Obbligo pos: dal 2023 cambiano le regole

Bancomat e pagamenti elettonici: cosa cambia dal 30 giugno
(foto Shutterstock)

Dal 26 giugno 2023 anche i tabaccai sono obbligati ad accettare i pagamenti con il POS

Nel 2023 il pos è diventato obbligatorio 

Il PNRR ha portato l’obbligo di accettare il pagamento attraverso il POS già nel 2022 per qualsiasi importo, in caso di rifiuto per l’esercente è prevista una sanzione da 30 euro più il 4% dell’importo transato rifiutato.

Inizialmente i tabaccai erano esclusi da questo obbligo per le sigarette e le marche da bollo, dal momento che il margine di guadagno su questi prodotti venduti è abbastanza esiguo e le commissioni per le transazioni avrebbero potuto eroderlo. 

Dal 26 giugno 2023 anche i tabaccai devono obbligatoriamente accettare pagamenti con il POS perché ormai le offerte dei fornitori di POS sono di vario tipo e includono soluzioni non legate alla singola transazione, ma consistono in commissioni fisse mensili e transazioni senza costi per i micro-pagamenti.

Per chi è obbligatorio avere il POS? Tutte le categorie! 

Chiunque eserciti una attività commerciale e professionale. In pratica, la quasi totalità delle attività, negozi e professionisti.

Il decreto legge 179 del 2012  prevede che «i soggetti che effettuano l’attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, sono tenuti ad accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di pagamento, relativamente ad almeno una carta di debito e una carta di credito».

È questa la normativa a cui si fa riferimento per l’obbligo del POS per il pagamento con carta, che in realtà è sempre stato obbligatorio, ma mancavano le sanzioni.

L’obbligo del POS riguarda la quasi totalità degli esercenti, più nello specifico:

  • artigiani;
  • commercianti, non solo negozi fisici, ma anche ambulanti;
  • tabaccai;
  • strutture turistiche ricettive, come alberghi e B&B;
  • attività di ristorazione, inclusi i bar e le tavole calde;
  • studi di liberi professionisti, come avvocati, notai e commercialisti;

L’obbligo del POS riguarda quindi anche parrucchieri, bar, edicole e saloni di bellezza oltre a tutti i negozi e agli artigiani che vendono i propri prodotti direttamente al cliente. 

Attenzione a un aspetto: l’esercente è obbligato ad avere almeno un circuito di pagamento e non è obbligato ad accettare tutte le carte.

Il pos è obbligatorio per i lavoratori autonomi?

Il POS è obbligatorio per tutti i lavoratori autonomi e liberi professionisti con partita IVA. Più nello specifico, questi ultimi devono accettare i pagamenti in digitale, usufruendo di tecnologie che lo consentano, salvo oggettiva impossibilità tecnica.

Dunque, per esempio, l’obbligo ricade anche nell’accettare incondizionatamente pagamenti attraverso bonifici sul conto corrente.

L’obbligo riguarda anche tutti i lavoratori autonomi nel regime forfettario, che dovranno obbligatoriamente accettare pagamenti con il POS.

Il POS è obbligatorio anche per gli ambulanti?

Sì, il Pos è obbligatorio anche per gli ambulanti e non solo per chi ha un negozio fisico. Oggi esistono POS portatili, che possono essere comodamente usati anche senza essere attaccati alla corrente elettrica.

Il POS è obbligatorio per le associazioni?

Il POS è obbligatorio anche per le associazioni, comprese le società sportive dilettantistiche. Per fare un esempio concreto, se hai prenotato un campo di calcetto, tennis, padel o pallavolo, puoi pagare con la carta sul POS.

Si può rifiutare il pagamento con bancomat?

No, il commerciante può rifiutare il pagamento con un mezzo elettronico solo se il bancomat o la carta di credito non rientrano nel circuito bancario a cui si è aderito. Diversamente, è obbligato ad accettare il pagamento. 

Cosa succede se il negoziante o il barista si rifiuta? Il cliente può scegliere se pagare quanto acquistato oppure rifiutare l’acquisto. L’esercente, però, può subire una sanzione amministrativa pari a 30 euro, aumentata del 4% del valore della transazione per la quale sia stato rifiutato il pagamento. 

La multa è inflitta dal Prefetto solo dopo la segnalazione del cliente.

Qual è l’importo minimo per pagare con il bancomat

L’importo minimo è stato più volte modificato dal Governo: prima 30 euro, poi 5 euro. Oggi, non c’è più alcun limite o soglia minima: il negoziante è obbligato ad accettare il pagamento con POS di qualsiasi importo.

Il cliente ha dunque diritto a pagare anche un solo caffè con bancomat. La legge, infatti, non prevede alcuna soglia o importo minimo, ma riguarda la generalità delle transazioni. Certo, per l’esercente potrebbero esserci maggiori costi dovuti al riconoscimento delle commissioni a favore delle banche, ma il Legislatore è stato inflessibile.

Anzi, onde prevenire che i maggiori costi ricadano sul consumatore, è stato previsto che applicare un sovrapprezzo per i costi della transazione è una pratica commerciale scorretta.

 

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