Entro il 2023 FS vuole trasformare la mobilità collettiva migliorando il servizio alle persone. Investimenti per 58 miliardi e 600 nuovi treni in arrivo
Non solo alta velocità. Dopo un decennio concentrato nel lancio dei nuovi servizi legati ai treni veloci e all’integrazione delle diverse modalità di trasporto, le Ferrovie dello Stato Italiane ora hanno intenzione di accelerare anche sul fronte del trasporto regionale e metropolitano, che rappresenta una delle priorità del piano industriale 2019-2023.
«La centralità della persona è la base su cui abbiamo costruito il piano. I pendolari sono la priorità assoluta, – ha affermato Gianfranco Battisti, AD FS Italiane – rappresentano l’86% dei nostri clienti e su quelli abbiamo il dovere di intervenire per recuperare quel deficit qualitativo che fino a oggi abbiamo offerto a loro. I punti di forza sono la capacità d’investimento, 58 miliardi, mai come nella storia: 13 miliardi destinati al rinnovo del parco, sia rotabile sia su gomma, e poi 6 miliardi sulla digitalizzazione che riteniamo sia una leva fondamentale per la crescita e lo sviluppo dell’azienda, ma soprattutto del sistema paese».
Il nuovo piano industriale del gruppo, che ad oggi serve 1 miliardo di passeggeri e ha 83 mila dipendenti, ha l’obiettivo di trasformare la mobilità collettiva in Italia e migliorare il servizio alle persone, proponendo un’offerta qualitativamente più elevata e personalizzata.
Oltre all’aumento degli investimenti e a una nuova governance, il piano include nuovi servizi alle persone, anche digitali, più puntualità, sicurezza, assistenza, integrazione delle reti, crescita internazionale e riqualificazione urbana.
Nel dettaglio, 42 miliardi saranno dedicati alle infrastrutture (28 per le opere ferroviarie e 14 per le strade), 12 miliardi per nuovi treni e bus, 2 miliardi per le metropolitane, e 2 miliardi per servizi di Information Technology. Per un totale complessivo di 6 miliardi in tecnologie e digitalizzazione.
Nel 2023 si stima che i ricavi arriveranno a 16,9 miliardi, l’EBITDA a 3,3 miliardi e l’utile netto a 800 milioni.
Sul totale, 12 miliardi verranno investiti nel rinnovo della flotta su gomma e rotaia, fino ad arrivare a più di 2.000 nuovi veicoli, migliorando sia gli spostamenti dei passeggeri per lavoro, studio, turismo e svago, sia la logistica.
Entro i prossimi 5 anni infatti, per la gioia dei pendolari, l’acquisto di nuovi treni provvederà a svecchiare fino all’80% la flotta dei regionali. Verranno acquistati 594 treni, tra cui 216 modello “Pop” (in foto) del costruttore Alstom e 250 “Rock” di Hitachi.
Anche la flotta dei treni merci e dei bus verranno coinvolte.
«Il trasporto merci – ha proseguito Battisti – è uno degli asset portanti del nostro piano industriale. Investiamo 1 miliardo di euro sul trasporto merci, compriamo 100 nuovi locomotori e compriamo nuovi carri (714). Abbiamo un deficit qualitativo sull’efficienza industriale dei nostri carri e locomotori con un’età media molto alta. Grazie a questi interventi abbasseremo l’età media e miglioreremo la qualità delle performance».
Quattordici i nuovi Frecciarossa 1000. Quanto invece ai bus, entreranno in pista 1.421 veicoli, di cui più di 500 a zero emissioni (elettrici, ibridi, a metano).
«La digitalizzazione è il vero valore di crescita sul quale puntiamo», per «creare valore per noi e per l’intera collettività» ha dichiarato Battisti. Gli investimenti infatti punteranno a robotica e droni, Internet of Things (IoT), intelligenza artificiale (chatbot per assistere i viaggiatori, gestione del traffico treni, riconoscimento facciale, automazione del controllo degli accessi) e blockchain.
Oltre a questo, la digitalizzazione coinvolgerà anche i processi industriali legati alle attività di diagnostica predittiva per le infrastrutture e i treni, così da diminuire l’incidenza dei guasti e migliorare l’esperienza del viaggiatore.
Secondo lo studio di The European House Ambrosetti commissionato da FS Italiane “Investire nel trasporto ferroviario regionale – un’opportunità per le regioni italiane e per il Paese” relativo al trasporto su ferro nelle regioni italiane, il piano darà un contributo del 2,1% alla crescita del Pil con 540 mila nuovi occupati entro il 2023; risparmi per 1,2 miliardi di euro in costi esterni, 188 milioni di kg di CO2 non emessi in atmosfera, e un incremento della spesa turistica di 1,2 miliardi.
L’aumento dei passeggeri stimato sarà di 90 milioni in più all’anno, traducibile in 400 mila automobili in meno sulle strade e 600 milioni di kg di CO2 risparmiati.
Un video di presentazione del piano industriale delle Ferrovie dello Stato
(video youtube/ferroviedellostatoitaliane)