Il colosso del settore biofarmaceutico Takeda investe in Diversity, Wellbeing, sostenibilità e parità di genere
Claudia Russo Caia, Patient, Value & Access Director Takeda Italia, racconta la storia di un’azienda nata in Giappone nel 1781, pioniera nel comparto biofarmaceutico, oggi diventata leader di riferimento a livello globale.
Presente in 80 Paesi, con 30 siti produttivi, 3 grandi centri di ricerca, Takeda Italia ha il suo headquarter a Roma e, insieme a due stabilimenti specializzati nella produzione di farmaci plasmaderivati, impiega più di 1.100 persone.
Nel corso dei tre secoli di storia che vanta alle sue spalle, Takeda ha affrontato numerose fasi di cambiamento e trasformazione, fino a diventare uno dei maggiori leader mondiali del comparto.
Dei 50.000 dipendenti del Gruppo Takeda, il 52% è donna: in Italia “gli ultimi tre amministratori delegati sono donne, così come sono donne la metà dei direttori – spiega Claudia Russo Caia –. Crediamo fortemente nella parità di genere, e nella possibilità di dare a tutti le stesse occasioni di crescita professionale.
Nei processi di recruiting non consideriamo il genere, ma le competenze e le esperienze dei candidati: sono le hard skills e le soft skills a fare la differenza, e la diversità rappresenta un valore e una ricchezza per lo sviluppo dell’azienda.
È necessario – prosegue Claudia Russo Caia – mettere in atto dei processi positivi per aumentare la consapevolezza delle donne rispetto al loro diritto di realizzarsi nel lavoro.
Bisogna far capire loro che arrivare ai vertici di un’azienda non comporta, necessariamente, dover aderire a un modello di leadership autoritario e maschile. Le donne possono realizzarsi nella loro professione, mantenendo la propensione all’accoglienza e alla negoziazione che le contraddistingue”.
Cosa è possibile fare per garantire il benessere delle persone al lavoro? Takeda ha pensato di partire dall’ascolto di dipendenti e collaboratori, a tutti i livelli: “Fare carriera non significa dover rinunciare alla propria vita, o a parte di essa – dice Claudia Russo Caia –.
Per questo, come azienda, cerchiamo di ascoltare le persone e individuare le modalità più corrette per mantenere un buon work-life balance. Attraverso delle survey interne, chiediamo alle persone che margine di miglioramento ci sia per l’azienda, per contribuire a un maggior equilibrio nei tempi di vita e di lavoro.
In questo modo riusciamo a mettere in atto delle iniziative mirate al wellbeing, che possono essere declinate in attività di vario genere, dalla promozione della camminata all’aria aperta, fino a consigli alimentari che rispondano ai principi di una vita in salute”.
L’impegno concreto nei confronti delle persone che lavorano all’interno dell’azienda è stato riconosciuto anche attraverso due importanti certificazioni: nel 2021 Takeda è stata nominata per il quinto anno consecutivo Global Top Employer, e nel 2022 la sede italiana ha ottenuto per la seconda volta il riconoscimento di Top Employer.
Ma Takeda non si ferma qui: oltre al benessere delle persone che lavorano nell’organizzazione, l’azienda è particolarmente attenta alla sostenibilità ambientale: “Entro il 2025 vogliamo raggiungere l’obiettivo della riduzione del 40% delle emissioni inquinanti di CO2 – conclude Claudia Russo Caia –.
Ci sono scadenze importanti rispetto alla carbon neutrality, e sempre entro il 2025 vogliamo ridurre del 15% le emissioni di CO2 indirette dovute all’attività dell’azienda, come le fonti emissive che non sono sotto il diretto controllo aziendale, ma le cui emissioni sono indirettamente dovute all’attività aziendale”.
Come Italia l’azienda è impegnata nella protezione dell’ambiente e nella diffusione di una maggiore consapevolezza tra i dipendenti ed ha ottenuto la ISO 14001 Environmental Certification e la ISO 45001 Health and Safety Certification.
Inoltre, i siti produttivi di Rieti e Pisa pubblicano un bilancio di sostenibilità annuale, asseverato ed elaborato secondo gli Standard della Global Reporting Initiative (GRI), utilizzando linee guida e frameworks internazionalmente riconosciuti, come gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDG).
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