Cosa si può acquistare con un piano welfare aziendale

(foto Shutterstock)

Le tipologie di beni e servizi che possono rientrare in un piano di welfare aziendale sono le più varie, vediamone alcune

La gamma dei beni e dei servizi cui è possibile accedere per sé e per i familiari con un piano di welfare aziendale è molto ampia e spazia dal campo dell’educazione e istruzione, ai servizi per la persona, al trasporto pubblico.

Quali sono i beni e i servizi offerti da un piano welfare?

Le tipologie di beni e servizi a cui è possibile accedere con il credito welfare, ossia sulla base delle somme a disposizione nel conto welfare nella piattaforma scelta dall’azienda, sono identificate dalla legge e coprono diverse categorie. Vediamo alcuni esempi:

  • asili, scuola, testi scolastici;
  • master e università per sé o i figli;
  • buoni pasto;
  • buoni regalo per acquisti (spesa, benzina, ecc.);
  • assicurazioni;
  • previdenza complementare;
  • viaggi e cultura;
  • palestra;
  • abbonamenti al trasporto pubblico;
  • scuola di musica per i figli;
  • rimborso spese sanitarie;
  • rimborso spese veterinarie;
  • mensa aziendale;
  • prestiti e mutui;
  • rimborso spese per assistenza a persone disabili o anziani.

Servizi che si possono acquistare direttamente e rimborsi

Le tipologie di beni e servizi, a cui è possibile accedere con il credito a disposizione nel proprio “conto welfare” sono raggruppabili in due grandi aree:

  • servizi messi direttamente a disposizione del lavoratore e dei suoi familiari
  • acquisto diretto di beni e servizi, poi rimborsabili

Nel primo caso, si tratta dei servizi aventi finalità di educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale e sanitaria, culto. Sono servizi usufruibili mediante pagamento diretto da parte dell’azienda all’ente che eroga il servizio sulla base di specifici accordi (convenzioni) stipulati dal datore di lavoro con le strutture e gli enti che li erogano. Rientrano in questo campo, ad esempio, gli abbonamenti alle riviste, alle palestre, ai portali di intrattenimento, al cinema, teatro, eventi sportivi, concerti; i corsi di tutti i tipi; i check up medici; le cure odontoiatriche; i viaggi.  

Nel secondo caso invece si tratta del rimborso in busta paga delle spese sostenute dal dipendente per la fruizione da parte dei familiari dei servizi di educazione e di istruzione, indipendentemente dalla struttura pubblica o privata, e anche con riferimento ai figli in età prescolare. 

Rientrano in questo secondo gruppo, ad esempio, le spese per l’asilo nido; i servizi di baby–sitting; i rimborsi per la frequenza delle scuole materne, elementari, medie e superiori, le tasse universitarie e di iscrizione ai master; i libri di testo scolastici e universitari; i servizi di trasporto scolastico; le gite didattiche; le mense scolastiche; i corsi di lingue; i campus estivi e le ludoteche; i doposcuola. 

Piano welfare aziendale: alcuni esempi

Per messa a disposizione del servizio si intende che l’azienda può offrire al lavoratore un posto in una casa di riposo per il genitore anziano, oppure può mettere a disposizione, a proprie spese, una badante per il familiare o un servizio di baby-sitting per i figli.

Con la seconda modalità, l’azienda rimborsa i costi sostenuti dal dipendente per garantire l’assistenza o l’istruzione al proprio figlio o altro familiare. Attenzione, però, a conservare la documentazione perché l’Agenzia delle Entrate richiede che nella documentazione comprovante l’utilizzo delle somme deve essere indicato il soggetto che ha fruito del servizio, e che tale documentazione deve essere acquisita e conservata dal datore di lavoro.

Il sistema dei fringe benefit con i voucher

Una delle modalità attraverso le quali è possibile fornire beni e servizi di welfare è quella costituita dai fringe benefit cui è possibile accedere con il sistema dei voucher.

Si tratta di buoni spesa di un valore massimo non imponibile per anno pari a Euro 1.000 (2.000€ con figli a carico), la cui caratteristica è l’erogazione diretta del bene al dipendente da parte dell’azienda nella forma appunto del “buono spesa” o “documento di legittimazione” e sulla base di un accordo sottoscritto tra l’azienda e l’ente che fornisce il fringe benefit. In questa tipologia rientrano, ad esempio, i buoni per la spesa; i buoni carburante; i ticket compliment; le gift card; le ricariche telefoniche.

Altre tipologie di servizi di welfare aziendale

La scelta tra le diverse tipologie di beni e servizi offerti con i piani di welfare è quindi anche legata alle modalità con cui è possibile usufruire dei vantaggi economici legati a quella determinata tipologia di servizi.

Ci sono beni e servizi, come il trasporto pubblico locale, che possono essere erogati o nella forma della messa a disposizione del servizio (dietro accordo tra l’azienda e l’azienda di trasporto), oppure nella forma del rimborso (dietro presentazione della fattura o ricevuta erogata dall’ente di trasporto).

Altri, che possono essere erogati solo in una delle due forme, come ad esempio il rimborso della spesa per i testi scolastici, e altri ancora che possono essere erogati solo direttamente dall’azienda, come i buoni spesa e i servizi di trasporto collettivo o navette aziendali. 

Possono rientrare, poi, nei piani di welfare anche tipologie di beni e servizi che hanno già, in base alla legge, un loro specifico vantaggio economico e fiscale, indipendentemente dal fatto che vengano erogati sotto forma di welfare:

  • il rimborso degli interessi sui mutui prima casa, della spesa per il contratto di affitto della casa dove si vive, del pagamento bollette dell’acqua, del gas e dell’energia elettrica;
  • i contributi ai Fondi di previdenza integrativa;
  • i contributi ai Fondi sanitari integrativi;
  • l’auto aziendale.

L’assistenza ai familiari non autosufficienti può rientrare nel welfare?

Tutti i servizi che riguardano la cura e l’assistenza ai familiari non autosufficienti possono rientrare nei piani di welfare. Anche l’assistenza familiare può essere sostenuta dal piano welfare aziendale in una delle due modalità già indicate: attraverso la messa a disposizione del servizio, oppure mediante il rimborso del costo sostenuto dal dipendente.

 

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