Silvia Zanella a TEDxDarsena: nel lavoro di domani saranno fondamentali le abilità in genere assegnate al modo di lavorare delle donne, le soft skill
È una prospettiva inedita nel dibattito sul futuro del lavoro quella raccontata da Silvia Zanella – esperta di digital HR e oggi Head of Employer Branding and HR Communications in EY – durante il suo intervento al TEDxDarsena 2019 di Milano.
Il talk sposta infatti l’attenzione da «scenari apocalittici, robot e automazione» agli aspetti «più soft» del futuro del lavoro, che riguardano modalità di lavoro, competenze, gestione del tempo e dello spazio, identità, relazioni professionali, fino al modo di cercare impiego.
Il tempo del futuro del lavoro si svilupperà all’insegna del “progetto”, che andrà a sostituire il posto fisso; la visione «scalare» dell’attività lavorativa prenderà il posto di quella lineare coinvolgendo l’intera sfera della carriera e del concetto di successo lavorativo.
All’interno di un percorso di carriera si faranno diverse esperienze, più o meno di successo, – afferma Zanella – si potrà tornare a scuola ad imparare «perché il “lifelong learning” sarà cruciale per l’occupazione; magari falliremo, magari verremo licenziati, magari ci godremo la buona uscita, magari faremo tutta una serie di cose che ai tempi di mia madre erano impensabili, entrata nel supermercato nel 1969 e uscita nel 2006 con la sua bella targhetta d’oro». Infatti, con la dilatazione dei tempi di carriera in un arco di 40 anni, andrà rivisto anche il concetto di successo lavorativo, perché «pensare di avere successo per 40 anni è non solo poco fattibile ma insano».
Sempre su questo lungo periodo temporale quattro generazioni si ritroveranno a lavorare insieme, dai millennial ai settantenni, ognuna con competenze e aspettative diverse che andranno valorizzate. Ragion per cui un approccio «verticistico» non potrà più funzionare.
In un contesto lavorativo il valore è dato dal contributo di più elementi diversi tra loro.
Riflettendo sulla parola stessa “collega”, Zanella puntualizza come «collega stia per collegare», ed esorta a un cambio di prospettiva smettendo «di lavorare in silos, di tenersi i progetti per sé, è ora finalmente di mettersi in condivisione – dice –, di avere un approccio al femminile».
La domanda “cosa vuoi fare da grande?” non ha più senso di esistere in questo momento storico.
«La ricerca di lavoro nel futuro è femmina perché va pensata in un’ottica più di valore e meno di autoriferimento, più di ecosistema, più di condivisione, e meno di forza».
Il curriculum ha un’utilità pratica, rappresenta una «sfilza di trofei», ma la ricerca di lavoro non può limitarsi a un’esibizione: va pensata in termini di apporto che la propria esperienza e competenza possono offrire a un’organizzazione.
Il social recruiting ha rivoluzionato la ricerca di lavoro. Attraverso i social network domanda e offerta di lavoro si incontrano, e qui i selezionatori possono fare il “fatchecking” del cv analizzando i contenuti condivisi da un candidato per avere un quadro un po’ più veritiero dei suoi tratti caratteriali.
Social network, videochiamate, processi di intelligenza artificiale applicata allo screening dei cv o delle video call portano con sé anche un «quesito etico», conclude Zanella: «quanto la tecnologia può fare bene o male al lavoro al matching fra domanda e offerta di lavoro? E qui veniamo a big data, sistemi di riconoscimento facciale, algoritmi, che sono alla base dei nuovi operatori del mercato del lavoro, come LinkedIn, Google for Jobs, Facebook Jobs, ai grandi della Silicon Valley che stanno ridisegnando i contorni della ricerca di lavoro. Facendo attenzione al fatto che gli stessi algoritmi possono provocare e replicare degli stereotipi del mondo offline, ad esempio quando succede che le offerte per posizioni apicali vengano prospettate solo ai soli uomini».
Il video del talk di Silvia Zanella per TEDxDarsena.
(video youtube.com/TEDxDarsena)
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