Le società di consulenza gestite da studenti universitari sono in Italia già 24. Tra le tante la veneziana Jeve ha segnato in un anno +66% di fatturato
La Junior Enterprise (JE) di Venezia (Jeve) è pronta per sfidare le aziende: nel 2020, secondo anno di vita del progetto, ha visto aumentare il fatturato del 66% ed anche nei primi sei mesi del 2021 la crescita è stata costante.
Un successo per una associazione non profit gestita interamente da studenti universitari (in questo caso, quelli dell’università Ca’ Foscari) che uniscono formazione e lavoro.
Jeve nasce nel 2019 con l’obiettivo di ridurre le distanze che separano il mondo universitario da quello lavorativo. Gli studenti coinvolti svolgono progetti di consulenza e supporto alle aziende, applicando il metodo del cosiddetto “learning by doing”. In particolare, i giovani cafoscarini lavorano in cinque aree di specializzazione, che comprendono il marketing, il commerciale, l’audit, le risorse umane e l’IT (information technology). Jeve funziona esattamente come una società di consulenza, ma essendo gestita da giovani universitari è organizzata come una onlus. Non c’è quindi profitto: il fatturato viene reinvestito al 100% per la formazione.
Jeve è uno dei numerosi brillanti esempi di Junior Enterprise sorte sul territorio nazionale. La tradizione vanta in realtà una lunga storia: la prima JE nacque in francia nel 1976, presso la Essec Business School. In Italia fece da apripista la Bocconi, con Jeme (1988). In tempi più recenti questa particolare formula di “impresa” ha conosciuto una rapida espansione: attualmente in Italia ci sono 24 Junior Enterprises, che sviluppano ogni anno oltre 200 progetti. Tra le più note: Padova, Trento, Cattolica, Bicocca, Bologna, Verona, Teramo.