Deliveroo, gli investitori bocciano l’economia dei rider

Deliveroo, gli investitori bocciano l’economia dei rider
(Foto: Shutterstock)

Esordio disastroso per la piattaforma inglese di food delivery. Pesano i dubbi sul futuro del cibo a domicilio, ma anche la reputazione dell’azienda per quanto riguarda i lavoratori

Quanto incide l’attenzione che un’azienda dedica ai lavoratori sulla reputazione dell’azienda stessa? Molto, a giudicare dal debutto in Borsa dell’inglese Deliveroo (piattaforma di food delivery), che giornali hanno già battezzato come “flopperoo”. Uno dei peggiori esordi che la Borsa britannica ricordi, e sembra che la mancata fiducia da parte degli investitori sia dipesa, in parte, proprio dalla cattiva reputazione dell’azienda per quanto riguarda il trattamento dei rider, pagati a cottimo

Il “flopperoo”

Il Financial Times ha parlato a chiare lettere della peggior ipo (offerta pubblica iniziale) nella storia di Londra. Una vera delusione per il premier inglese Boris Johnson, il quale puntava sull’azienda – che si è quotata nella capitale britannica, e non a New York – per rilanciare il Regno Unito, dopo la Brexit, come polo attrattivo verso i giganti del Big Tech

Purtroppo l’ingresso in Borsa, avvenuto lo scorso 31 marzo, non è stato neanche lontanamente all’altezza delle aspettative. In fase di collocamento, il titolo della società di food delivery ha dovuto abbassare le sue pretese al minimo della forchetta e ha chiuso la prima giornata a 2,87 sterline per azione, in calo del 26%

Le cause del flop

A detta dei principali organi d’informazione finanziaria, da Bloomberg al Financial Times, sono due le principali cause del flop: da un lato il modello di business, troppo iniquo nei confronti dei lavoratori, dall’altro le prospettive incerte di un sistema, quello della consegna a domicilio, che è esploso nei mesi del lockdown, ma che ora potrebbe rallentare molto con il graduale ritorno alla normalità. La questione etica è tutt’altro che trascurabile:  

Aviva Investors e Aberdeen Standard, riporta Repubblica, considerano eticamente e «socialmente non accettabile» il modello “rider” di Deliveroo. Per questo, hanno annunciato che investiranno solo dopo «chiari segnali dell’azienda in nome di diritti e benessere dei lavoratori». 

Ci sono poi tutta una serie di questioni da risolvere: dalla concorrenza spietata nel campo (solo per citare qualche competitor: Just Eat, Uber Eats, Foodora, Glovo) all’incertezza per quanto riguarda il futuro. Con la graduale riapertura di locali e ristoranti, infatti, il mercato del food delivery potrebbe ridimensionarsi di molto. Ultimo, ma non meno importante: l’affidabilità dell’azienda, che a fronte di una costante crescita di fatturato non ha ancora chiuso un bilancio in utile

Le speranze del ceo Will Shu

«Sono molto orgoglioso – aveva detto Will Shu, fondatore e ceo, alla vigilia della quotazione – del fatto che Deliveroo si stia quotando a Londra, la nostra casa. Nel raggiungere questa pietra miliare voglio ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a rendere Deliveroo l’azienda che è oggi, in particolare i nostri ristoranti e i supermercati, i rider e i clienti. In questa nuova fase del nostro percorso come azienda quotata continueremo ad investire nelle innovazioni che aiutano ristoranti e supermercati ad accrescere il loro business, dando ai clienti più scelta e procurando ai rider più lavoro. Il nostro obiettivo è diventare l’azienda di riferimento nella consegna di cibo a domicilio e siamo molto emozionati per il futuro che ci aspetta».

 

 

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