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Buoni pasto

I buoni pasto sono una forma di welfare aziendale che integra la retribuzione. Si tratta di uno strumento molto utile e apprezzato sia dai lavoratori che dai datori di lavoro, dato che, entro alcuni limiti, è esente da tassazione. In questa sezione troverai tutte le informazioni e le novità sui buoni pasto scritte dai nostri esperti di diritto del lavoro.

Buoni pasto: significato e definizione

I buoni pasto sono titoli di credito che il datore di lavoro può decidere di fornire ai lavoratori per compensare l’assenza di una mensa aziendale. Sono spendibili in bar, ristoranti, supermercati e negozi di alimentari convenzionati per comprare cibi e bevande freschi o conservati; non sono accettati per le altre categorie di prodotti. I buoni pasto rientrano nella categoria dei fringe benefit, cioè quei vantaggi che possono essere inclusi nel contratto di lavoro e che si aggiungono alla retribuzione in busta paga

Visto che il lavoro da remoto è sempre più diffuso, molte aziende concedono i buoni pasto anche in smart working, ricordiamo però che si tratta di una decisione aziendale e non di un obbligo. Anche con questa modalità di lavoro, i buoni pasto restano esentasse

Vediamo meglio che caratteristiche hanno i buoni pasto:

  • possono averli lavoratori con un contratto di lavoro subordinato o di collaborazione con un orario di lavoro che include il momento della pausa pranzo
  • non si possono cedere e non se ne possono spendere più di otto per volta;
  • non sono convertibili in denaro, né si può chiedere di avere il resto in contanti quando li si usa;
  • possono essere elettronici o cartacei;
  • devono avere una data di scadenza.

I buoni pasto in formato cartaceo consistono in un blocchetto simile a quello degli assegni, quelli elettronici sono caricati in una tessera elettronica simile a un bancomat. I due tipi di buoni pasto sono ugualmente accettati, la differenza principale è la soglia di non tassazione: quelli cartacei sono esentasse fino a 4 euro, quelli elettronici fino a 8 euro, come stabilito dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi. In ogni caso sono molto convenienti: possono aggiungere alla busta paga fino a 8 euro netti per ciascun giorno lavorato.

Buoni pasto: ulteriori informazioni

Per legge i buoni pasto devono riportare: codice fiscale / ragione sociale dell’azienda; ragione sociale della società che li emette; il valore e la data di scadenza. Su quelli cartacei c’è anche uno spazio per inserire la data d’uso, la firma del lavoratore e il timbro del negozio/esercizio che li accetta. Per gli elettronici tutte le informazioni sono registrate nel portale di riferimento. 

Per essere validi devono avere una scadenza: la scadenza dei buoni pasto la trovi indicata su ogni buono pasto cartaceo, mentre per la verifica di quelli elettronici va consultata l’app di riferimento. Ogni società che emette i ticket elettronici, infatti, dà accesso a un portale in cui controllare quanti buoni si hanno e quando scadono, oltre a tenere traccia di come vengono usati e dove sono accettati. Se usi i buoni elettronici, quando paghi vengono automaticamente scalati dal più vecchio, così si consumano prima quelli con scadenza più vicina. In generale, i buoni pasto elettronici scadono il 31 dicembre dello stesso anno, se sono emessi da gennaio ad agosto, mentre quelli caricati da settembre a dicembre scadono il 31 dicembre dell’anno dopo. Consigliamo però sempre di verificare nel proprio portale. 

In qualche caso, le società che emettono i buoni pasto concedono dei periodi per recuperarli anche dopo la scadenza, ma in generale meglio agire prima.

Se i buoni pasto sono vicino al termine ci sono due vie

  • i buoni cartacei vanno rispediti, ancora validi, alla società che li emette e vengono sostituiti;
  • i buoni elettronici vanno convertiti prima della scadenza, usando il portale della società che li fornisce.