Le competenze tecniche alla base della gestione HR. Marcello Rita, Responsabile Personale, Organizzazione e Facility Management AcegasApsAmga-Hera

Marcello Rita Acegas Aps Amga Hera
(In foto Marcello Rita, Responsabile Personale, Organizzazione e Facility Management AcegasApsAmga · Hera)

Per una gestione corretta e completa delle HR servono capacità e competenze tecnico-giuridiche specifiche. L’esempio di Marcello Rita di Acegas-Hera

Laureato presso la facoltà di Giurisprudenza all’Università degli Studi di Bologna, ha svolto la sua prima esperienza professionale in uno studio di consulenza. Marcello Rita è impegnato nel gruppo Hera ormai da 10 anni, ed ha maturato competenze importanti soprattutto nell’ambito della gestione HR. Oggi è Responsabile Personale, Organizzazione e Facility Management di AcegasApsAmga-Gruppo Hera.

Cosa significa occuparsi di Human Resources, e che importanza riveste per le aziende l’attenzione a quest’ambito?

«Il ruolo delle direzioni risorse umane nell’ambito delle aziende, in questo momento storico, ha una grande importanza, perché si sta comprendendo che la comunicazione con le persone è fondamentale. Questo periodo di cambiamento, anche tecnologico, più veloce rispetto agli anni precedenti, richiede un coinvolgimento delle persone nel purpose (lo scopo profondo dell’azienda), da calibrare anche in relazione alla dimensione dell’azienda, e quindi della dimensione della platea dei collaboratori.

Mi spiego: se devo gestire il personale di un’azienda con un numero limitato di dipendenti (diciamo 15), probabilmente non ho bisogno di una gestione delle risorse umane strutturata, anche perché per l’imprenditore è più facile parlare con tutte le persone, trasferendo lo scopo, gli obiettivi e la strada per raggiungerli. Diversamente, quando le persone aumentano, c’è bisogno di gestire processi più complessi, e l’HR funziona come una sorta di cinghia di trasmissione tra l’azienda e le persone che ci lavorano».

Qual è stato il tuo percorso di formazione e professionale? Come sei arrivato in Acegas?

«Ho studiato Giurisprudenza a Bologna, e poi sono andato a lavorare a Brescia in uno studio di consulenza specializzato in gestione di operazioni societarie e procedure concorsuali. Sono stato lì per tre anni e mezzo, occupandomi soprattutto di gestire situazioni di crisi aziendali e operazioni di ristrutturazione. Questo mi ha permesso di sviluppare competenze abbastanza forti, sia relativamente al diritto del lavoro, sia sulla parte di gestione dei rapporti sindacali.

Successivamente sono entrato nel gruppo Hera, dove ho ricoperto il ruolo di responsabile delle relazioni sindacali del comparto Servizi Ambientali. Durante questo incarico mi è stata offerta la possibilità di fare esperienza come responsabile delle relazioni industriali nell’ambito di AcegasApsAmga, che allora era una recente acquisizione del Gruppo.

Mi sono avvicinato all’ambito HR partendo dai miei studi. Nell’ambito del corso universitario in Giurisprudenza ho studiato consulenza del lavoro, quindi in qualche modo avevo già indirizzato la mia scelta verso il settore di cui mi occupo. Ancor prima, la scelta del percorso universitario è nata dal fatto che, sin da molto giovane, ho avuto occasione di lavorare, nella ristorazione, nell’edilizia, nelle vendite e nello sport. Mi appassionavano “i segreti dei mestieri”, i diversi modi e contesti in cui si può lavorare».

Che complessità presenta il vostro settore relativamente alla gestione delle risorse umane? Che competenze richiede l’organizzazione dei ritmi di questo settore?

«L’organizzazione della gestione delle HR, nel nostro ambito, è particolare perché noi forniamo servizi essenziali. L’azienda non si ferma mai, non ha mai un momento di stop, e la seconda particolarità risiede nella diversificazione delle attività. All’interno abbiamo persone altamente qualificate e, relativamente all’uso delle tecnologie, il gruppo è sempre stato all’avanguardia. In questo momento, tra gli aspetti fondamentali da tener presenti nel fare questo mestiere, sicuramente vi sono il presidio dell’evoluzione tecnologica e il coinvolgimento delle persone in questo processo».

Che caratteristiche deve avere, secondo te e in base alla tua esperienza, chi si occupa di Human Resources?

«Credo che, oltre all’empatia e alla sensibilità, alla passione di lavorare con e per le persone, debba esserci una forte base di competenza tecnico-giuridica. Chiunque si occupi di HR, dalla selezione all’organizzazione, deve avere padronanza dei temi con cui viene a contatto. Risulta particolarmente importante se ci si deve confrontare con le relazioni sindacali, o con la gestione del personale in senso lato, ma sono convinto che in ogni ambito avere alle spalle un percorso di studi inerente al proprio mestiere faccia la differenza nella qualità della propria professione.

Per fare un esempio concreto: anche se ti occupi di selezione, devi saper parlare ad una persona della sua retribuzione, devi sapere come vengono tassati certi incentivi, come vengono distinte certe partite a livello economico, è importante essere autorevoli su questi temi. Rappresentare l’azienda vuol dire anche trasmettere competenza, autorevolezza e affidabilità sin dai primi momenti di contatto con la persona».

Come avete tradotto il tema “smart working” in AcegasApsAmga?

Lo smart working (e non il lavoro da remoto) nel Gruppo Hera era già stato collaudato e adottato da alcuni anni. Durante l’emergenza sanitaria abbiamo, quindi, intensificato l’utilizzo di uno strumento che già conoscevamo bene. È stato importante aver affrontato il percorso negli anni pre-pandemia, perché non si tratta semplicemente di lavorare da un luogo diverso, si tratta di una cultura che deve essere sviluppata nei rapporti, nella comunicazione interna, nella gestione dei team, nei dialoghi con le persone, e in tutti gli aspetti della vita lavorativa. Non limitandosi, quindi, alla gestione del lavoro da remoto, giorno per giorno.

Il Gruppo Hera ha sviluppato un sistema di valori e una gestione organica, sia di coloro che possono svolgere il proprio lavoro da altri luoghi, sia di tutti quei colleghi, e per noi sono la maggioranza, che devono continuare a prestare servizio alla comunità con la propria presenza, rapportandosi anche con colleghi che in quel momento non sono presenti in azienda. Questo ci ha permesso di continuare a lavorare, garantendo tutti i servizi ai nostri clienti».

 

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