Scopri i benefici dei buoni pasto elettronici, che riducono gli sprechi e offrono una gestione più semplice e sicura rispetto ai tradizionali buoni cartacei o con tessera di plastica
I buoni pasto sono tra le iniziative di welfare aziendale più diffuse in Italia, oltre che tra le più apprezzate. I ticket restaurant, infatti, permettono di acquistare prodotti alimentari presso esercizi convenzionati: bar, ristoranti, ma anche supermercati. Hanno un valore commerciale variabile a seconda di quanto stabilito dall’azienda e, in genere, una validità temporale entro la quale devono essere utilizzati.
Vediamo più nel dettaglio come funzionano, dove possono essere spesi e soprattutto quali sono i vantaggi dei buoni pasto.
Le caratteristiche principali dei buoni pasto includono l’esenzione fiscale fino a una certa soglia prefissata, il che li rende particolarmente convenienti sia per i dipendenti che per i datori di lavoro. Spesso vengono emessi tramite aziende specializzate nel settore e possono essere distribuiti a cadenza fissa. Le soluzioni più moderne non prevedono nemmeno più la forma cartacea o con tessera di plastica, ma elettronica, in modo da eliminare lo spreco di carta e ridurre la possibilità di perderli o danneggiarli.
Un’altra caratteristica importante è che non sono convertibili in denaro contante e devono essere spesi interamente presso gli esercizi convenzionati. Questo garantisce che siano effettivamente utilizzati per il loro scopo originario: consentire ai lavoratori di consumare pasti equilibrati durante la giornata lavorativa.
Infine, è bene ricordare che i buoni pasto sono cumulabili, ma non all’infinito: di solito se ne possono utilizzare fino a 8 in una sola volta, ma è sempre bene verificare con l’esercente.
Secondo le disposizioni fiscali, i buoni pasto possono essere emessi fino a un massimo giornaliero stabilito e devono riportare informazioni specifiche come il nome dell’azienda e del beneficiario.
Per quanto riguarda il numero di buoni pasto a cui ha diritto ciascun dipendente, la normativa prevede che siano uno per ciascuna giornata lavorativa, visto che si tratta proprio di un’agevolazione pensata per la pausa pranzo dei lavoratori. Qualora il datore di lavoro decidesse di erogarne di più, concorrerebbero al reddito del dipendente, perdendo tutti i vantaggi fiscali.
Come già accennato, infine, i buoni pasto sono completamente deducibili dalle tasse e l’IVA è interamente detraibile. Anche un lavoratore autonomo con partita IVA e senza dipendenti può utilizzare i buoni pasto, purché sia a regime ordinario (quindi, non forfettario). In questo caso, il 75% della spesa è deducibile e l’IVA al 10% è totalmente detraibile.
È importante ricordare che le spese deducibili per i lavoratori autonomi con partita IVA e senza dipendenti non possono superare il 2% dei ricavi annui.
I beneficiari dei buoni pasto sono principalmente i dipendenti delle aziende che scelgono di offrire loro questo vantaggio extra. Più nel dettaglio, la normativa indica come possibili fruitori:
Questi strumenti rappresentano un’opportunità per migliorare la qualità della vita dei dipendenti, garantendo loro un momento di pausa piacevole e salutare. I buoni pasto favoriscono anche l’economia locale poiché spingono i beneficiari a consumare presso esercizi convenzionati.
La soglia di esenzione dei buoni pasto rappresenta un punto cruciale da tenere in considerazione quando si parla di questo beneficio per i dipendenti. La soglia, infatti, indica l’importo massimo che può essere erogato sotto forma di buoni pasto senza incorrere in tassazioni aggiuntive.
La legge fissa questo limite a:
Superata la soglia prevista dalla legge, il valore dei buoni pasto sarà assoggettato a tassazione ordinaria.
Chi accetta i buoni pasto è forse la domanda più comune che i lavoratori si pongono quando ricevono questi vantaggiosi strumenti di pagamento. In generale, i buoni pasto sono accettati da una vasta gamma di esercizi commerciali, tra cui ristoranti, bar, supermercati e negozi di alimentari. Tuttavia, la lista dei luoghi che accettano i buoni pasto può variare a seconda del tipo di voucher in possesso.
È importante verificare sempre quali esercizi commerciali accettano i buoni pasto che hai in mano per assicurarti di poterli utilizzare senza problemi. Alcuni piccoli esercizi potrebbero non essere compresi tra quelli convenzionati o potrebbero non essere attrezzati per accettare pagamenti con buoni pasto, quindi è sempre meglio informarsi preventivamente.
Un altro punto da tenere in considerazione è che, tendenzialmente, i buoni pasto vengono accettati in orari compatibili con gli orari lavorativi, quindi ad esempio non la sera e non nel fine settimana.
Con l’introduzione di soluzioni innovative come Satispay, sempre più esercenti stanno adottando la possibilità di accettare pagamenti digitali tramite app mobile anche per i buoni pasto. Grazie a questa modalità pratica e veloce, puoi utilizzare i tuoi voucher anche presso piccoli negozi e anche in orari che tradizionalmente sono esclusi per l’uso dei buoni pasto, come appunto la sera e il weekend.
I buoni pasto Satispay, infatti, sono completamente digitali e vengono caricati automaticamente in una sezione dedicata dell’app. Un processo fluido e veloce, come un normale pagamento effettuato con l’app Satispay, ponendo fine al fastidio di dover esibire e abbinare il buono a strumenti di pagamento differenti.
Gli esercizi convenzionati sono oltre 70.000 e comprendono non solo bar, ristoranti, pizzerie e supermercati della grande distribuzione, ma anche tantissimi piccoli esercizi come gastronomie, macellerie, panifici, fruttivendoli e molto altro, in modo che ognuno possa sentirsi libero di conservare le proprie abitudini, o cogliere un’occasione in più per scoprire i negozi di vicinato. E per spendere ogni buono ci sono due anni di tempo.
I buoni pasto Satispay, inoltre, sono utilizzabili dalle aziende per i propri lavoratori dipendenti, ma anche da liberi professionisti e partite iva, purché non rientrino nel regime forfettario.
Il modello Satispay, infine, conviene anche agli esercizi commerciali. Satispay, infatti, applica commissioni ridotte ai piccoli esercenti sui buoni pasto permettendo loro di incassarne il valore in un solo giorno lavorativo.