Cassa integrazione, novità 2022: benefici per tutti

(foto Shutterstock)

È stata approvata la riforma degli ammortizzatori sociali: benefici per tutti, anche per le aziende con un solo dipendente

È in vigore da gennaio 2022 la riforma della cassa integrazione e di tutti gli ammortizzatori sociali.  L’intervento legislativo – che rientra nella Legge di Bilancio per il 2022 – introduce, in modo strutturale, alcune novità già previste dalla normativa emergenziale.

L’obiettivo è garantire un sostegno universale a tutti i lavoratori, a prescindere dalle dimensioni della azienda, in caso di riduzione o sospensione dell’attività aziendale.

Cassa integrazione per tutti i lavoratori

È questa la più grande novità della Riforma: tutti i dipendenti subordinati hanno diritto a beneficiare degli ammortizzatori sociali, indipendentemente dalle dimensioni della azienda per cui lavorano. Anche l’azienda con un unico dipendente può chiedere l’intervento della cassa integrazione (che in questo caso si chiamerà FIS).

Al di là della dicitura formale, ciò che importa è che tutte le aziende, anche con un solo dipendente, possono assicurare gli ammortizzatori ai propri lavoratori. Da questa previsione consegue l’obbligo a carico di tutte le aziende, anche quelle micro, di versare all’INPS o al relativo Fondo bilaterale la quota di contribuzione destinata a tali tipi di sostegno al reddito.

30 giorni per aver diritto alla cassa integrazione

Quanti giorni bisogna aver lavorato per accedere alla cassa integrazione?

Inizialmente erano 90 giorni; la nuova riforma ha abbassato tale limite a 30 giorni di anzianità lavorativa, da conteggiarsi alla data di presentazione della domanda.

Si tratta di giorni effettivamente lavorati? Secondo una recente circolare del Ministero del Lavoro si devono considerare «le giornate di effettiva presenza al lavoro a prescindere dalla tipologia di orario di lavoro svolto”, “comprendendo nel computo anche le giornate di sospensione dall’attività lavorativa derivanti dalla fruizione di ferie, festività , infortuni e astensione obbligatoria dal lavoro per maternità».  

Aumentano gli importi degli assegni

La riforma abroga i due diversi scaglioni di riferimento (cosiddetti «massimali») per la determinazione dell’importo dell’integrazione salariale.

Sparisce lo scaglione più basso di 998,18 euro e rimane esclusivamente quello attualmente fissato a 1.199,72 euro: questa è la somma lorda massima che, indipendentemente dallo stipendio percepito, può ricevere un lavoratore in cassa tutto il mese a zero ore. 

Cassa integrazione e lavoro presso altro datore 

I lavoratori in cassa possono svolgere un altro lavoro. A seconda della tipologia e della durata della nuova occupazione, possono continuare a beneficiare del trattamento di integrazione salariale o invece perderla completamente.

Se si accetta di svolgere un nuovo lavoro subordinato di durata superiore a sei mesi o attività di lavoro autonomo non si ha diritto al trattamento di cassa integrazione per le giornate di lavoro effettuate. Qualora, invece, il lavoro sia a tempo determinato inferiore a sei mesi, il trattamento è sospeso per l’intera durata del rapporto di lavoro.

 

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