Pronta la piattaforma dove comunicare la disponibilità e compilare il questionario per l’anamnesi. E c’è anche l’opzione per indicare un familiare
Luxottica, colosso dell’occhialeria veneta, è ai blocchi di partenza per avviare la campagna vaccinale tra i dipendenti. Ad anticipare la novità è l’emittente agordina Radio Più, che parla di un sms inviato ai lavoratori: un invito a manifestare il proprio interesse a ricevere il vaccino, attraverso una procedura già strutturata e pronta per l’uso.
Coloro che intendono aderire alla campagna vaccinale in azienda possono già comunicarlo, attraverso il portale aziendale, dall’area riservata “My Personal Desk”. Dopo aver effettuato il login possono accedere alla pagina per la pre-adesione al vaccino anti-Covid. Una volta completati i dati personali dovranno compilare l’anamnesi (che comprende domande su eventuali allergie e problemi di salute) e, quindi, indicare se all’interno della propria famiglia ci siano altri componenti interessati ad essere vaccinati. Il modulo sarà inviato al medico aziendale che si occuperà di valutare le singole situazioni e di comunicare, al momento, opportuno, tutte le informazioni necessarie e le istruzioni per procedere.
Sono 7500 le aziende che, secondo la mappatura di Confindustria, sono pronte a dare il proprio contributo per la campagna vaccinale. Tra queste, spiccano numerosi grandi nomi. Tra i gruppi pubblici ci sono Eni, Enel, Fincantieri, Leonardo, Inps, Poste. Nel settore privato, solo per citare alcune delle più note: Stellantis, Amazon, Pirelli, Vodafone, Tim, WindTre, Lamborghini, Marposs, Marchesini group, Barilla, Bayer, Feralpi, Beretta, Streparava, Cembre, Rovagnati, Elesa, Whirlpool. E ancora Conad, Carpisa, Yamamay, Electrolux, Illy e moltissime altre. Per lo più si sono organizzate per vaccinare i propri dipendenti, ma non mancano esempi di aziende che hanno dato la disponibilità anche a mettere i propri spazi a disposizione dell’Asl.
Le aziende sono impazienti di poter partire, ma presumibilmente il via libera arriverà solo verso fine mese. Prioritario, al momento, è soddisfare le richieste dei centri vaccinali pubblici delle Regioni, completando la partita degli over 60, o almeno degli over 65. A quel punto sarà possibile procedere con la distribuzione dei vaccini nelle aziende. I grandi nomi, per lo più, sono pronti, ma l’organizzazione impone spazi e costi non trascurabili. La preoccupazione manifestata dai sindacati, quindi, è che possano crearsi differenze importanti tra i lavoratori delle grande aziende, che saranno tra i primi a ricevere il vaccino, e quelli delle piccole e medie imprese, che rischiano di non vederlo se non molto tempo dopo.
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