Le grandi multinazionali puntano sulle strade alternative: in un solo anno Coca Cola ha supportato 60 progetti dedicati a economia circolare e inclusione sociale
Grandi aziende, grandi numeri, anche quando si parla di sostenibilità e inclusione. Sono ben 60 i progetti che il colosso mondiale Coca Cola ha sostenuto concretamente, finanziando iniziative con 4,4 milioni di euro. Il tema è stato al centro dello studio realizzato dalla Sda Bocconi School of Management, che ha analizzato le attività di Coca Cola dedicate ad economia circolare, ambiente, istruzione e benessere sociale, tra il 2019 e il 2020.
Rispetto all’impegno per creare un ambiente di lavoro inclusivo, il colosso impiega un maggior numero di donne rispetto alla media nazionale nel settore delle bevande. Se si prende in considerazione la media delle imprese attive in Italia, Coca Cola ha più donne dirigenti (44% rispetto al 17%), e quadri (36% contro 29%). Le retribuzioni dei dipendenti diretti di Coca-Cola sono superiori alla media italiana e, a parità di qualifica professionale, si registra una minore sperequazione tra la remunerazione dei dirigenti e quella delle altre categorie.
A partire dal mese di aprile dell’annus horribilis, la multinazionale ha letteralmente sospeso la pubblicità del brand, e di tutti quelli ad esso correlati, per dedicarsi alla sicurezza di dipendenti e collaboratori e, di conseguenza, della comunità in cui sono inseriti.
A livello globale, The Coca Cola Company, i partner imbottigliatori e The Coca Cola Foundation hanno donato oltre 120 milioni di dollari a sostegno dell’emergenza.
In Italia il gruppo ha donato 1,4 milioni di euro a Croce Rossa Italiana, il cui contributo è stato fondamentale fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria.
Il contributo ha reso possibile l’acquisto di ambulanze attrezzate, mezzi per l’assistenza personale, materiali per trasporto ad alto contenimento biologico, macchine e ciclomotori per assistere le persone a casa e dispositivi medici.
Coca Cola investe nella filiera agricola locale per produrre la nota bevanda Fanta: è preparata con 100% di succo di arance italiane, tramite i contratti di acquisto di succo con i fornitori siciliani. Coca‑Cola ha mantenuto rapporti commerciali anche con i fornitori calabresi fino al 2013, anno in cui sono stati chiusi gli impianti di trasformazione da parte dei fornitori.
Il gruppo, però, ha continuato ad investire sul territorio della regione, attraverso l’attività di The Coca‑Cola Foundation, che ha supportato il progetto “Rosarno, terra d’integrazione e legalità”. L’iniziativa ha portato alla nascita di un centro di servizi polifunzionale permanente dedicato ai migranti, aperto anche ai residenti di Rosarno, per rispondere alle esigenze dei braccianti agricoli dell’area. Inoltre, ha favorito un percorso di informazione sui diritti fondamentali, come quello alla salute e al lavoro, e ha sostenuto percorsi di formazione per gli operatori dell’accoglienza.
In tutto il mondo, The Coca Cola Company si impegna affinché i lavoratori vengano trattati in modo responsabile: non è possibile controllare ogni consorzio o agricoltore indipendente, ma il gruppo conduce verifiche costanti sulle proprie attività e su quelle dei suoi fornitori, perchérispettino lepolicy in questo ambito.
Nell’ambito del supporto alle attività commerciali nel contesto dell’emergenza sanitaria, Coca‑Cola ha messo in campo azioni a favore del canale Ho.Re.Ca, sostenendo bar e ristoranti nel delicato momento delle progressive riaperture. Sono stati reinvestiti più di 2,5 milioni di euro nel canale, con politiche commerciali, fiscali e promozioni dedicate, per aiutare i clienti a superare le restrizioni seguite all’emergenza sanitaria, sostenerli nell’intercettare le opportunità del delivery e prepararsi alla ripresa delle normali attività.
Insieme ad altre aziende italiane Coca‑Cola ha sostenuto Federazione Italiana Pubblici Esercizi, nella realizzazione della campagna #ilsolito, con l’obiettivo di tornare ad apprezzare il consumo nei locali, nel rispetto delle necessarie condizioni di sicurezza.