In quali casi in quanto dipendente puoi subire il licenziamento? Cosa fare in caso di sanzione disciplinare?
Quando firmi un contratto di lavoro, ti impegni a rispettare diversi obblighi. Questi derivano dalla legge (come il dovere di fedeltà e obbedienza), dal contratto collettivoÈ l’accordo stipulato a livello nazionale tra i sindacati di rappresentanza dei lavoratori e dei datori di lavoro per regolare determinati aspetti dei contratti individuali di lavoro di un certo settore (es. orario di lavoro, retribuzione minima, ferie, congedi, ecc.). More nazionale e dal contratto individuale che hai firmato.
In più, ci possono essere regole specifiche fissate dal datore di lavoro, come quelle contenute nel regolamento aziendale o nel codice disciplinare.
Ogni volta che non rispetti uno di questi doveri, si parla di infrazione disciplinare. In questi casi, il datore può applicare una sanzione.
Ecco alcuni esempi di comportamento che possono essere sanzionati:
Quando si verifica una di queste situazioni, il datore di lavoro deve comunicarti per iscritto cosa hai fatto: da quel momento inizia il procedimento disciplinare.
Prima di parlare della sanzione disciplinare, è importante fare un passo indietro e spiegare cos’è la contestazione disciplinare, che la precede. Si tratta di una lettera scritta che il tuo datore di lavoro ti invia per comunicarti ufficialmente un comportamento che considera scorretto. Di solito ti viene consegnata a mano o tramite raccomandata A/R, così l’azienda ha una prova dell’avvenuta notifica.
Per essere valida, la contestazione deve rispettare tre regole fondamentali, deve essere:
Nella lettera devono anche essere indicati i giorni a tua disposizione per presentare le giustificazioni (di norma almeno cinque giorni dalla ricezione). Puoi inviare una difesa scritta o chiedere un incontro con il datore di lavoro, anche con il supporto del sindacatoÈ un’organizzazione che ha il compito di rappresentare e difendere i diritti e gli interessi di categoria dei lavoratori o dei datori di lavoro. More.
Una volta ricevute le tue spiegazioni, l’azienda decide come procedere:
Le sanzioni disciplinari sono le pene che ti possono essere inflitte in seguito a un’infrazione sul lavoro. In pratica, rappresentano la conseguenza che l’azienda può decidere di applicarti dopo la contestazione disciplinare, se ritiene che tu abbia effettivamente commesso il fatto.
La legge prevede che la sanzione sia sempre proporzionata alla gravità del comportamento. Questo vuol dire che non possono applicarti una punizione eccessiva rispetto a quanto accaduto. Ogni caso va valutato singolarmente, tenendo conto del tuo comportamento, della tua posizione e di eventuali recidive.
L’irrogazione di una sanzione disciplinare può avvenire solo se hai commesso un inadempimento o un illecito. È importante ricordare che, per poterti sanzionare in modo valido, l’azienda deve prima avviare formalmente un procedimento disciplinare, seguendo le regole previste.
La scelta della sanzione deve essere fatta in base a quanto stabilito dal contratto collettivo applicato al tuo rapporto di lavoro. In alcuni casi, poi, esiste un termine preciso entro cui la sanzione deve esserti comunicata: se l’azienda supera questo limite, la sanzione può essere considerata illegittima.
Le sanzioni disciplinari sono previste dalla legge e dai contratti collettivi.
Le sanzioni disciplinari previste dalla legge sono (in ordine dalla meno grave alla più grave):
Il licenziamento rappresenta la sanzione disciplinare più grave, perché può privarti dei mezzi di sostentamento per te e per la tua famiglia. Proprio per questo motivo, può essere disposto solo come ultima risorsa, quando si verifica una lesione irreparabile del rapporto di fiducia tra te e il tuo datore di lavoro.
Puoi subire il licenziamento, ad esempio, nei seguenti casi:
Sì, puoi impugnare una sanzione disciplinare. Se ritieni che la sanzione che ti è stata inflitta sia ingiusta, ad esempio perché si basa su fatti non veri, perché è sproporzionata rispetto alla violazione commessa, o perché non è stata rispettata la procedura corretta, hai il diritto di contestarla.
Puoi rivolgerti al Giudice del Lavoro, entro il termine di prescrizione ordinaria di dieci anni, oppure puoi avviare un procedimento di arbitrato, che spesso è previsto dai contratti collettivi della tua categoria.
In caso di impugnazione con tentativo di conciliazione, puoi anche farti assistere dal sindacato a cui sei iscritto.
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