Un’architettura inclusiva sta nel progettare spazi di lavoro accoglienti per le persone. La storia di Francesca Masiero e di PBA
Laureata in Filosofia all’Università La Cattolica di Milano, si è dedicata al giornalismo, è stata Member of the Board de La Nave di Teseo Editore, e oggi è Presidente di PBA, azienda leader nella produzione di complementi di architettura di grande prestigio. La storia di Francesca Masiero, imprenditrice di successo particolarmente attenta ad etica e inclusione, è davvero appassionante e fonte d’ispirazione.
Il filo rosso che ha unito tutti i punti del percorso formativo e professionale di Francesca Masiero è quello della ricerca, come partenza per qualsiasi esperienza. «Tutto, nella vita, è in qualche modo legato a dei punti di riferimento, il dna che funge da traino. Quest’ultimo, per me, è sempre stato rappresentato dalla curiosità –, spiega Francesca Masiero – . Scoprire perché si fanno delle cose piuttosto che altre, capire le motivazioni di determinate scelte, e lasciare che l’evoluzione sia l’arricchimento di un nucleo indubitabile.
Nel seguire questo desiderio, a vent’anni ho bussato alle porte del carcere di San Vittore, a Milano, negli anni di Tangentopoli, per offrirmi come loro addetta stampa, e capire cosa succedesse all’interno. Volevo parlare con le persone coinvolte, ed è stata un’esperienza incredibile, perché mi sono accorta di quanto possa essere pericoloso il pregiudizio, di come cambi la prospettiva quando ci si confronta direttamente con le persone.
Da lì –, prosegue Francesca Masiero –, è stato un crescendo di incontri con figure e professionisti importanti. Ho lavorato anche nei set cinematografici, sempre mossa dalla curiosità, per poi approdare in PBA».
«Mi diverto di più qui, che in qualsiasi altro posto – racconta Francesca Masiero parlando del suo arrivo in azienda –. Poter pensare una cosa e metterla in atto immediatamente è davvero una delle fortune più grandi che possa capitare ad una persona. Insieme a dei collaboratori eccezionali, facciamo ogni giorno cose bellissime, e diverse.
PBA è un’azienda che, nel suo dna, ha quello di ascoltare ciò che accade. L’azienda nasce nel 1973, un periodo complesso a livello globale, grazie ad una crisi. Mio padre inventò il sistema dei doppi vetri, perché c’era il bisogno di non sprecare energia. L’evoluzione anni ‘80 è stata anch’essa legata ad una crisi, quella dell’edilizia, e mio padre inventò la maniglia come oggetto di design. Noi siamo dentro a questa evoluzione culturale.
Ora facciamo lo stesso: gli oggetti si creano per rispondere alle necessità di qualcuno che ti riferisce di cosa ha bisogno. Lavoriamo con i più grandi studi di architettura al mondo, i primi 10 del rating mondiale sono nostri partner, ed è fondamentale creare un rapporto di fiducia con questi decisori.
C’è un nucleo assoluto che va protetto. Devo decidere come voglio che sia fatto un prodotto, e dove voglio che sia fatto: i vincoli impediscono di perdere la direzione. Io so cosa sia imprescindibile del mio modo di fare azienda. Significa avere un codice etico molto semplice, cioè: pagare sempre fornitori e dipendenti, pagare le tasse, e fare tutto ciò senza inquinare il mondo e senza sfruttare nessuno –, prosegue Francesca Masiero.
In PBA il management è composto per il 90% da donne: «Dobbiamo lavorare non certo sulle differenze biologiche tra maschi e femmine, che sono una ricchezza, ma sulla finzione, sul contesto di riferimento. Personalmente, per lavorare in questa direzione assumo donne, perché hanno avuto da sempre meno possibilità».
Le competenze trasversali, meglio conosciute come soft skills, possono essere di supporto alle hard skills, ma non devono essere messe al servizio unicamente della produttività. Francesca Masiero le considera come valori propri della persona, utili a migliorare la qualità di vita degli individui: «La necessità delle imprese è quella di trovare vecchie competenze, persone davvero capaci che abbiano la voglia di mettersi in gioco per la produzione reale delle nostre eccellenze. Le soft skills servono ad una persona per essere più felice, per leggere un libro, per interrogarsi sulle cose, per essere libera, e non possono essere utilizzate solo al servizio della produttività.
Riguardo allo sviluppo sostenibile – conclude Francesca Masiero –, dobbiamo renderci conto che lo sviluppo necessita di regole, perché esso non può essere infinito. E per essere sostenibile, dobbiamo rinunciare ad un po’ di progresso fine a sé stesso. Come PBA siamo in movimento continuo, molto proiettati verso gli USA, dove abbiamo una sede a New York. L’architettura è in ascolto, e sta rispondendo alle necessità del momento: costruiamo ambienti di lavoro per tutti, dove tutti possano dare il meglio sé».
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