L’azienda bergamasca riceve commesse in forte crescita. Ma non trova l'accordo con i dipendenti, che all'aumento stipendiale preferiscono il sabato libero
Paga raddoppiata, turnazione e bonus annuale di 3500 euro l’anno. Sono le modalità offerte dalla Agnelli Alluminio per convincere dipendenti a lavorare di sabato, ma l’accordo non si trova. L’azienda ha accolto tutte le condizioni poste dai sindacati, ma quando la parola è passata al personale la risposta è stata forte e chiara: meglio guadagnare un po’ meno e avere il sabato libero.
A dare notizia della querelle in corso è Paolo Agnelli, presidente di Confimi e del Gruppo Agnelli, che la sua famiglia dirige da tre generazioni. Già in passato aveva dichiarato, sulla stampa nazionale, di faticare a trovare lavoratori, nonostante le buone condizioni offerte. Nei giorni scorsi il nome del patròn di Agnelli Alluminio è tornato sulle pagine di Milano Finanza, con un’intervista in cui racconta della difficoltà a trovare un accordo con i dipendenti. Di fronte al crescente numero di commesse, Agnelli ha deciso di investire circa 20 milioni di euro per realizzare nuovi impianti: questo passo però implica una serie di passaggi e autorizzazioni che richiedono circa 8 mesi di tempo. Nel mentre, l’imprenditore ha proposto ai suoi dipendenti di lavorare anche di sabato, in modo da fermare la produzione per un solo giorno a settimana.
La trattativa si è svolta con i sindacati, che in cambio dell’aggravio hanno chiesto delle turnazioni per rendere il lavoro extra meno pesante, un bonus annuale (di 3500 euro) e il doppio della paga per le ore lavorate di sabato. Poi la proposta è passata al vaglio dei dipendenti, con un referendum interno che tuttavia ha dato esito negativo: pur di fronte agli incentivi, infatti, i dipendenti hanno detto no. Meglio rinunciare a un salario migliore e avere la garanzia del fine settimana libero, da dedicare al riposo o alla famiglia. Una scelta che, a maggior ragione in tempo di crisi, dice molto sulla necessità e sul desiderio di mantenere un corretto work life balance. Calibrare in modo corretto i carichi di lavoro, del resto, è stato indicato da più parti come un passaggio fondamentale per raggiungere il benessere lavorativo.
A fronte di molte realtà in forte crisi, d’altro canto, c’è una parte del ramo manufatturiero che in Italia continua a crescere e che cerca con urgenza nuove risorse da assumere, spesso faticando a trovarle. Lo dimostra uno studio commissionato proprio da Paolo Agnelli, in qualità di presidente Confimi, secondo il quale l’89% delle pmi manufatturiere non teme affatto lo sblocco dei licenziamenti. Anzi: il 32% delle imprese, al contrario, ha in previsione nuove assunzioni. La pandemia ha acuito le difficoltà ma la macchina produttiva sembra essere ripartita. Tanto che gli imprenditori del manifatturiero, dopo la flessione dell’anno scorso, prevedono di chiudere il 2021 con fatturati precovid.