Joule, intelligenza artificiale per trovare lavoro in tempi record

(in foto: Laura Sposato, fondatrice e CEO di Joule)

Abbiamo intervistato Laura Sposato, fondatrice e Ceo di Joule: un’app che rivoluziona i processi di selezione del personale e il lavoro di recruiter

Trovare il lavoro ideale o la risorsa giusta senza sforzi, magari in pochi minuti. Un sogno per lavoratori e aziende che sta per diventare realtà, grazie all’intelligenza artificiale e alla piattaforma di una startup creata a Padova un anno fa. 

Si chiama Joule e propone un’app con cui incrociare domanda e offerta di lavoro in modo rapido, efficiente e con alta percentuale di soddisfazione da entrambe le parti, grazie al suo particolare algoritmo che mette insieme i dati del candidato con il suo carattere. 

L’idea è venuta a un’imprenditrice padovana di 23 anni, che nonostante la giovane età ha già maturato molta esperienza in ambito lavorativo, e che per centrare l’obiettivo ha messo insieme un team di una dozzina di altrettanto giovani talenti tra informatici, sviluppatori, ingegneri ed esperti di risorse umane. 

Laureata in Economia e Commercio all’università Ca’ Foscari di Venezia, Laura Sposato ha avuto la classica illuminazione all’inizio del 2021, dopo alcuni anni di lavoro come recruiter. 

L’idea dall’esperienza come recruiter 

Cresciuta a Cadoneghe, vicino a Padova, Laura Sposato è la classica ragazza che ha bruciato le tappe, accompagnando il suo percorso formativo a esperienze di lavoro fin dai tempi delle superiori. 

Figlia d’arte, ha capito presto che l’ambito HR non solo le interessava profondamente, ma che dal suo punto di vista aveva bisogno di svecchiare alcuni meccanismi, sfruttando le nuove tecnologie per migliorare i processi di selezione del personale. 

“L’idea mi è venuta nel febbraio 2021, mentre stavo facendo un’esperienza in una compagnia di ricerca e selezione, dove ho riscontrato lo stesso problema già vissuto alla Eurointerim, l’azienda di mio padre”, ricorda. 

“Arrivano centinaia di curriculum ogni settimana. C’è gente che sulla carta è preparatissima e ha tutte le caratteristiche giuste, ma quando viene al colloquio è diversa da quanto raccontato sul CV e quindi inadatta per il ruolo ricercato. 

Oppure al contrario: curriculum scarni, magari fatti in fretta, dietro cui si nascondono le persone che stai cercando. Questo magari dopo tre settimane di selezione, andando a recuperare tutti i profili scartati in partenza. In sostanza, la persona perfetta ce l’avevi davanti tutto il tempo ma non lo sapevi”. 

“Ma con tutta la tecnologia e le conoscenze di oggi – mi sono chiesta – è possibile che non esista un sistema più adeguato per migliorare il processo di selezione e risparmiare tempo e denaro? Da qui nasce l’idea di creare Joule”. 

Nei dieci mesi successivi Sposato ha fatto ricerche di mercato e lavorato alla creazione del team, riuscendo ad aprire la startup nel novembre dello scorso anno. 

“All’inizio eravamo in tre, ora siamo diventati 12 e vista la rapida crescita di organico ci siamo da poco trasferiti in un nuovo ufficio. Io ho fondamentalmente un ruolo di coordinamento strategico tra le persone del team, che lavorano autonomamente o in gruppo, in base alle necessità. Possiedono tutti ottime competenze e condividiamo la stessa visione innovativa”. 

Come funziona Joule 

Usare la nuova app, assicura la CEO di Joule, sarà di una semplicità disarmante. 

“Una persona che vuole cercare lavoro si scarica l’app, che è gratuita, da qualsiasi store online. Una volta entrata realizza un video di 40 secondi, nel quale non ha alcun tipo di vincolo. Si è liberi di parlare delle proprie competenze, delle proprie qualità personali o dei propri valori. L’idea è essere sé stessi per dare una prima impressione che trasmetta il più possibile la propria personalità”. 

“Fatto questo, nel profilo è possibile inserire qualsiasi dato sulla propria formazione, carriera, hobby, esperienze, passioni, in modo semplice e intuitivo”, prosegue, “grazie a questa profilazione siamo in grado di estrapolare il carattere della persona, che si racchiude in soft skill e aree di lavoro più dedicate. 

Con questo sistema riusciamo a tracciare sia il profilo della persona, che altre informazioni importantissime per i recruiter”. 

Quanto ci si mette a creare un profilo e cosa bisogna fare dopo? 

“Per creare un profilo su Joule servono al massimo 10 minuti e poi non devo fare altro”, spiega Sposato, “Aspetterò che arrivino in homepage gli annunci di lavoro di aziende che cercano persone come me. Ovviamente questo è possibile grazie al nostro algoritmo”. 

Molto simile il discorso per le aziende. 

“Avrò sempre candidati profilati e tutta una serie di strumenti di gestione, come calendario, messaggistica, la possibilità di fare il colloquio e ovviamente di ordinare i profili sulla base delle mie esigenze.

 Se cerco un pizzaiolo napoletano simpatico a Padova la prima persona in lista corrisponderà esattamente alla descrizione, il secondo sarà un pizzaiolo simpatico e magari il terzo solo un pizzaiolo. In pratica ho una preselezione già pronta. Poi è chiaro che starà sempre a me recruiter scegliere chi chiamare, anche sulla base di altre valutazioni”. 

“Questo è molto importante. Noi non vogliamo de-umanizzare questa professione”, chiarisce, “Alla fine è la persona stessa che sceglie a quale annuncio rispondere ed è il recruiter a scegliere quali candidati contattare. La decisione finale resta sempre in mano all’umano. Joule è solo uno strumento, che però aiuta a semplificare e a velocizzare la possibilità di incontrarsi sul mercato del lavoro”. 

Massima libertà di gestione del profilo 

In un primo momento 40 secondi di video per raccontare stessi potrebbero sembrare pochi e troppo impattanti sulla valutazione. La forza di Joule però sta anche nella sua adattabilità e nella continua possibilità di aggiornamento dei suoi contenuti. 

“Il video di presentazione è di 40 secondi ma poi nell’applicazione c’è uno storico di tutto ciò che viene inserito. Si possono avere più video presentazioni, farle quando voglio, cambiarle spesso. Posso soprattutto scegliere che materiale mandare in base al tipo di azienda”. 

“Magari con alcune si vuole essere più formali, mentre con altre si vuole risultare più spigliati. Si può inserire tutto il materiale insieme, oppure aggiungerne di volta in volta. In poche parole, non conta affatto solo la prima impressione e posso liberamente gestire il modo di presentarmi a seconda dell’annuncio”. 

Come convincere gli HR manager che Joule rappresenta una svolta? 

“Secondo me il vero motivo per cui questa soluzione funzionerà a livello di HR è che il manager, vedendo la persona e la nostra analisi, si ritroverà in quello che stiamo proponendo. 

Riuscirà a percepire tante cose attraverso i video e avrà immediatamente un pre-screening, che dovrebbe comunque fare e gli costerebbe tempo. E se si rende conto che funziona sarà sempre più portato a fidarsi delle classifiche di Joule”, sottolinea Spostato. 

Ogni recruiter però conosce e padroneggia delle chiavi di lettura che sono basate sulla sua esperienza culturale e professionale, diversa per ognuno. 

“Noi forniamo uno strumento che aspira il più possibile a essere oggettivo, racchiudendo tutte le chiavi di lettura possibili sulla persona candidata”, rimarca, “L’idea è formare un quadro molto ampio. Da questo punto di vista Joule può diventare anche un mezzo per fare meglio il proprio lavoro, perché può ampliare la mia visione con elementi che solitamente non uso ma che posso integrare al mio metodo”. 

Count-down per il lancio della piattaforma 

Sostenuto da diversi business angel, che hanno investito 800 mila euro per il suo sviluppo, il progetto è ormai prossimo al lancio ufficiale sul mercato. 

“Siamo in fase di testing della beta e i controlli effettivi stanno andando molto bene. L’idea è di lanciare l’app entro novembre”, annuncia Sposato. 

Su questa novità nel frattempo sta nascendo un forte interesse. “Stiamo ricevendo moltissime richieste da aziende che si stanno mettendo in lista d’attesa per poter assistere alla demo ed entrare nel progetto. Penso sia un’ottima cosa perché non è scontata”. 

“Quando in Italia si parla di intelligenza artificiale spesso si trovano persone un po’ restie. Noi crediamo di essere sulla strada giusta. Il mondo sta cambiando, quello dei recruiter si sta innovando e ci sono tante aziende sia grandi sia piccole che vogliono fare parte di questo cambiamento”.

 

Leggi anche:

Metaverso ed ecosistema digitale, realtà aumentata con Engineering

Abiti da lavoro con virtual reality e intelligenza artificiale

Vedrai, startup innovativa dedicata a IA che punta sulle persone

Iscriviti alla nostra newsletter

Ricevi gratuitamente le ultime novità, le storie e gli approfondimenti sul mondo del lavoro.