Sanzioni disciplinari nel diritto del lavoro

Sanzioni disciplinari
(foto Shutterstock)

In quali casi in quanto dipendente puoi subire il licenziamento? Cosa fare in caso di sanzione disciplinare?

Quando firmi un contratto di lavoro, ti impegni a rispettare diversi obblighi. Questi derivano dalla legge (come il dovere di fedeltà e obbedienza), dal contratto collettivo nazionale e dal contratto individuale che hai firmato.

In più, ci possono essere regole specifiche fissate dal datore di lavoro, come quelle contenute nel regolamento aziendale o nel codice disciplinare.

Ogni volta che non rispetti uno di questi doveri, si parla di infrazione disciplinare. In questi casi, il datore può applicare una sanzione.

Ecco alcuni esempi di comportamento che possono essere sanzionati:

  • fingere di essere presente al lavoro quando non lo sei davvero;
  • entrare in ritardo o mancare senza giustificazione;
  • lavorare con negligenza o senza la dovuta attenzione;
  • offendere o aggredire colleghi o superiori;
  • usare per scopi personali computer o altri strumenti aziendali;
  • danneggiare o rubare beni dell’azienda.

Quando si verifica una di queste situazioni, il datore di lavoro deve comunicarti per iscritto cosa hai fatto: da quel momento inizia il procedimento disciplinare.

Cos’è la contestazione disciplinare?

Prima di parlare della sanzione disciplinare, è importante fare un passo indietro e spiegare cos’è la contestazione disciplinare, che la precede. Si tratta di una lettera scritta che il tuo datore di lavoro ti invia per comunicarti ufficialmente un comportamento che considera scorretto. Di solito ti viene consegnata a mano o tramite raccomandata A/R, così l’azienda ha una prova dell’avvenuta notifica.

Per essere valida, la contestazione deve rispettare tre regole fondamentali, deve essere:

  • specifica: i fatti che ti vengono contestati devono essere descritti in modo chiaro, preciso e dettagliato, non in modo vago o generico;
  • tempestiva: l’azienda ha l’obbligo di inviartela entro un tempo ragionevole da quando è venuta a conoscenza del fatto. Alcuni contratti collettivi, come il CCNL Trasporti, fissano un limite preciso (ad esempio, 20 giorni);
  • immutabile: una volta inviata, non può più essere modificata. Questo serve a tutelare il tuo diritto a difenderti.

Nella lettera devono anche essere indicati i giorni a tua disposizione per presentare le giustificazioni (di norma almeno cinque giorni dalla ricezione). Puoi inviare una difesa scritta o chiedere un incontro con il datore di lavoro, anche con il supporto del sindacato.

Una volta ricevute le tue spiegazioni, l’azienda decide come procedere:

  • se ritiene le tue giustificazioni sufficienti, archivia tutto e non ci saranno conseguenze;
  • se invece non le considera adeguate, può andare avanti e applicarti una sanzione disciplinare.

Cosa sono le sanzioni disciplinari? 

Le sanzioni disciplinari sono le pene che ti possono essere inflitte in seguito a un’infrazione sul lavoro. In pratica, rappresentano la conseguenza che l’azienda può decidere di applicarti dopo la contestazione disciplinare, se ritiene che tu abbia effettivamente commesso il fatto.

La legge prevede che la sanzione sia sempre proporzionata alla gravità del comportamento. Questo vuol dire che non possono applicarti una punizione eccessiva rispetto a quanto accaduto. Ogni caso va valutato singolarmente, tenendo conto del tuo comportamento, della tua posizione e di eventuali recidive. 

È sempre possibile irrogare una sanzione disciplinare? 

L’irrogazione di una sanzione disciplinare può avvenire solo se hai commesso un inadempimento o un illecito. È importante ricordare che, per poterti sanzionare in modo valido, l’azienda deve prima avviare formalmente un procedimento disciplinare, seguendo le regole previste.

La scelta della sanzione deve essere fatta in base a quanto stabilito dal contratto collettivo applicato al tuo rapporto di lavoro. In alcuni casi, poi, esiste un termine preciso entro cui la sanzione deve esserti comunicata: se l’azienda supera questo limite, la sanzione può essere considerata illegittima.

Quale può essere una sanzione disciplinare? Un esempio 

Le sanzioni disciplinari sono previste dalla legge e dai contratti collettivi. 

Le sanzioni disciplinari previste dalla legge sono (in ordine dalla meno grave alla più grave):

  • rimprovero verbale: il datore di lavoro si limita a fare un rimprovero a voce;
  • rimprovero scritto: il rimprovero viene messo per iscritto;
  • multa fino a 5 ore della retribuzione;
  • sospensione dal lavoro e dalla retribuzione per un massimo di dieci giorni;
  • licenziamento per giustificato motivo soggettivo, con preavviso;
  • licenziamento per giusta causa, in tronco senza preavviso, a causa dell’assoluta gravità del fatto commesso.

In quali casi il lavoratore può essere licenziato?

Il licenziamento rappresenta la sanzione disciplinare più grave, perché può privarti dei mezzi di sostentamento per te e per la tua famiglia. Proprio per questo motivo, può essere disposto solo come ultima risorsa, quando si verifica una lesione irreparabile del rapporto di fiducia tra te e il tuo datore di lavoro.

Puoi subire il licenziamento, ad esempio, nei seguenti casi:

  • scarso rendimento o esecuzione del lavoro in modo gravemente negligente;
  • insubordinazione verso il tuo superiore;
  • abuso di permessi (come quelli per l’assistenza a un parente disabile, ma poi stai facendo altro);
  • furto di beni o denaro aziendali.

Si può fare un’impugnazione della sanzione disciplinare

Sì, puoi impugnare una sanzione disciplinare. Se ritieni che la sanzione che ti è stata inflitta sia ingiusta, ad esempio perché si basa su fatti non veri, perché è sproporzionata rispetto alla violazione commessa, o perché non è stata rispettata la procedura corretta, hai il diritto di contestarla.

Puoi rivolgerti al Giudice del Lavoro, entro il termine di prescrizione ordinaria di dieci anni, oppure puoi avviare un procedimento di arbitrato, che spesso è previsto dai contratti collettivi della tua categoria.

In caso di impugnazione con tentativo di conciliazione, puoi anche farti assistere dal sindacato a cui sei iscritto.

 

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