Non importa quanto costi, l’importante è che un prodotto rispetti l’ambiente e i valori umani: le persone fanno attenzione a cosa comprano
I consumatori stanno trasformando la loro mentalità e il loro comportamento nell’acquisto di capi di abbigliamento, e gli effetti di questi cambiamenti sono destinati a lasciare un segno per i brand e i rivenditori di moda.
La pandemia ha accelerato l’approccio all’e-commerce da parte delle persone che, dalle loro case, hanno avuto l’opportunità di acquistare con calma. Per questa ragione, hanno prestato molta più attenzione del solito al metodo di produzione del capo d’abbigliamento oggetto di interesse, all’origine delle materie prime con cui viene realizzato e al messaggio veicolato dal brand nella campagna di promozione.
In che modo le politiche sull’ambiente, le condizioni di lavoro e le questioni sociali influenzano i consumatori di oggi? L’ultimo sondaggio di Trustpilot condotto a livello internazionale ha dimostrato che non solo gli amanti della moda sono più attenti nello spendere, ma sono anche molto consapevoli della necessità di acquistare articoli da marchi di moda e rivenditori con forti pratiche etiche e di sostenibilità.
Per i brand e i negozianti che operano nel settore del fashion, è un’opportunità per raggiungere le persone interessate ad acquistare da aziende che si prendono cura dei lavoratori all’interno della loro filiera produttiva, oltre che dell’ambiente.
Quattro clienti su cinque vengono influenzati da scelte etiche: le taglie e la vestibilità non sono gli unici aspetti che vengono presi in considerazione. I brand e i negozi di moda devono prendere coscienza del fatto che la tutela dei lavoratori lungo l’intera filiera e il rispetto dell’ambiente sono parte integrante delle decisioni di acquisto di un cliente.
Oltre quattro consumatori su cinque, esattamente l’82%, hanno dichiarato che smetterebbero sicuramente (il 31%) o probabilmente (il 51%) di acquistare da un brand che si è rivelato essere privo di standard etici.
I consumatori sono prudenti nello spendere i propri soldi: la recessione dovuta alla pandemia globale ha modificato le abitudini di consumo nel campo della moda. Poco meno di tre quarti dei consumatori (72%) spendono di meno o la stessa cifra rispetto a prima della pandemia. L’abbigliamento casual e per il tempo libero è la categoria con la più alta percentuale di consumatori che hanno aumentato la spesa (21%), e questo anche in considerazione del fatto che, in diversi settori, i lavoratori hanno cominciato a lavorare da casa.
Gli amanti della moda si fidano delle recensioni e si fidano gli uni degli altri. Le persone sono alla ricerca di brand e negozi di moda con solide strategie etiche e di sostenibilità. Per capire quali marchi soddisfino questi criteri, le persone cercano notizie da molte fonti, ma soprattutto si fidano del passaparola: l’89% dei consumatori ha espresso, infatti, un livello di fiducia alto o medio in questo, e l’85% nelle valutazioni e nelle recensioni.
La fiducia riposta nel passaparola e nelle recensioni è da due a tre volte superiore rispetto ad altre fonti come riviste, pubblicità e i siti web dei brand stessi. La fonte di informazioni di cui ci si fida di meno sono le celebrità e gli influencer. Le persone tendono a fidarsi delle recensioni tre volte di più di quanto non si fidi di un personaggio famoso che pubblicizza un prodotto di moda sui social media.
Le persone sono attente ai principi etici dei brand, e agiscono di conseguenza. Secondo quanto emerso dalla ricerca, i brand non dovrebbero rimandare oltre, ma prendere immediatamente posizione sulle questioni etiche, dal momento che i consumatori stanno già agendo secondo le proprie convinzioni e la propria morale.
Più della metà (54%) delle persone afferma che l’attenzione dei brand verso le condizioni di lavoro e le politiche di sostenibilità hanno giocato un ruolo fondamentale nella spinta ad acquistare (o a non acquistare) articoli di moda. Quasi altrettanti consumatori (41%) sono stati influenzati dall’attenzione dei retailer alle politiche su diversità e inclusione, mentre il 33% si è lasciato influenzare dal fatto che un marchio fingesse di essere etico, mentre in realtà non portava avanti alcuna azione veramente efficace.
I consumatori si fidano del passaparola e delle opinioni dei clienti, rispettivamente tre e due volte di più rispetto alle informazioni diffuse dai media. I brand più attenti dovrebbero, quindi, cogliere l’importanza di comunicare al loro pubblico in che modo le loro strategie etiche e a basso impatto ambientale soddisfano le aspettative degli shopper di oggi.
I brand possono trarre spunto dal desiderio di etica e sostenibilità delle persone. I clienti hanno rivelato quello che vogliono vedere dai brand e dai rivenditori di moda. Per il 46%, l’impegno a favore di buone pratiche di lavoro lungo tutta la filiera produttiva e dell’utilizzo di imballaggi ecologici rivestono la medesima massima priorità, seguite da un servizio di riciclaggio, che ha ricevuto il 41% delle preferenze.
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