Due ex manager hanno dato vita a una piattaforma dedicata alle donne che cercano lavoro: uno spazio dove mettere in luce competenze e professionalità spesso destinate a rimanere in ombra
«Amo i libri, le lingue straniere, il buon cibo e il buon vino. E, dopo tanti anni in azienda, mi sono scoperta imprenditrice». Si presenta così Ilaria Cecchini, laurea in comunicazione d’impresa e master in general management, che insieme all’amica Laura Basili (appassionata di musica pop, di arte e di cani. Alle spalle, 15 anni di esperienza a Londra) ha recentemente fondato la piattaforma Women at Business. Un’idea innovativa tutta al femminile, per aiutare le donne a trovare lavoro valorizzandone la professionalità.
«Siamo Ilaria e Laura – si presentano le due imprenditrici – donne normali, curiose e informate, ex manager in importanti aziende italiane e straniere. Dopo anni di assenza dal mondo del lavoro, in cui abbiamo dedicato le nostre energie alla gestione di figli e famiglia, oggi abbiamo un progetto tutto nostro, Women at Business. Un’idea innovativa capace di aiutare altre donne a mettere in circolo competenze e professionalità altrimenti destinate a restare nell’ombra. L’idea di Women at Business nasce proprio da qui, e dal desiderio di condividere le nostre esigenze con altre donne che, come noi, avendo la giusta fiducia in ciò che sono e ciò che sanno, hanno bisogno di un po’ di coraggio per buttarsi in un nuovo progetto. Grazie alle nostre competenze, ci possiamo rimettere in gioco e magari, perché no, anche cambiare le regole del gioco».
L’idea di Laura e Ilaria è quella creare inclusione attraverso una community “esclusiva”, da popolare con donne e aziende che possano offrire nuovi progetti. «Perché c’è sempre tanto da fare – spiegano – e soprattutto perché, citando Hillary Clinton, riteniamo che le donne siano “il più grande serbatoio inutilizzato di talenti al mondo”». La piattaforma funziona grazie ad un algoritmo di «matching» analogo a quelli dei portali di incontri, ma declinato in chiave lavorativa. L’aspirante lavoratrice propone il proprio know-how, le aziende manifestano interesse. Poi sta alle candidate decidere se accettare o meno la proposta, e quindi se essere contattate oppure no.
Leggi anche:
QUALI STRUMENTI PREVEDE LA LEGGE PER SUPPORTARE LA PARITÀ DI GENERE SUL LAVORO?