Il Gruppo, in forte crescita, crea, abilita e lancia società nei settori dei servizi per l’education. Ne parliamo con uno dei tre founder Vincenzo Vietri
Entro il 2030, secondo gli studi di settore, più di 500 mila baby boomer, nati tra gli anni 50 e 60, andranno in pensione. Ma non saranno sostituiti da altrettanti professionisti qualificati: nella migliore delle ipotesi si perderanno 100 mila risorse l’anno, generando uno squilibrio che può mettere in grande difficoltà interi comparti.
Questo grave gap, che è a tutti gli effetti una certezza, si potrà contrastare solo grazie a un’azione congiunta di istituzioni, politica e principali operatori nell’ambito della formazione.
Eppure, solo 4 aziende su 10 svolgono attività di formazione al proprio interno, spesso senza nemmeno sapere di avere a disposizione dei fondi da sfruttare.
E qui entra in azione il Gruppo Enzima12, venture builder nato nel 2021 che crea, abilita e lancia società nei settori dei servizi per la formazione, dei servizi per il lavoro, dell’edtech e dell’hrtech. La mission è quella di supportare l’innovazione e la crescita di imprese che offrono soluzioni efficaci e sostenibili per le sfide del mondo della formazione e del lavoro. Tra le società del Gruppo Enzima12 ci sono: Skills, A.G.Training, Darwin, Evergon, Funding42, 12Venture e, al suo interno, startup come Formatori Italiani e Dokimazo.
Vincenzo Vietri, classe 1986, è il co-founder di Enzima12 e ceo di Skills. Nato in un paesino in provincia di Salerno, Fisciano, è cresciuto credendo fermamente nel valore della formazione: “il mio paese ‒ racconta ‒ somiglia a tanti altri paesini di provincia, con il campetto d’asfalto incustodito e il bar “dei grandi”. Ma ha due caratteristiche che lo distinguono: l’estrema vicinanza a Salerno e al suo mare e la presenza di un formidabile campus universitario che fa capo a uno dei più importanti atenei del sud-Italia, quello di Salerno appunto. Ho passato la mia infanzia e adolescenza a strettissimo contatto con l’università, e forse proprio per questo ho maturato nel tempo la passione per il mondo dell’apprendimento e della formazione”.
Da queste passioni, nel 2013, è nata Skills, che nell’anno a 10 anni dalla fondazione è stata premiata dal Sole 24 Ore e da Repubblica come una delle aziende con il maggior tasso di crescita in Italia. Negli anni a seguire si sono aggiunte altre società ognuna con la sua specifica funzione, che nel 2021 hanno trovato una casa comune in Enzima12.
“Quando parliamo di formazione ‒ spiega ancora Vietri ‒ siamo nel mezzo di una rivoluzione. Non tutti i numeri assoluti relativi all’adult learning sono in crescita, ci sono però alcuni indicatori che ci fanno ben sperare per i prossimi anni. Ne cito solo alcuni: oggi 8 lavoratori su 10 sceglierebbero un’azienda che permette loro la formazione continua”.
“Non solo: 6 su 10 cambierebbero azienda se non fosse data loro l’opportunità di fare formazione continua. Sono dati molto diversi rispetto a quelli del passato. A segnare un importante cambio di rotta è stata senza dubbio la pandemia, che ha dato sprint alla diffusione di contenuti più raggiungibili, più adattabili, più compatti, pensiamo solo al microlearning”.
“Oggi che la pandemia è finalmente alle nostre spalle ‒ continua Vietri ‒ noi enti dobbiamo occuparci della formazione, non solo a distanza. Benissimo che restino i contenuti anche online, ma la formazione continua ha acquisito oggi un nuovo allure. Fa crescere la cultura personale, favorisce l’engagement, diventa leva di retention. E in un paese che sta vivendo un terribile inverno demografico e un grave problema di mismatch domanda-offerta, questi sono temi cruciali nel mondo del lavoro”.
I fondi interprofessionali sono uno strumento importantissimo, sul quale Enzima12 fa leva. “Valgono un miliardo di euro ‒ sottolinea Vietri ‒ e tutte le aziende vi possono accedere per i piani formativi dei propri dipendenti. Questi fondi si reggono su di un meccanismo che prevede un versamento obbligatorio da parte delle aziende”.
“Non possono scegliere di non versare, ma possono scegliere a chi versare. In altre parole, senza spendere un euro di più, possono versare a fondi che poi danno l’opportunità di chiedere risorse per formare i dipendenti. Investire nei fondi significa anche rafforzare l’apparato territoriale in una chiave di coesione che possa rispondere alle esigenze”.
“Bisogna pertanto ampliare e far conoscere ancora di più i fondi interprofessionali ai lavoratori e agli imprenditori, al fine di aumentare i dati relativi alla formazione. Il nostro impegno va in questa direzione”.
Leggi anche: