La sfida delle aziende per trovare i più bravi: come scovare i talenti in un momento di crisi di candidature e competenze
Il mondo del lavoro è fluttuante e in rapido cambiamento, e il mismatch tra domanda e offerta è sempre marcato. Soprattutto in Italia, mancano le competenze e, laddove queste siano presenti, spesso mancano le candidature.
Un fenomeno complesso da interpretare, che non deve scoraggiare le aziende e i recruiter nella ricerca dei talenti: trovare quelli bravi è possibile.
Il bollettino Excelsior, realizzato grazie ad ANPAL (Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro) e Unioncamere, dice che a gennaio di quest’anno il 45,6% delle aziende alla ricerca di figure professionali non è stato in grado di trovarle. In pratica, in un caso su due un’azienda non trova il professionista di cui ha bisogno. Un contesto fluido, che vede 3 dipendenti su 4 pronti a cambiare lavoro in modo radicale.
Un quadro a cui ha contribuito la pandemia, con la diffusione dello smart workingÈ una nuova modalità di svolgimento dell’attività lavorativa, introdotta dalla l. 81/2017 e caratterizzata dall’assenza di precisi vincoli di orario e di luogo di lavoro per il dipendente. More e le nuove priorità delle persone che, sempre di più, cercano un lavoro che le appassioni e risponda alle loro attitudini.
La prima regola da seguire per scovare i professionisti più capaci è quella di investire nell’employer branding e trasmettere un’immagine aziendale ricca di valori e coerente. Non basta predicare la sostenibilità o la diversity: bisogna sostenerle e metterle in pratica con azioni e iniziative da promuovere all’esterno.
Un altro elemento da tenere in considerazione nell’ottica dell’employer branding è quello di dare la possibilità ai candidati di lavorare in smart working: oggi l’attenzione a un buon work life balance è molto elevata, specie fra i giovani, e il remote working consente di trovare un equilibrio tra tempi di vita e di lavoro.
Allo stesso tempo, bisogna ricordare che i professionisti più talentuosi non hanno bisogno di cercare lavoro, e quindi non si troveranno nelle piattaforme di recruiting, ma si potranno incontrare nei luoghi che loro stessi frequentano.
Se siete alla ricerca di un professionista in un determinato settore, cercate di incontrarlo in meeting virtuali o in presenza, o nelle piattaforme specifiche di quel dato comparto.
Un’altra strada per trovare chi fa al caso vostro, specie se si tratta di figure professionali molto specializzate, è intraprendere una collaborazione con le università del territorio: sono queste ultime ad avere il primato di competenze, con migliaia di laureandi e neolaureati sfornati ogni anno, e una fucina di talenti ricchi di ambizioni e aspettative dal mondo del lavoro.
Avviare progetti formativi con gli atenei può essere un buon modo per conoscere i professionisti del futuro e iniziare una relazione con loro, in vista di attività di onboarding nella propria azienda.
Per poter trovare le figure di cui necessita, ogni realtà aziendale deve avere delle attività di recruiting che siano ben strutturate e organizzate.
Fate attenzione al sito aziendale: deve dare la possibilità ai candidati di inserire i propri CV e deve contenere informazioni specifiche sull’azienda e sulle necessità che ha.
Per una buona azione di recruiting serve chiarezza: i candidati devono capire nel modo più semplice quali sono le competenze richieste dall’azienda, le hard skill e le soft skill, così da poter rispondere adeguatamente all’appello.
Secondo la società di ricerca e selezione del personale Hunters Group, le figure professionali più richieste nel 2023 sono:
La società rileva che ci sono ancora troppi pochi giovani (neolaureati o alla fine di un percorso di formazione in generale) con queste competenze che si pongono a metà strada tra l’ingegneria, la meccanica e il digitale.
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