Guida alle festività religiose abolite che continuano ad essere riconosciute al personale dipendente
Insieme alle ferie e ai permessi, una delle voci più conosciute della busta paga è quella delle ex festività e cioè ricorrenze che un tempo erano considerate giornate di festa, mentre oggi sono state definitivamente eliminate. Non disperare però: nonostante non siano più giorni festivi, il loro valore economico è stato preservato e continua a essere riconosciuto al personale dipendente.
Ma capiamo meglio cosa sono le ex festività: sono giorni che una volta venivano considerati festivi perché coincidevano con ricorrenze religiose, mentre oggi non lo sono più.
Al loro posto, le giornate abolite sono state convertite in permessi ad ore che vengono indicati in busta paga in un preciso contatore che, in genere, trovi nella parte bassa del documento.
Se ti stai chiedendo, quindi, cosa sono le festività soppresse pensa a ore di permesso che ti assicurano la possibilità di assentarti dal lavoro per motivi personali senza perdere la retribuzione.
Vale la pena ricordare, infatti, che non andare al lavoro durante i giorni festivi e percepire ugualmente la retribuzione è un tuo diritto.
Premesso questo, per comprendere ancora meglio cosa sono le ex festività, dobbiamo calarci ancora di più nel dettaglio.
Nel paragrafo precedente abbiamo già anticipato che le vecchie giornate di festa sono state trasformate in permessi ex festività. Ma allora, quante sono le festività soppresse? Sono quattro giornate, ma le vedremo nello specifico in un paragrafo successivo.
Considerando come giornata tipica di lavoro quella composta da 8 ore giornaliere, se moltiplichiamo otto per quattro otteniamo le ore totali di permessi ex festività a cui un lavoratore ha diritto e cioè 32 ore.
In ogni caso, comunque, è sempre bene verificare cosa dice il CCNL sul punto che detta le regole da applicare.
Quando parliamo di questi temi non dobbiamo fare confusione: c’è una grande differenza tra ferie e festività soppresse.
In primo luogo, per quanto riguarda la funzione delle ferie: queste, infatti, devono essere concordate con il datore di lavoro per il recupero delle energie psicofisiche dopo un periodo prolungato di lavoro.
È molto importante rispettare le regole in materia di ferie perché:
Le ex festività, invece, non hanno questa portata così rilevante, ma rappresentano ugualmente una delle modalità di assenza retribuita dal lavoro e quindi un tuo diritto, nonostante sia circoscritto in sole quattro giornate all’anno.
Quando guardi la tua busta paga, potresti trovarti di fronte alle ex festività 2025, una voce che spesso genera dubbi. Infatti molte volte ci sentiamo chiedere: quali sono le festività soppresse nello specifico e come vengono riconosciute dal datore di lavoro?
Capire quali sono le festività soppresse ti aiuta a leggere meglio il cedolino e a sapere perché ricevi maturi un determinato valore in più. Se non hai mai approfondito quali sono le ex festività, sappi che si tratta di quattro giornate.
In particolare, forse ti domandi esattamente quali sono i 4 giorni di festività soppresse: in base a quello che dice la legge, nel 2025 sono le seguenti:
Una piccola precisazione per la festività del 4 novembre: in genere i contratti collettivi di settore spostano questa festività alla prima domenica dello stesso mese.
Di solito trovi questi permessi nella parte bassa del cedolino. Qui sono indicate diverse informazioni: quante ore sono state maturate, quante godute e quante ne rimangono (alla voce “saldo”).
Ogni mese, a meno che il CCNL non dica qualcosa di diverso, maturi 1/12 del totale annuo di ex festività in busta paga pari, come abbiamo detto, a 32 ore.
Per capire meglio come si maturano le festività soppresse, però, è bene sapere che i permessi ex festività maturano in proporzione al periodo di lavoro effettuato nell’anno. Questo vuol dire che, se lavori meno del previsto, potresti maturare meno ore.
A volte, inoltre, possono essere riproporzionati anche in caso di assenza non retribuita o altre tipologie di assenze.
Facciamo un esempio per capire meglio.
Se la data della tua assunzione è il 1° febbraio 2025, troverai nella busta paga di competenza del mese di giugno 2025, 13,33 ore di permesso a titolo di ex festività. Perché? Vediamo insieme lo sviluppo dei calcoli.
Per capire quante ore di ex festività spettanti in busta paga bisogna:
Operativamente avremo:
13,33 sarà il valore che ritrovi nel contatore delle ex festività.
Ora che abbiamo visto le regole tecniche, cerchiamo di capire come usare i permessi ex festività.
In primo luogo devi sapere che se hai maturato ex festività e vuoi usarle per assentarti dal lavoro, non devi giustificare la tua assenza.
Detto questo, ricorda che si tratta di permessi regolati prevalentemente dai contratti collettivi nazionali del lavoro, che stabiliscono le regole per ciascun settore e categoria professionale. Dunque per ogni informazione devi fare riferimento a quelli. Per esempio, anche come utilizzarli varia da settore a settore, a seconda del contratto collettivo applicato.
Rimane comunque valida per tutti la regola per cui le festività soppresse le puoi prendere in corrispondenza delle giornate festive abolite mantenendo il diritto alla retribuzione. Se non le utilizzi, non le perdi: continuano a rimanere nel contatore corrispondente ed eventualmente a essere pagate l’anno seguente con una specifica indennità, a seconda delle disposizioni del contratto collettivoÈ l’accordo stipulato a livello nazionale tra i sindacati di rappresentanza dei lavoratori e dei datori di lavoro per regolare determinati aspetti dei contratti individuali di lavoro di un certo settore (es. orario di lavoro, retribuzione minima, ferie, congedi, ecc.). More, appunto.
Ti stai domandando se le ex festività vengono pagate sempre e cioè anche se cadono di sabato oppure di domenica?
Anche in questo caso, non dobbiamo fare confusione perché non funziona come per le festività. Devi tenere sempre a mente, infatti, che le ex festività sono ormai blocchi di ore che maturi in base alla tua presenza al lavoro.
Non conta quindi se l’ex festività cade di sabato o di domenica, perché avrai già maturato le relative ore che ti spettano.
Può essere che tu ti chieda, giunti a questo momento, se le festività soppresse non godute si perdono.
Nei casi ordinari, quindi se il rapporto di lavoro è ancora in essere, i permessi ex festività non goduti non sono persi, ma si mantengono nel tempo ed eventualmente, in base alle regole del CCNL, possono essere pagati in un secondo momento.
Dopo il pagamento, il contatore si azzera e quindi inizierai a maturare e accantonare da capo le ex festività.
Quando, invece, il rapporto di lavoro finisce per licenziamento o dimissioniL’atto unilaterale con cui il lavoratore comunica di voler interrompere il rapporto lavorativo con il datore di lavoro. More, le festività soppresse non godute vengono incluse nelle cosiddette “competenze di fine rapporto” e quindi pagate nell’ultima busta paga secondo la retribuzione percepita.
A differenza delle ferie, quindi, le ex festività non godute possono essere pagate anche prima della fine del rapporto di lavoro.
Un contratto full-time e uno part-time non sono la stessa cosa ai fini del calcolo delle ex festività.
Le ex festività per un contratto part-time, infatti, devono essere proporzionate al monte ore di lavoro concordato nel contratto di lavoro.
Ad esempio, se il CCNL prevede 32 ore di permessi e il tuo contratto è in regime di part-time al 50%, avrai diritto al 50% delle 32 ore, quindi a 16 ore.
Nel caso in cui tu dovessi essere assente dal lavoro perché in congedo obbligatorio di maternità o paternità, continueresti a maturare tutto ciò che ti spetta in merito a:
In nessuno modo, infatti, l’assenza per genitorialità può determinare un trattamento peggiorativo rispetto ai lavoratori che non hanno figli. Dunque in maternità sono garantite le ex festività.
A partire dal 2022, poi, questa regola è applicata anche nel caso di congedo parentaleÈ il diritto, riconosciuto in capo a entrambi i genitori, di astenersi dal lavoro facoltativamente e contemporaneamente entro i primi anni di vita del bambino. More e cioè quando la mamma o il papà si assentano volontariamente dal lavoro dopo il periodo già goduto di congedo obbligatorio.
La Cassa Integrazione Guadagni (CIG) è un intervento richiesto dall’azienda all’Inps, per vicende come la crisi aziendale che comporta la riduzione o la temporanea sospensione dell’attività lavorativa.
A seconda dei casi, questo ammortizzatore sociale può essere di tipo:
Nel momento in cui scatta questa misura, come funzionano le ex festività e la cassa integrazione? Non maturi nessun rateo, nemmeno di tredicesima e quattordicesima, solo se, a seguito della sospensione dell’attività lavorativa, non hai lavorato nemmeno un giorno.
In questo caso, infatti, si parla di CIG a zero ore.
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