Bonus benzina 2023: il Governo non lo conferma per il 2024

Bonus benzina 200€
(foto Shutterstock)

Bonus benzina 2023: il Governo non ha confermato anche per il 2024 l’erogazione dei buoni carburante completamente detassati fino a 200 euro

Fino al 2023 esisteva un bonus benzina per i lavoratori dipendenti, ma oggi non è più così. Non è più dunque corretto parlare di buoni benzina come previsti in origine dal legislatore. L’unica possibilità per le aziende è inserire i buoni carburante all’interno del welfare aziendale o dei fringe benefit, ma in questo caso tale misura va a sommarsi agli altri benefit previsti e deve rispettare il limite di 1.000 euro annui previsto per il 2024. 

Bonus benzina: cos’è 

Il bonus benzina è una misura erogata dalle aziende a favore dei dipendenti per sostenere i costi del carburante. Si tratta di una libera scelta del datore di lavoro che può decidere di riconoscere o meno questo bonus ai propri lavoratori. 

Questa misura è incentivata dal fatto che tale somma è esente da tasse e contributi. Come dettato dal Decreto trasparenza (o decreto carburanti) il limite massimo del bonus benzina è di 200 euro annui per ciascun dipendente (importo aggiuntivo rispetto ai 258,23 euro di fringe benefits che possono essere riconosciuti ancora una volta ai propri collaboratori). 

Tuttavia, il bonus benzina nel 2024 non è stato rinnovato

Attenzione a non confondere il bonus benzina dipendenti con il bonus benzina per la Carta Dedicata a te: si tratta di due misure distinte, con diversi beneficiari e finalità.

Bonus benzina 2024? L’esenzione autonoma per il carburante si è fermata al 2023

La novità bonus benzina 2024 riguarda la mancata proroga di questa particolare misura. Come visto, se l’azienda vuole riconoscere ai propri dipendenti una misura di sostegno per far fronte al caro carburante, l’unica possibilità è inserire dei buoni carburante all’interno dell’offerta del welfare aziendale o dei fringe benefit.

Bonus benzina: a chi spetta

Fino al 2023 potevano godere di questo beneficio tutti i lavoratori dipendenti di datori di lavoro privati, indipendentemente dal reddito complessivo e dalla tipologia di rapporto di lavoro subordinato. Rimangono esclusi i soggetti operanti in azienda, ma privi di un rapporto di lavoro subordinato, come ad esempio i tirocinanti.

L’Agenzia delle Entrate, nella Circolare n.28, ha specificato come per datori di lavoro privati si intendono coloro che, per esclusione, non rientrano tra le Amministrazioni pubbliche. Quindi niente bonus benzina per i dipendenti pubblici. Le pubbliche amministrazioni non possono riconoscere questo beneficio per i propri lavoratori, così come le Regioni, le Province e i Comuni, le aziende e gli enti del Servizio Sanitario Nazionale nonché le istituzioni scolastiche e universitarie.

Per quanto riguarda, invece, il bonus carburante legato alla Carta dedicata a te, può essere utilizzato da chi è titolare appunto della Carta dedicata a te.

Bonus benzina: chi lo paga

Il bonus benzina fino al 2023 era pagato direttamente dal datore di lavoro. Anche oggi, se è inserito in un misura premiale, il bonus è pagato dall’azienda

Sottolineiamo un aspetto fondamentale: il bonus benzina non era e non è un diritto del lavoratore, ma si tratta di una scelta discrezionale dell’azienda che può decidere se erogarlo o meno. Infatti, il bonus benzina non è un bonus statale, ma è un costo a carico dell’azienda. A scelta dell’azienda, possono essere erogati in diverse modalità: cartacei, elettronici, usa e getta oppure ricaricabili. 

Inoltre, sempre che non sia specificato diversamente in appositi regolamenti aziendali, il soggetto può decidere di utilizzare questi buoni sia per il rifornimento della propria auto, sia per un altro veicolo. Una volta dal benzinaio, sarà sufficiente dare il buono all’addetto, che scalerà l’importo, fino al raggiungimento della somma.

Il bonus carburante non è illimitato e bisogna prestare attenzione a non superare l’importo massimo consentito dalla legge. In particolare, rimane l’obbligo di rispettare le previsioni dell’articolo 51 comma 3 del TUIR secondo cui, in caso di superamento del limite massimo, l’intero importo riconosciuto al dipendente verrà sottoposto a piena tassazione. 

Attenzione: la regola del pieno assoggettamento vale tanto per i fringe benefits quanto per i buoni carburante. Come specificato dall’Agenzia delle Entrate con la Circolare 27/E del 2022, al superamento della soglia di 1.000 euro quindi, tutta la somma erogata a titolo di bonus carburante sarà soggetta al pagamento di contributi e tasse. 

Quanto si paga se si supera l’importo massimo?

Per quanto riguarda le percentuali che, in genere, vengono applicate per il calcolo dei contributi da versare all’INPS, queste si aggirano intorno al 9,19% o 9,49% in base al settore di appartenenza. 

Questione diversa è invece quella delle tasse, ovvero dell’IRPEF che il lavoratore deve pagare annualmente allo Stato. Per sapere quanto deve essere versato, infatti, viene preso a riferimento l’importo del reddito complessivo annuo e, in base a precise fasce di reddito, si applicheranno diverse percentuali:

  • 23% per i redditi compresi tra 0-15.000
  • 25% per i redditi compresi tra 15.001-28.000
  • 35% per i redditi compresi tra 28.001-50.000
  • 43% per i redditi superiori a 50.000 euro.

Facciamo un esempio per capire meglio: Tizio incassa 220 euro lordi che superano il limite del buono per 20 euro. Dovrà pagare tasse e contributi non sui 20 euro, ma sui 220 euro. Per conoscere quanti contributi deve versare, si applica un’ aliquota del 9,19% di INPS (standard) = 20,22 euro. Per l’IRPEF, invece, deve fare= 220 – 20,22 = 199,78 euro 

199,78*23%= 45,95 euro TOTALE NETTO* PER IL DIPENDENTE = 220 – 20,22 (contributi) – 45,95 (tasse) =  153,83 euro. 

*attenzione: non sono state incluse nel calcolo eventuali detrazioni.

 

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