Ex festività soppresse 2024 in busta paga

Ex festività soppresse in busta paga
(foto Shutterstock)

Alcune festività religiose sono state abolite, ma continuano a essere pagate al personale dipendente. Vediamo quali

Capire le varie voci presenti nella busta paga è molto importante per chi lavora, sia per capire come è strutturato lo stipendio, sia per una migliore gestione delle proprie finanze.

Insieme alle ferie e ai permessi, una delle voci più interessanti della busta paga è quella delle “ex festività”, conosciute anche con l’abbreviazione “ex-fest”.

Parliamo di giornate che, molto tempo fa, erano considerate festività nazionali, ma che nel corso degli anni sono state abolite. Tuttavia, nonostante non siano più giorni festivi, il loro valore economico è stato preservato e riconosciuto ai lavoratori. 

In questo articolo esploreremo nel dettaglio cosa sono le ex festività e come vengono calcolate, soprattutto in corrispondenza di altri eventi, come ad esempio la maternità. Iniziamo! 

Festività soppresse: cosa sono 

Le ex festività, o festività soppresse, sono giorni che una volta venivano considerati festivi perché coincidevano con ricorrenze religiose, mentre oggi non lo sono più perché, soprattutto nel panorama lavorativo, sono state eliminate.

Se ti stai chiedendo, dunque, cosa sono le ex festività possiamo sicuramente dire che si tratta di festività “abolite” (alcuni CCNL parlano anche di ex festività soppresse) trasformate in permessi retribuiti. 

Queste ore di permesso ti assicurano la possibilità di assentarti dal lavoro per motivi personali senza perdere la retribuzione.

Vale la pena ricordare, infatti, che non andare al lavoro durante i giorni festivi e percepire ugualmente la retribuzione è un tuo diritto.

Per capire, invece, cosa sono le ex festività in busta paga dobbiamo ricordarci che si tratta di una tipologia di permessi che vengono messi da parte e scalati, a seconda del periodo in cui sono maturati e goduti, in un apposito contatore. Il meccanismo è lo stesso delle ferie e permessi, anche se i giorni o le ore a disposizione sono diverse. 

Per comprendere ancora meglio cosa sono le ex festività e cosa sono i permessi ex festività, dobbiamo calarci ancora di più nel dettaglio.

Permessi ex festività: quante ore spettano all’anno? 

Per sapere quanti permessi ex festività possono essere chiesti, dobbiamo fare riferimento alle regole del CCNL.

La contrattazione collettiva, in genere, compensa il fatto che le giornate religiose festive sono state abolite con il riconoscimento di tanti permessi individuali retribuiti quanti sono i giorni non considerati più come festivi.

In Italia, infatti, le festività abolite sono quattro e quindi, in qualità di dipendente, hai a disposizione 32 ore di ex festività. Tenendo in considerazione una giornata di 8 ore lavorative e moltiplicando 8 per 4, infatti, si ottiene proprio 32. 

Vediamo ora più nello specifico quali sono queste festività soppresse.

Quali sono le festività soppresse e retribuite nell’anno 2024  

Le festività soppresse nel 2024 cadono nelle seguenti giornate:

  • 19 marzo (San Giuseppe);
  • 26 maggio (Ascensione);
  • 16 giugno (Corpus Domini);
  • 29 giugno (San Pietro e Paolo) rimasta però a Roma.

Ogni anno, sono sempre questi i 4 giorni di festività soppresse, quindi ne ricaviamo che le ex festività soppresse 2024 rimangono quelle elencate nel punto elenco riportato qui sopra. 

Comprese quali sono le festività soppresse, è opportuno dire che ce n’è un’altra di cui non abbiamo ancora parlato, che però è disciplinata dai singoli contratti collettivi. Parliamo dell’ex festività 2024 del 4 novembre (giorno dell’Unità Nazionale), che in genere è sempre spostata alla prima domenica dello stesso mese.

Maturazione permessi ex festività in busta paga 

Di solito li trovi nella parte bassa del cedolino. Qui sono indicate diverse informazioni: quante ore sono state maturate, quante godute e quante ne rimangono (alla voce “saldo”).

Ogni mese, a meno che il CCNL non dica qualcosa di diverso, maturi 1/12 dell’ammontare annuo di ex festività in busta paga (che è pari, come abbiamo detto, a 32 ore). 

Per capire meglio come si maturano le festività soppresse, però, è bene sapere che i permessi ex festività maturano in proporzione al periodo di lavoro effettuato nell’anno. 

Questo vuol dire che, se lavori meno del previsto, potresti maturare meno ore.

A volte, inoltre, possono essere riproporzionati anche in caso di assenza non retribuita o altre tipologie di assenze (es. maternità, cassa integrazione).

Facciamo un esempio per capire meglio. 

Se la data della tua assunzione è il 1° febbraio 2024, troverai nella busta paga di competenza del mese di giugno 2024 13,33 ore di permesso a titolo di ex festività. Perché? Vediamo insieme i calcoli. 

Per capire quante ore di ex festività spettanti in busta paga bisogna prima vedere quante ore al mese metti da parte a titolo di ex festività e poi moltiplicare il valore ottenuto per i mesi dell’anno in cui hai effettivamente lavorato.

Per cui avremo: 

  • 32 ore annue / 12 mesi = 2,66 ore mensili di permessi ex festività;
  • 5 mesi di lavoro x 2,66 ore = 13, 33 ore (numeri di mesi lavorati x ore mensili secondo le indicazioni del CCNL).

Questo sarà il valore che ritrovi nel contatore delle ex festività. 

Permessi ex festività: come usarli?  

Ora che abbiamo visto le regole tecniche, cerchiamo di capire come usare i permessi ex festività

Come già specificato all’inizio dell’articolo, sono regolati dai contratti collettivi nazionali del lavoro, che stabiliscono le regole per ciascun settore e categoria professionale. Dunque per ogni informazione devi fare riferimento a quelli. Per esempio, anche come utilizzarli varia da settore a settore, a seconda del contratto collettivo applicato.

Rimane comunque valida per tutti la regola per cui le festività soppresse le puoi prendere in corrispondenza delle giornate festive abolite mantenendo il diritto alla retribuzione. Se non le utilizzi, non le perdi: continuano a rimanere nel contatore corrispondente ed eventualmente a essere pagate l’anno seguente con una specifica indennità, a seconda delle disposizioni collettive. 

Ex festività cadenti di sabato o domenica: vengono pagate? 

Tanti lavoratori e lavoratrici si domandano se le ex festività vengono pagate sempre e cioè anche se cadono di sabato oppure di domenica. 

Ebbene, la risposta è dipende: se l’ex festività è cadente di domenica allora non ti spetterà alcuna maggiorazione e/o giornata in più. Al contrario, se rientra in una delle giornate per cui è prevista l’attività lavorativa, incluso il sabato, allora ti verrà pagata.

Permessi ex festività non goduti: cosa succede? 

Nei casi ordinari, quindi se il rapporto di lavoro è ancora in essere, i permessi ex festività non goduti non sono persi, ma si mantengono nel tempo ed eventualmente, in base alle regole del CCNL, possono essere pagati in un secondo momento. 

Dopo il pagamento, il contatore si azzera e quindi inizierai a maturare e accantonare da capo le ex festività.

Quando, invece, il rapporto di lavoro finisce per licenziamento o dimissioni, le festività soppresse non godute vengono incluse nelle cosiddette “competenze di fine rapporto” e quindi pagate nell’ultima busta paga secondo la retribuzione percepita.

A differenza delle ferie, quindi, le ex festività non godute possono essere pagate anche prima della fine del rapporto di lavoro.

Ex festività contratto part-time: quante ore spettano ai lavoratori? 

Un contratto full-time e uno part-time non sono la stessa cosa ai fini del calcolo delle ex festività. 

Le ex festività per un contratto part-time, infatti, devono essere proporzionate al monte ore di lavoro concordato nel contratto di lavoro.

Ad esempio, se il CCNL prevede 32 ore di permessi e il tuo contratto è in regime di part-time al 50%, avrai diritto al 50% delle 32 ore, quindi a 16 ore.

Ex festività e maternità: come vengono calcolate  

Nel caso in cui tu dovessi essere assente dal lavoro perché in congedo obbligatorio di maternità o paternità, continueresti a maturare tutto ciò che ti spetta in merito a:

  • ferie;
  • permessi;
  • ex festività. 

In nessuno modo, infatti, l’assenza per genitorialità può determinare un trattamento peggiorativo rispetto ai lavoratori che non hanno figli. Dunque in maternità sono garantite le ex festività.

A partire dal 2022, poi, questa regola è applicata anche nel caso di congedo parentale e cioè quando la mamma o il papà si assentano volontariamente dal lavoro dopo il periodo già goduto di congedo obbligatorio.

Ex festività e cassa integrazione 

La Cassa Integrazione Guadagni (CIG) è un intervento richiesto dall’azienda all’Inps, per vicende come la crisi aziendale che comporta la riduzione o la temporanea sospensione dell’attività lavorativa.

A seconda dei casi, questo ammortizzatore sociale può essere di tipo: 

  • ordinario (CIGO);  
  • straordinario (CIGS). 

Nel momento in cui scatta questa misura, come funzionano le ex festività e la cassa integrazione? Non maturi nessun rateo, nemmeno di tredicesima e quattordicesima, solo se, a seguito della sospensione dell’attività lavorativa, non hai lavorato nemmeno un giorno

In questo caso, infatti, si parla di CIG a zero ore.

Leggi anche:

Come leggere le ferie in busta paga

Liquidazione ferie e permessi: come funziona?

Iscriviti alla nostra newsletter

Ricevi gratuitamente le ultime novità, le storie e gli approfondimenti sul mondo del lavoro.