8 italiani su 10 pronti a cambiare lavoro

Colloquio di lavoro
(foto Shutterstock)

Manpower presenta il report “The New Human Age”, con i trend sul lavoro nel 2023. Al primo posto c’è la qualità di vita, contano anche benefit e carriera

Lavorare da casa può essere comodo, ma può anche limitare l’avanzamento di carriera. Per contro, il ritorno in ufficio è importante per la socialità e, in alcuni casi, per l’efficienza. 

Inoltre, lavorare in un ambiente piacevole è un fattore tra i più importanti per chi si appresta a cambiare azienda. Un obiettivo che, in questo momento, vedono come probabile 8 italiani su 10. 

È quanto da “The New Human Age“, nuovo rapporto di ManpowerGroup sulle tendenze per il 2023, basato su una ricerca condotta tra il 1° e il 25 novembre 2022 su un totale di 8.016 lavoratori o persone in cerca di lavoro in otto Paesi e regioni: Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Spagna, Svezia e Norvegia. ManpowerGroup ha inoltre  intervistato 13.707 responsabili delle assunzioni in questi mercati.

La “Nuova Era” non sarà quella dei robot

“Negli ultimi anni” – spiega Anna Gionfriddo, Amministratrice Delegata di ManpowerGroup – “abbiamo sentito spesso dire che i robot avrebbero preso il nostro posto al lavoro. Quello che credevamo già 10 anni fa, e che oggi si è avverato, è che la tecnologia può ampliare le competenze umane, ma non sostituirle”. 

“Ora stiamo approdando in una Nuova Era, un’epoca in cui le persone utilizzano la tecnologia e gli strumenti digitali per migliorare le connessioni umane, essere più produttivi e vivere una vita più significativa. Il nostro mondo sta migliorando, ma per continuare a progredire dobbiamo essere determinati nell’accelerare il progresso umano, lavorando insieme per superare le divisioni e ridurre le disuguaglianze”. 

“Dare alle persone le competenze per migliorare il livello tecnologico e creare un futuro lavorativo più vicino a ciò che desiderano” conclude Gionfriddo “è fondamentale per costruire un percorso comune e aumentare la prosperità di un grande numero di persone, e non solo di pochi”.

L’importanza del work life balance 

Quanto ai risultati dell’indagine, un dato emerge su tutti: l’esperienza della pandemia ha cambiato quello che la quasi totalità degli italiani (90%) cerca nel proprio lavoro

In particolare, il 30% afferma di aver compreso che vuole più equilibrio tra vita e lavoro, il 19% più sicurezza occupazionale e l’11% di volere un lavoro in linea con le proprie passioni.

Per molti, la presa di coscienza di poter migliorare le proprie condizioni di vita è stata spiazzante. Tanto che oggi, nonostante l’attuale momento di incertezza economica, solo il 22% dei lavoratori intervistati rimarrebbe nell’azienda in cui lavora. In altre parole, il rimanente 80% è pronto a fare il salto verso un posto migliore.

Nel dettaglio, si cercano uno stipendio più alto o benefit migliori (53%), condizioni che permettono una migliore conciliazione con la vita privata (33%) e maggiori opportunità di carriera (28%).

Le competenze superano il titolo di studio

Nel 2022, il 72% delle aziende italiane ha segnalato una carenza di talenti. Per ampliare il proprio bacino di collaboratori, un numero sempre maggiore di datori di lavoro si sta focalizzando su profili specializzati indipendentemente dal fatto se siano o meno laureati, privilegiando le competenze rispetto ai titoli di studio.

Un altro trend rilevato da Manpower riguarda il coinvolgimento di lavoratori con maggiore anzianità per aumentare la partecipazione della forza lavoro. Tuttavia, questo avviene in Italia solo per il 16% delle aziende.

L’importanza della socialità

Il lavoro da remoto o ibrido favorisce il work life balance, ma potrebbe influire sugli avanzamenti di carriera

Infatti, gli italiani che lavorano da remoto affermano che, rispetto ai loro colleghi che lavorano costantemente dall’ufficio, hanno meno possibilità di trascorrere del tempo con i propri senior manager (39%), di imparare dagli altri (35%), di essere presi in considerazione per una promozione (32%), di fare brainstorming (26%) e di ricevere formazione dall’azienda (20%).

Le motivazioni per tornare in ufficio

Quanto alle motivazioni per tornare in ufficio: il 40% degli italiani cita la socialità e il contatto coi colleghi. Altri motivi sono:

  • la collaborazione più efficiente (28%)
  • la chiara segmentazione tra lavoro e casa (27%)
  • la maggiore facilità nel portare a termine il lavoro (23%). 

Sia i datori di lavoro che i lavoratori ritengono infine che il brainstorming di persona sia migliore. Oltre l’80% dei lavoratori e dei datori di lavoro ritiene che la collaborazione di persona generi le idee più creative e favorisca lo spirito di squadra.

Il principale motivo per continuare a lavorare da casa sarebbe invece nei tempi (18%) e costi (12%) degli spostamenti casa-lavoro.

Più tecnologia e più formazione

Il 65% dei dipendenti italiani afferma che la tecnologia ha migliorato le proprie condizioni di lavoro. Il 60% è intenzionato a fare un corso di formazione in futuro, mentre il 37% ne sta già frequentando uno. Il 35% però afferma di non avere tempo per partecipare a corsi d’aggiornamento.

Le persone, inoltre, cercano più umanità in un luogo di lavoro post-pandemia: non si tratta solo di portare a termine il lavoro. Per i lavoratori italiani la capacità di collaborare (80%), di risolvere i problemi (82%) e di essere degni di fiducia (77%) sono più importanti per svolgere bene il proprio lavoro rispetto alla semplice capacità di produrre molto (71%).

 

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