Diversità generazionale: come sfruttarla nel lavoro a favore del business

img 1: “Staff aziendale composto da generazioni diverse”
(foto Shutterstock)

La differenza di approccio e di esperienze è una ricchezza per le aziende. Ecco come utilizzare nel lavoro la forza di generazioni diverse

Sono cinque le generazioni che popolano le aziende oggi: 

Silent Generation;

Baby Boomer;

Gen X;

Millennial;

Gen Z

Tutte diverse per età ed esperienze, esse convivono nei luoghi di lavoro, costituendo spesso un problema da risolvere, piuttosto che una potenzialità da sfruttare. 

Eppure, la compresenza di storie e percorsi differenti, dovrebbe far pensare a una ricchezza in più, e non ad un ostacolo da abbattere. Ecco come sfruttare la forza di generazioni diverse nell’ambito lavorativo.

Gap generazionale, le potenzialità

I team intergenerazionali sono preziosi perché uniscono persone che hanno abilità, competenze, informazioni e network complementari. Gestiti con efficacia e sapienza, possono assicurare una collaborazione più produttiva e una performance migliore dell’intera azienda. 

Questo presuppone, naturalmente, la volontà di ogni membro di lavorare insieme, mettendo da parte le divergenze e, anzi, trasformandole in occasioni di confronto costruttivo.

Nel concreto, per comprendere questo punto di vista basta immaginare un team di persone di età assolutamente diverse, che devono ideare e realizzare un nuovo prodotto: l’esperienza di chi ha già anni di lavoro alle spalle servirà ad avere un approccio maturo, attento e lungimirante nel prendere le decisioni, mentre le persone più giovani, entrate da poco nel mondo del lavoro, potranno portare la freschezza delle nuove idee e il coraggio necessario per intraprendere una strada apparentemente rischiosa.

Questa tipologia unica di gruppo può usare la sua diversità anagrafica per realizzare qualcosa che nessuna generazione sarebbe in grado di costruire singolarmente.

Combattere i pregiudizi anagrafici

Per sfruttare le potenzialità di un team transgenerazionale è importante combattere i pregiudizi anagrafici. Per fare ciò, può essere utile coinvolgere direttamente le persone, invitandole a concentrarsi su questo tema, analizzando le loro azioni rispetto ai pregiudizi anagrafici nel loro lavoro quotidiano

Questo potrebbe significare, per esempio, notare che un team leader ha liquidato la richiesta di un giovane collaboratore di avere più responsabilità come un “atto di presunzione”, o che dei colleghi senior sono stati esclusi dal meeting sull’innovazione.

Successivamente, un incontro con il gruppo sarà funzionale a discutere le varie esperienze, chiedendo a ciascuno di riferire almeno un’osservazione. Il confronto farà emergere apertamente le asperità che, in un contesto di condivisione, potranno trasformarsi in occasioni di crescita per ognuno.

La ricchezza della diversità

Dopo avere stemperato le tensioni generazionali, riconoscendo i pregiudizi anagrafici, ci si deve concentrare sullo sviluppo di divergenze produttive tra colleghi di generazioni diverse, e sulla ricerca di soluzioni per trarre beneficio dalle esperienze, conoscenze e dai network differenti di ognuno.

Per rendere costruttiva questo tipo di condivisione, in cui si mettono in comune nuove idee o informazioni contrastanti, è importante avere un certo grado di sicurezza psicologica: solo persone consapevoli della propria funzione e del proprio valore professionale sono disposte ad abbandonare parte delle proprie convinzioni, per avvicinarsi a quelle di un collega di una generazione diversa.

Un buon modo per creare un clima di fiducia in azienda è organizzare una tavola rotonda in cui si possano riconoscere e apprezzare le diverse prospettive del team, valorizzando apertamente, e in modo reciproco, le differenze dei senior e dei junior.

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