Assegno unico: cos’è, come funziona e come viene pagato

Assegno unico

Guida generale e completa sull’assegno unico e universale, la misura per genitori con figli fiscalmente a carico

Attiva da marzo 2022, la misura nazionale e universale per i genitori con figli fiscalmente a carico entro i 21 anni di età riscuote sempre più successo: nei primi tre mesi del 2024, l’Inps ha pagato questo bonus a quasi 6 milioni di nuclei familiari, per un totale di quasi 10 milioni di figli e figlie.

Introdurlo ha portato a una grande opera di semplificazione perché le misure a favore della genitorialità, prima frammentate, oggi sono in gran parte racchiuse all’interno dell’assegno unico e universale. Nonostante questo, però, rimangono ancora tanti dubbi e domande in merito ai requisiti da rispettare e ai pagamenti che vengono disposti dall’Inps. 

Con questo articolo, ti proponiamo una guida completa ed esaustiva delle regole principali in materia di assegno unico e universale, oltre a tutte le cose da sapere per poter fare domanda in tranquillità. Iniziamo! 

Cos’è l’assegno unico? 

Tante persone della nostra community ci scrivono per capire cos’è l’assegno unico e come funziona.

La risposta è semplice: parliamo della misura economica nazionale e universale prevista per i genitori con figli a carico che ha sostituito tutte le precedenti forme di aiuto, come il bonus bebè e gli assegni al nucleo familiare (ANF). Questi ultimi, in realtà, non sono stati eliminati al 100% perché sono ancora previsti per i nuclei familiari senza figli. 

Svolge un ruolo molto importante perché chiunque può richiederla senza distinzioni di reddito e/o di tipologia professionale. Tutti i genitori, infatti, possono inoltrare la domanda all’Inps, anche se lavorano con partita iva o sono in disoccupazione

Alcuni limiti, invece, sono previsti per quanto riguarda i figli, che devono essere fiscalmente a carico, entro una certa età e, in alcuni casi, anche iscritti in specifici percorsi

Chiarito l’assegno unico cos’è, vediamo quali sono i potenziali beneficiari. 

Assegno unico: a chi spetta?

Come anticipato nel paragrafo precedente, uno dei requisiti dell’assegno unico è avere dei figli a carico.

Ma a chi spetta l’assegno unico per davvero? Per rispondere dobbiamo fare riferimento alla cittadinanza e al reddito. In particolare: 

  • devi avere la cittadinanza italiana oppure 
  • devi avere la cittadinanza di uno Stato membro dell’Unione europea con diritto di soggiorno
  • oppure in alternativa devi avere un valido permesso di soggiorno

In ogni caso, tra i requisiti dell’assegno unico c’è avere la residenza e il domicilio in Italia oltre a pagare l’Imposta sul reddito delle Persone Fisiche (IRPEF) sul territorio nazionale

Attenzione però: tornando a parlare dei figli, infatti, dobbiamo prestare particolare attenzione ai limiti di età

Se ti stai chiedendo, infatti, fino a che età spetta l’assegno unico è bene chiarire che: 

  • per i figli con disabilità non esiste alcun limite anagrafico; 
  • per i figli minorenni, ti spetta l’importo minimo se non hai presentato l’ISEE in fase di domanda. Se invece l’hai presentato, ti spetta l’importo correttamente calcolato in base alla fascia di ISEE di riferimento;
  • per i figli maggiorenni, l’AUU potrà essere pagato solo fino ai 21 anni di età. Ma non solo: per la fascia 18-21 anni è richiesto come requisito obbligatorio l’iscrizione del figlio a un corso di studi oppure lo svolgimento di una attività lavorativa con reddito inferiore a 8.000 euro annui. Se non trova lavoro, allora occorre essere registrati come disoccupati ai Centri per l’impiego e aver firmato la DID. L’ultima opzione disponibile è che svolga il servizio civile universale.

Assegno unico: quali sono i limiti di reddito? 

L’importo finale dell’assegno non cambia in base al reddito, bensì in base alla fascia ISEE di riferimento. 

Per ottenere l’assegno unico universale, tuttavia, non è obbligatorio presentare quando fai la domanda per l’ISEE aggiornato perché, in ogni caso, anche in assenza di questo documento, la misura viene pagata ugualmente anche se nella misura minima

È bene sapere però che i limiti ISEE per l’assegno unico sono comunque essenziali per legare l’importo effettivo della misura alla situazione economica e finanziaria del nucleo familiare. 

Elencarli tutti in questo articolo non è possibile, anche perché l’Inps ogni anno pubblica una tabella con diversi fogli in cui sono elencate nel dettaglio tutte le fasce. 

Certamente, però, possiamo vedere i limiti di ISEE per l’assegno unico minimi e massimi

  • la fascia di ISEE minima è pari a 17.090,61 euro
  • quella massima, invece, non esiste. L’Inps, infatti, riconosce l’assegno anche a chi ha un ISEE superiore a 45.574,96 euro. In sostanza non ci sono limiti di reddito per ricevere l’assegno unico.

Assegno unico: il datore di lavoro deve avvisare il dipendente?

Lo Stato assicura l’assegno unico per tutti i dipendenti, ma non solo: vale anche per tutti i cittadini e le cittadine che hanno figli fiscalmente a carico entro i 21 anni di età. 

Va specificato, come vedremo meglio nel paragrafo successivo, che non parliamo di un bonus automatico, ma si ottiene solo presentando una domanda all’Inps nel momento in cui il tuo nucleo familiare cambia in seguito alla nascita di un figlio. 

Si può comprendere, dunque, che non esiste alcun obbligo di legge del datore di lavoro per l’assegno unico: l’azienda è libera di introdurre o meno un programma di comunicazione interna con cui sensibilizzare le persone su questo tema.

Sul punto, comunque, l’Inps è di recente intervenuto per semplificare ancora di più il processo: da settembre 2023 i neo genitori ricevono un’email direttamente dall’Inps per richiedere l’Assegno Unico. Lo scopo è quello di ricordare a tutti i nuclei familiari che hanno i requisiti di presentare la domanda, oppure, se ne hanno già trasmessa una, di integrarla con i dati di altri figli a carico.

Richiesta assegno unico: come farla? 

Come vale per quasi tutte le prestazioni Inps, la richiesta assegno unico puoi inoltrarla in autonomia sul sito dell’ente oppure con l’aiuto di un CAF o Patronato

Nel primo caso, il contribuente deve presentare domanda di assegno unico sul portale Inps dedicato alla misura, accedendo con SPID oppure Carta d’Identità Elettronica e seguendo una procedura precisa

Come richiedere, quindi, l’assegno unico nello specifico? Basterà seguire gli step seguenti:  

  1. vai su questa Pagina e fai l’accesso; 
  2. clicca su “Nuova domanda/aggiungi figlio a domanda già presentata”; 
  3. inserisci i codici fiscali dei figli e scegli che tipo di genitore presenta la domanda; 
  4. inserisci anche i dati anagrafici figli;
  5. indica se sono presenti entrambi i genitori o meno. In questa sezione, in caso di coppia separata o divorziata, puoi scegliere che l’importo finale dell’assegno venga pagato al 50% tra entrambi;  
  6. indica i dati di pagamento: accredito in c/c, bonifico, libretto postale ecc.; 
  7. inoltra la domanda e attendi l’approvazione. 

I documenti per assegno unico, quindi, sono ben pochi: è bene avere sotto mano la tessera sanitaria dei figli ed eventualmente anche l’ISEE nel caso in cui tu voglia prendere un importo congruo con la tua situazione economica familiare.   

Quali sono gli importi dell’assegno unico?  

Non esiste un importo unico: la normativa italiana, infatti, prevede diversi importi per l’assegno unico

Per conoscere nel dettaglio l’importo dell’assegno unico, bisogna mettere in relazione due elementi: 

  • scaglioni ISEE per assegno unico
  • numero di figli fiscalmente a carico. 

Dall’unione di questi due, l’Inps ogni anno pubblica una tabella assegno unico in cui elenca nel dettaglio tutti gli scaglioni dell’assegno unico partendo da quello minimo pari a 17.090,61 euro, fino ad arrivare a importi più elevati. Sono garantiti, infatti, importi di assegno unico anche a chi ha un ISEE superiore a 45.574,96 euro, quindi non esiste una fascia massima.   

È interessante notare che la persona che fa la domanda può anche calcolare l’importo dell’assegno unico grazie a una simulazione.

Come fare una simulazione assegno unico  

Sapere qual è l’importo che potresti potenzialmente percepire è molto semplice. L’Inps, infatti, ha creato un simulatore AUU grazie a cui, rispondendo ad alcune semplici domande in modalità questionario, ti permette di calcolare l’importo che potresti ricevere. 

Nella sezione dedicata alla simulazione assegno unico sono richieste informazioni in merito, ad esempio, la tua età in quanto genitore richiedente, il numero dei tuoi figli, la loro età e molto altro. 

Come si verifica lo stato della domanda per l’assegno unico

Una volta trasmesse le informazioni all’Inps, è sempre bene monitorare lo stato domanda del tuo assegno unico.  

Per farlo, puoi accedere all’app MyInps con le tue credenziali e consultare 6 diversi status, a seconda della valutazione effettuata dall’INPS:

  • accolta: la domanda è stata correttamente accolta ed è prossima al pagamento;
  • respinta: la domanda non è stata accettata;
  • decaduta: la domanda decade perché è stata presentata nel periodo sperimentale dell’assegno unico;
  • rinunciata: la domanda viene ritirata dal cittadino perché presenta errori;
  • in evidenza alla sede: nella domanda è presente qualche errore correggibile con un ulteriore intervento da parte dell’Inps;
  • in evidenza al cittadino: la domanda deve essere integrata dal cittadino con ulteriori documenti.

Quando pagano l’assegno unico?  

Dopo aver compreso quali possono essere gli stati che interessano la domanda di questa misura universale, è bene parlare dei pagamenti dell’assegno unico

Il pagamento dell’assegno unico è stabilito dall’Inps secondo un preciso calendario che, per il 2024, è riportato all’interno del Messaggio numero 2302 del 20 giugno 2024. 

Ma quindi quando pagano e quando arriva l’assegno unico? L’ente previdenziale paga le somme spettanti nelle date che seguono:  

  • 17, 18, 19 luglio 2024;  
  • 16, 19, 20 agosto 2024; 
  • 17, 18, 19 settembre 2024; 
  • 16, 17, 18 ottobre 2024; 
  • 18, 19, 20 novembre 2024; 
  • 17, 18, 19 dicembre 2024. 

In base al metodo di pagamento prescelto, poi, dovrai solo attendere i tempi tecnici per l’accredito del bonifico o del pagamento elettronico.

Quando caricano l’assegno unico? In merito a questo va ricordato che la prima rata viene pagata nell’ultima settimana del mese successivo alla presentazione della domanda di AUU, così come eventuali conguagli. Dunque per sapere esattamente quando arriva l’assegno unico è importante considerare la data in cui presenti la domanda.

Assegno unico: come viene pagato?

Un altro aspetto che interessa molte persone è come viene pagato l’assegno unico. Non c’è un metodo univoco, perché dipende dalla modalità che è stata scelta in fase di presentazione della domanda.

In particolare possiamo menzionare i seguenti metodi:

  • accredito dell’assegno unico su conto corrente bancario o postale; 
  • versamento dell’importo sul libretto di risparmio oppure sulla carta di credito o debito dotati di codice IBAN;
  • bonifico presso lo sportello postale.

Per quanto riguarda, invece, la disposizione del pagamento assegno unico, bisogna fare fede al calendario dei pagamenti che viene stabilito ogni sei mesi dall’Inps. Per il periodo luglio 2024 – dicembre 2024, infatti, si fa riferimento a quello contenuto nel Messaggio numero 2302 che abbiamo menzionato prima.

Cosa fare se l’assegno unico non arriva? 

Sebbene l’ente previdenziale abbia organizzato una precisa scaletta di pagamenti, alcune famiglie potrebbero ricevere l’assegno unico in ritardo. Ma perché? I motivi possono essere diversi, ma potrebbe trattarsi di:

  • ex beneficiari del reddito di cittadinanza: queste persone, non avendo più la Carta elettronica connessa a questa misura (eliminata con la Legge di Bilancio 2024) possono avere ritardi dell’assegno unico perché oggi devono ricevere l’importo sul conto corrente o sugli altri strumenti elettronici ammessi dall’Inps;
  • beneficiari dell’AUU che presentano un nuovo ISEE: come abbiamo avuto modo di spiegare, l’importo finale dell’assegno unico è connesso all’ISEE presentato in fase di domanda. L’Inps, infatti, ha bisogno di tempo per ricalcolare l’importo, soprattutto se nei mesi precedenti l’assegno era stato riconosciuto al minimo. Per questo motivo, può esserci un ritardo nel pagamento dell’assegno unico.

Se l’assegno unico non arriva, quindi, il primo consiglio che ti possiamo dare è quello di controllare lo stato della tua domanda e vedere se ci sono messaggi particolari da parte dell’Inps. Se è segnata una data di lavorazione o emissione del pagamento, è meglio aspettare e vedere se la situazione si sblocca.

Se così non funziona e si continuano a registrare dei ritardi nel pagamento dell’assegno unico, allora potrebbe essere utile contattare l’Inps al Contact Center

L’assegno unico si rinnova in automatico? 

L’Inps si sta impegnando sempre di più a rendere i propri servizi facilmente accessibili ai cittadini. 

Proprio per questo motivo, per alcune persone l’assegno unico si rinnova in automatico. Ma di chi parliamo? 

Se già ricevi l’assegno unico in quanto genitore avrai d’ufficio, e cioè automaticamente, l’assegno unico con il rinnovo automatico.

Attenzione, però, a un aspetto: devi presentare un ISEE valido per l’anno 2024, altrimenti l’assegno viene pagato nella misura minima.

Come cambiare l’iban dell’assegno unico  

Può succedere che, nel periodo in cui si prende l’assegno unico, tu abbia bisogno di cambiare l’IBAN a cui è associata la misura perché hai aperto un conto corrente specifico oppure hai cambiato banca. 

In questo caso, per cambiare l’Iban dell’assegno unico in autonomia dovrai andare sul sito Inps dedicato all’Assegno unico ed accedere con SPID o CIE. 

Cliccando su “Utilizza il servizio” sarà possibile poi accedere a tutte le sezioni dei dati comunicati all’Ente tra cui anche l’IBAN. Scegliendo “modifica” potrai eseguire il cambio IBAN assegno unico quello vecchio con il nuovo.

Attenzione: è bene cliccare sempre su “Salva” per tenere traccia delle modifiche apportate. 

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