiede la partecipazione di diverse aree aziendali e un aggiornamento continuo.
Sono sempre più diffusi i software che aiutano a gestire questo compito complesso, con molti vantaggi per l’HR:
Ci sono vantaggi anche per chi lavora: l’azienda può fare un’offerta mirata, per esempio per quanto riguarda il welfare, ma anche la formazione e le opportunità di crescita. Le persone si sentono così più ascoltate e più soddisfatte.
Complessivamente, infine, ne guadagna l’azienda: molte fasi dell’employee journey possono migliorare – per esempio si abbassa il turnover o migliorano le dinamiche di recruiting – con un impatto positivo sul business e sulla reputazione.
Inaz, che da anni si occupa di software per la gestione delle risorse umane, propone una soluzione su misura per ogni azienda che permette di avere sempre sotto controllo le informazioni utili sulla popolazione aziendale.
HExperience è una piattaforma HR web-based sviluppata da Inaz, focalizzata sulle persone e non solo sui processi. Consente di gestire il lavoro in modo condiviso e flessibile, integrando soluzioni, strumenti e informazioni per migliorare la collaborazione e l’organizzazione aziendale.
La piattaforma è modulare e personalizzabile, con un database unico che raccoglie dati in tempo reale, garantendo qualità e aggiornamento costante delle informazioni. Inoltre, HExperience supporta l’employee branding, favorendo il coinvolgimento dei dipendenti e la brand reputation.
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