Aumenta il limite massimo annuale e il numero di aziende che possono utilizzare questa modalità semplificata di gestione dei rapporti di lavoro
La Legge di Bilancio ha introdotto importanti novità per il mondo del lavoro.
Il Governo è intervenuto su molti temi, dall’accesso al lavoro, agli incentivi per le assunzioni, dalle modalità di pensionamento anticipato al taglio del cuneo fiscale. E ancora, modifiche per il reddito di cittadinanza e aumenti della pensione minima.
Tra le novità si segnala anche la reintroduzione dei voucher – buoni lavoro, una speciale modalità per assumere e retribuire lavoratori e lavoratrici già sperimentata con successo in passato e che negli ultimi anni era stata cancellata.
Dal 2023 è dunque possibile riutilizzare i voucher per retribuire – in regola – lavoratori in determinati settori. La seconda novità è che i nuovi voucher possono essere utilizzati solo in specifici settori, ossia ristorazione, attività alberghiere, agricoltura e servizi alla persona. Aumenta anche il tetto massimo: da 5.000 a 10.000 euro annui per azienda.
Sono una modalità con cui un datore di lavoro può retribuire un proprio dipendente per un’attività lavorativa saltuaria, occasionale e comunque entro un determinato importo annuo.
È una tipologia di lavoro regolare, con il vantaggio di una retribuzione, contribuzione e assicurazione già predeterminata per legge che consentono una gestione flessibile e più facile del rapporto di lavoro.
Innanzitutto si tratta di un rapporto di lavoro in regola. Ciò significa che il dipendente ha gli stessi diritti e gli stessi obblighi di un dipendente assunto con un ordinario contratto di lavoro.
Si tratta, anche in questo caso, di un rapporto di lavoro ordinario, caratterizzato da una maggiore flessibilità nella gestione amministrativa e contabile.
Questo significa che il lavoratore è comunque coperto dall’assicurazione contro gli infortuni e matura i contributi previdenziali.
Che cosa cambia, invece? Rispetto a un contratto di lavoro “classico”, chi lavora con i voucher non ha diritto al trattamento di malattia, maternità e disoccupazione.
L’ammontare della retribuzione oraria può essere decisa deciso liberamente dalle parti. Anche sotto questo aspetto, il legislatore ha previsto degli accorgimenti e ha fissato un ammontare minimo orario e un limite minimo giornaliero: il salario giornaliero non può essere inferiore a una remunerazione corrispondente a tre ore lavorative, anche se la durata della prestazione è inferiore.
Significa che, anche se le parti hanno previsto una giornata lavorativa di due ore, il dipendente ha comunque diritto a un voucher pari a tre ore lavorative.
Se da un lato i voucher consentono al datore di lavoro di assumere e retribuire personale senza ricorrere ai formalismi e agli oneri tipici di una assunzione ordinaria, dall’altro lato sono necessari degli accorgimenti per evitare che si abusi di questo strumento.
Una di queste contromisure è proprio il tetto massimo di voucher utilizzabili da parte dell’azienda e percepibili da un lavoratore, in particolare:
Le novità riguardano i settori in cui è più frequente l’utilizzo di forme contrattuali flessibili e occasionali. I nuovi voucher possono essere utilizzati da aziende che operano nei settori:
Viene innalzato il requisito soggettivo dimensionale per poterne usufruire: possono ricorrere a tale modalità tutte le aziende che non hanno più di 10 dipendenti (limite raddoppiato rispetto al precedente limite di 5 lavoratori occupati).
Leggi anche: