DIG421, in Piemonte primo gate collaborativo di open innovation

DIG421, primo gate di Open Innovation collaborativo del Piemonte
(foto Alberto Peroli)

L’edificio, di recente inaugurato e premiato con la targa Green Pea sostenibilità, è luogo dove condividere competenze e creare nuove opportunità

Ha aperto a Roreto di Cherasco, paesello da 10 mila anime in provincia di Cuneo, il primo “gate” di Open Innovation collaborativo del Piemonte, uno tra i primi in Italia. Il progetto si chiama DIG421 (che sta per Digital Innovation Gate for XXI Century) e porta il marchio della società tecnologica TESISQUARE.

Il campus, firmato da Nemesi Studio, è studiato secondo i più avanguardistici dettami dell’architettura green. Unisce la modernità delle strutture con il recupero del paesaggio, la valorizzazione della flora e della fauna e la promozione di stili di vita sani.

DIG421 è una fondazione di partecipazione no profit con un assetto societario caratterizzato da una struttura aperta, che favorisce la collaborazione di più enti che condividono gli stessi obiettivi. Un luogo innovativo improntato su persone, idee, cultura e condivisione, dove favorire lo sviluppo di un workplace learning. Lo scopo alla base è dunque mettere al servizio di chiunque abbia la necessità struttura e know-how per generare nuove opportunità.

Non un “hub”, ma un “gate” collaborativo

«Il nostro obiettivo», spiega Giuseppe Pacotto, Presidente DIG421 oltre che fondatore e ceo di TESISQUARE, «è quello di identificare nuovi servizi o prodotti, far nascere nuovi accordi e arrivare sul mercato. A partire dagli anni 2000 si sono diffusi i così detti “hub”, luoghi dove si lavora sull’innovazione tecnologica alla ricerca di idee innovative interessanti, per portarle in azienda.

Noi proponiamo un concetto diverso, parliamo di open innovation. Vogliamo vedere se le medie imprese del territorio, delle quali quasi nessuna avrebbe la forza per incorporare una startup, possono mettersi insieme e analizzare idee discontinue dalle quali individuare nuovi prodotti.

La Fondazione vuole essere un gate: non puntiamo a smistare le nuove idee tra imprese che ci sono già, ma a scoprire se insieme si può intraprendere un percorso. Alla Fondazione si accede in modo libero e gratuito e così si può continuare fino ad un certo punto, poi se necessario si firma un accordo di riservatezza».

(In foto Giuseppe Pacotto, Presidente DIG421; Marcella Brizio, Vicepresidente Fondazione DIG421; Elio Becchis, Direttore Fondazione DIG421. Ph Alberto Peroli)

I primi tavoli di lavoro su innovazione digitale e intelligenza artificiale

L’idea nata cinque anni fa e trasformata in progetto a partire dal 2018, ha preso forma nel corso del 2019, senza interrompersi, anzi consolidandosi, durante la pandemia.

«L’ambizione» prosegue Elio Becchis, Direttore Fondazione DIG421, «è quella di smantellare l’dea che “chi fa per sé fa per tre”, e dimostrare che il network reale tra aziende, persone e competenze genera impresa e opportunità. Noi oggi stiamo creando un network, sono già usciti idee e temi d’interesse, uno su tutti l’innovazione digitale applicata a diversi ambiti, tra cui quello sanitario. Anche l’AI sta suscitando interesse e idee applicabili al quotidiano e a tematiche business».

Premio “Green Pea” per l’arredamento sostenibile

Il progetto architettonico dal sapore internazionale è stato studiato per integrarsi con il tessuto urbano, col territorio e la comunità. All’inizio di settembre 2021 è stato inaugurato il primo “tassello” della grande struttura, che sorge su di un immenso spazio precedentemente ad uso agricolo.

L’Architettura è sostenibile in ogni suo aspetto, dai materiali ai consumi, ed anche l’arredo interno non fa eccezione: dalle finiture alle scrivanie, tutto è stato acquistato al Green Pea, primo green retail park inaugurato alcuni mesi fa a Torino, da Oscar Farinetti. Non a caso, proprio Farinetti ha recentemente consegnato alla Fondazione la prima “targa Green Pea”, premio che certifica luoghi arredati in modo sostenibile, attraverso la selezione di elementi di arredo garantiti da Green Pea come risultato di filiere che rispettano i più alti livelli di sostenibilità sul mercato.

Due ettari di verde a “impatto positivo”

«L’organizzazione del verde» spiega ancora Marcella Brizio, Vicepresidente Fondazione DIG421 «è stata studiata da un gruppo di giovani paesaggisti, locali ma già affermati a livello internazionale. Anche qui abbiamo scelto la sostenibilità, con aiuole che non necessitano di particolare cura: non hanno bisogno di annaffiature frequenti, né di sfalcio.

La manutenzione è davvero ridotta e la bellezza della vegetazione emerge tutto l’anno, seguendo il ciclo delle stagioni: in primavera è rosa, in autunno si tinge di colori ambrati. Non usiamo pesticidi e la presenza di erbacee alte circa 80 centimetri permette a piccoli animali di trovarci rifugio: stanno arrivando i coniglietti, ad esempio, e i fiori sono stati scelti per attirare le api.

Due interi ettari di terreno saranno destinati ad alberi ad alto fusto, per reinserire alcune specie autoctone come la volpe o il riccio. Al contempo serviranno a creare ombra, offrendo un luogo accogliente ai nostri collaboratori. Presto prenderanno il via i lavori anche per la creazione di una pista ciclabile, in modo che gli uffici siano raggiungibili in bici. Non mi piace parlare di edifici a impatto zero» chiosa Brizio «preferisco parlare di “impatto positivo”, perché speriamo di riconsegnare alla comunità questo luogo migliore di come lo abbiamo trovato».

 

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