illimity Bank: il potere dell’antifragilità nelle persone

Marco Russomando, Chief HR e Organization Officer di illimity, sul palco di Agenda 2030
(in foto: Marco Russomando, Chief HR e Organization Officer di illimity, sul palco di Agenda 2030)

Marco Russomando, Chief HR e Organization Officer di illimity, racconta la sua idea di leadership efficace, dove gli errori possono trasformarsi in occasioni di miglioramento

Marco Russomando, Chief HR e Organization Officer illimity, è stato tra i protagonisti della sesta edizione di “Agenda 2030: i nuovi trend del lavoro che cambia”. L’evento, organizzato dallo studio legale WI LEGAL, si è svolto alle Procuratie Vecchie di piazza San Marco a Venezia con il sostegno di Italian Welfare, Mudra, Umana e la collaborazione di laborability. 

Nel suo intervento Russomando ha parlato dell’approccio al cambiamento delle persone nelle organizzazioni, e di come questo sia direttamente collegato alla capacità dei manager di rapportarsi a dipendenti e collaboratori, interpretando e gestendo le situazioni a seconda della diversità di ognuna.

Lighting leadership

Le relazioni lavorative sono sempre più frammentate: nel post pandemia le persone possono essere in presenza, in smart working, in presenza virtuale. In un contesto così variegato e mutevole, la capacità del manager si identifica con le performance dei suoi collaboratori: “La performance del leader è equivalente alla misura in cui le persone che collaborano con lui sono efficaci – spiega Marco Russomando –. Qui entra in gioco il concetto della lighting leadership, che affonda le radici nella cura di sé“.

Nel suo intervento, Russomando si collega al filosofo tedesco Arthur Schopenhauer per sottolineare come sia importante saper prendersi cura, innanzitutto, di sé stessi, per poter poi aiutare gli altri ed essere punto di riferimento per il prossimo, tenendo in considerazione prima di tutto l’aspetto dell’umanità.

“Le persone sono fatte di emozioni e sentimenti, hanno una vita privata e sono animate da valori. La produttività, oggi, si misura nella capacità emotiva dell’azienda di attrarre persone, che significa costruire con esse una relazione di fiducia”. 

Hard skill e soft skill

Oggi, nel mondo del lavoro che cambia, hard skill e soft skill sono egualmente importanti e la loro efficacia è direttamente collegata al contesto in cui le persone sono inserite: “Può accadere che una persona abbia delle notevoli competenze tecniche e di contenuto, ma non sia adatta a lavorare all’interno di un determinato team o in un determinato ambito – dice Marco Russomando.

Ognuno di noi, inoltre, ha un proprio personale set etico e valoriale e lavorare in un ambiente in cui questi ultimi non trovano spazio non fa star bene le persone”.

Se il patrimonio di valori in cui una persona crede non trova corrispondenza nell’azienda per cui essa lavora, diminuiscono la produttività e la motivazione e la persona non si sente parte della realtà in cui è ingaggiata

Leadership come risultato di tante qualità

Marco Russomando propone una riflessione sui diversi stili di leadership che, non necessariamente, devono essere disgiunti: “Più che alla teoria di uno stile che sia alternativo a un altro, credo nell’efficacia di una leadership fatta di diversi elementi importanti – prosegue Russomando –. Essa può essere al contempo gentile, generativa, inclusiva e molto altro ancora.

Non solo: siamo complessi, e per una persona può funzionare un tipo di comunicazione che, invece, non funziona con un’altra. Ecco perché credo fermamente nella capacità dell’azienda di conoscere le proprie persone e di creare le condizioni affinché possano esprimere le proprie attitudini ed essere sé stesse”.

Antifragilità 

Al concetto di resilienza, Marco Russomando contrappone quello di antifragilità: “Spesso, nella vita delle persone, un evento palesemente negativo può farle evolvere in una direzione migliorativa – conclude Russomando –. Solo gli esseri umani possono essere antifragili, gli oggetti no. 

Essere in grado di sviluppare questa qualità significa saper cogliere una grande occasione di cambiamento. Se in un’organizzazione è contemplata la cultura dell’errore, termine che proviene dal latino e significa ‘vagare’, aumenta la possibilità di scoprire cose nuove. Sbagliare consente alle persone di esplorare e trovare risorse inaspettate.

Più le persone si sentono curate e considerate, maggiore sarà la loro predisposizione ad accogliere il cambiamento come occasione di crescita personale e professionale”. 

 

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