Ha aperto «From farm to fork», la fabbrica-scuola del Competence Center di Padova per implementare l’innovazione digitale nella filiera agroalimentare
Dimostrare che l’innovazione digitale e l’automazioneÈ l’insieme dei sistemi e delle operazioni (specialmente elettronici) che rendono automatico un processo produttivo o di funzionamento, eliminando, del tutto o in parte, l’intervento dell’uomo. More generano un salto di qualità. Non solo nel settore agroalimentare ma virtualmente in qualsiasi ambito. Benvenuti a «From farm to fork», l’ultima live demo realizzata da SMACT nella sua sede di Padova. Si trova nel quartiere fieristico e permetterà ad aziende e ricercatori di sperimentare le tecnologie industriali 4.0 in un vero ambiente produttivo.
SMACT è uno degli otto Centri di competenza industria 4.0 nati in Italia nel 2018 su impulso del Ministero dello Sviluppo economico. Una partnership pubblico-privata, che mette a sistema le competenze in ambito 4.0 della ricerca, dei provider di tecnologie e delle imprese early adopter.
Ha sede a Padova e raggruppa stakeholder di Veneto, Friuli Venezia-Giulia e Trentino-Alto Adige, con capacità ed esperienza nella digital transformation.
Tra di essi figurano 7 Università (Padova, Verona, Venezia Ca’ Foscari, Iuav Venezia, Trento, Bolzano, Udine), la SISSA di Trieste, l’Istituto nazionale di fisica nucleare di Legnaro (Pd) e la Fondazione Bruno Kessler di Trento.
Operativo dal 2019 e presieduto da Fabrizio Dughiero, nel suo primo triennio è stato cofinanziato dal Ministero con 4,3 milioni di euro, oltre ai 12 milioni messi dalle aziende partecipanti.
«Dalle iniziali 40 imprese private siamo arrivati a 60 partner da tutto il Triveneto, di tutti i settori», sottolinea Matteo Faggin, direttore generale di SMACT. Al suo fianco lavora un team di una dozzina di persone, che si avvale della collaborazione di più di 200 tra ricercatori e professionisti.
(Il presidente di SMACT Dughiero e il direttore generale Faggin illustrano la live demo alla sottosegretaria Ascani)
Inaugurata il 5 maggio, alla presenza della sottosegretaria Anna Ascani, la live demo di Padova si chiama «From farm to fork» ed è un dimostratore 4.0 sul presente e sul futuro del settore agroalimentare.
«L’obiettivo è di far vedere come si può fare innovazione tecnologica in tutta la filiera, dal seme alla tavola. Un percorso ambizioso, già a buon punto ma non ancora completo. Attendiamo nuovi finanziamenti per chiudere la filiera e arrivare davvero sulla tavola delle persone», spiega Faggin.
SMACT ha voluto realizzare diverse live demo sul territorio, di cui quella padovana è la più grande. Le varie fabbriche esperienziali hanno una specificità geografica e contenuti differenti. In Trentino Alto Adige il manifatturiero, in Friuli Venezia-Giulia la tecnologia digital twin.
In Veneto si è puntato sull’agroalimentare. «La sede di Padova collabora con l’Università locale, che ha una storica e sviluppata facoltà di Agraria con un suo campus. L’agroalimentare è strettamente legato a questo territorio, anche per l’importanza dell’allevamento e della produzione di macchine agricole».
(Anna Ascani, sottosegretaria al Ministero dello sviluppo economico)
Entrando al piano terra il primo laboratorio di innovazione 4.0 che si incontra è una serra automatizzata. Un ambiente completamente sotto controllo per quanto riguarda la gestione di acqua, luce, aerazione, umidità, temperatura.
«Vi si possono sperimentare nuove coltivazioni e studiare soluzioni per rispondere a fenomeni come il cambiamento climatico e la salinizzazione dei suoli», rilancia Faggin, «È un ambiente interessante non solo per le imprese del settore ma anche per aziende più strutturate, che dalle nuove tecnologie cercano un riscontro più realistico rispetto a quello di un laboratorio di ricerca».
Al secondo piano si trovano i laboratori operativi, cuore pulsante della live demo. Nel panificio Smart Bread Production si impara a gestire una linea di produzione 4.0, scoprendo come rendere più efficiente il proprio forno anche solo lavorando sui quadri elettrici.
Oltre a formare nuovi addetti, sfornerà davvero. La cooperativa sociale Work Crossing, vincitrice del bando, produrrà 100 chili di pane al giorno a partire da settembre.
(Il laboratorio del panificio Smart Bread Production di SMACT)
Anche la cucina sarà sempre gestita dalla stessa società e lavorerà molto sulla vaso cottura. Esplorare la conservazione del cibo e nuove tecniche per cucinare gli alimenti, imparare come ridurre gli scarti e limitare i consumi energetici sarà oggetto di continua ricerca.
La cucina di From farm to fork è un efficiente villaggio cottura ma anche un’officina. Le materie prime entrano, passano per varie stazioni, vengono assemblate, trattate e infine escono come prodotto finito.
«Qui dentro facciamo vedere tecniche che già si applicano alla produzione e alla digitalizzazione delle officine», segnala Faggin, «Lo scopo di SMACT è parlare non solo a chi ha ristoranti e hotel ma anche a visitatori che hanno produzioni di altro tipo. Le rotative della cucina e del panificio sono simili a torni. C’è il caldo e il freddo. Tantissime tecnologie con applicazioni a 360°, con cui controllare e ottimizzare linee già esistenti».
Analogamente, nel birrificio che sarà gestito dal gruppo Della Toffola si lavorerà su valvole, riscaldamento, quadri automatizzati ma anche su come passare da una produzione all’altra evitando inquinamento tra ricette. Un tema caro al settore farmaceutico e sempre più importante nell’agroalimentare.
(L’impianto del birrificio intelligente di SMACT)
Essendo produzioni vere, la visita al live demo non prevede l’accesso al secondo piano dove ci sono i laboratori. Per guardare come lavorano nei vari ambienti si sale al terzo piano, dove sono installati schermi che monitorano le statistiche di quanto succede sotto, con i dati delle applicazioni 4.0 presenti su forni, frigoriferi e macchine rotative.
Al terzo piano si trovano inoltre delle sale per la formazione e una scenografica aula con gradinata e vista sul piano sottostante, che si presta a conferenze e attività conviviali. C’è poi un grande open space con divani, per facilitare l’incontro tra persone e le attività di coworking su progetti di ricerca e sviluppo in corso allo SMACT.
Nei progetti del Competence Center padovano la terrazza diventerà un altro punto di forza di From farm to fork. Con una superficie di mille metri quadri ha delle potenzialità indubbie. Al momento è in via di sistemazione e verranno realizzati alcuni spazi dove poter scaldare il cibo e rilassarsi.
All’inaugurazione la sottosegretaria Ascani si è impegnata pubblicamente a dare continuità anche a questo progetto. «Con altri 300 mila euro si può creare qualcosa di davvero carino in questo grande spazio esterno», conclude Faggin, «Offre una splendida vista sulla città. I soldi nel Pnrr ci sono. Va pensato bene ma potrebbe diventare qualcosa di simile a un robot bar».
Leggi anche:
Zerynth, la start up che unisce IOT e Industry 4.0
Con l’industria 4.0 la formazione entra nel metalmeccanico. Aggiornamento per 3 lavoratori su 4