Domanda e offerta di lavoro non si incontrano

img 1: “Brainstorming”
(foto Shutterstock)

Da un lato le aziende che cercano personale qualificato in produzione e IT, dall'altro le persone che vogliono lavorare in comunicazione e commercio

La ricerca di Ipsos sull’occupazione mette in luce una differenza tra ciò che vorrebbero le persone e ciò di cui hanno bisogno le aziende. La ricerca ha coinvolto un campione di 700 persone, tra i 18 e i 40 anni, in cerca di un lavoro, e 200 imprese in cerca di professionisti. 

Si scopre, così, che domanda e offerta di lavoro si focalizzano su aree diverse: le imprese cercano, in prevalenza, negli ambiti della produzione (37%) e dell’IT (25%), mentre le persone vorrebbero lavorare nei settori marketing, vendite, commerciale (15%), e assistenza clienti (12%)

Di fatto, dall’indagine emerge un approccio molto diverso al lavoro da parte delle persone, che hanno idee ben precise sui contenuti e non sono disposte ad accontentarsi, o a rinunciare ai propri talenti

L’identikit del lavoro più ambito

Il lavoro più desiderato è dipendente (66%), a tempo pieno (60%) e nei servizi (66%)Secondo i dati, resta comunque molto appetibile il lavoro nel settore pubblico, specie per ciò che riguarda le donne e i diplomati che cercano occupazione. Questo perché lavorare nella pubblica amministrazione, e in tutti i comparti a essa legati, consente di avere maggior stabilità economica e garanzie rispetto a quanto avvenga nel privato.

Oltre a questi elementi, ad attirare l’attenzione delle persone che vogliono un’occupazione sono gli aspetti del work life balance e dell’interesse per l’attività, seppur con qualche lieve differenza di genere ed età.

Domanda e offerta di lavoro oggi non si incontrano facilmente

Più di 8 intervistati su 10 dicono che la principale criticità è la scarsità di offerte in linea con le competenze possedute e con le proprie ambizioni

Per lavoratori e imprese è comune il problema della molteplicità dei canali in cui cercare: i candidati si rivolgono a siti specializzati (53%), utilizzano LinkedIn (40%), il passaparola e i siti aziendali (38%)

Ancora oggi, le stesse imprese ricorrono al passaparola come primo canale (35%), seguito da LinkedIn (31%) e dai siti specializzati (30%)

Insieme con il proprio sito internet aziendale e i career days, i canali social sono considerati strumenti utili per trovare candidati adeguati, mentre gli annunci sui giornali e i centri per l’impiego sembrano avere un’efficacia ridotta.

Stipendi troppo bassi, profili non adeguati

Anche se gli aspetti legati ai valori aziendali e al benessere della persona nel lavoro sono sempre più importanti, chi cerca un’occupazione lamenta salari ancora troppo bassi rispetto a competenze e costo della vita: retribuzioni troppo basse per posizioni troppo qualificate rispetto al proprio profilo. Le imprese sono consapevoli che il trattamento economico è il principale motivo di rifiuto delle proposte. 

Le maggiori difficoltà dichiarate dalle aziende nella ricerca di candidati sono legate alla competenza, per esperienza o tipologia di lavoro, e all’offerta economica, ritenuta inadeguata dai candidati. 

Le imprese, dal canto loro, dichiarano di ricevere candidature non rispondenti ai profili ricercati e che, in un terzo dei casi, i candidati arrivano a inviare un CV che, in realtà, non rispetta le reali qualifiche possedute.

Sono diverse, dunque, le aree di miglioramento: le fonti di informazione sulle opportunità lavorative o l’orientamento, che possono portare a profili più adeguati all’attuale mondo del lavoro. 

Le risposte degli intervistati indicano che informazioni e percorso di studi sono due elementi importanti, accompagnati dal forte desiderio di una maggiore guida nella scelta del percorso scolastico. 

Leggi anche:

‘Occupazione femminile e stereotipi di genere: Mind the STEM Gap’

Iscriviti alla nostra newsletter

Ricevi gratuitamente le ultime novità, le storie e gli approfondimenti sul mondo del lavoro.