L’INAIL ti riconosce un’indennità in caso di infortunio in smart working se avviene mentre svolgi attività lavorative
Non si è trattato di una semplice caduta dalle scale quella che ha coinvolto un’impiegata amministrativa in smart working. Questo infortunio sul lavoro è diventato un caso pilota a livello nazionale, aprendo la strada a nuove tutele per milioni di persone che lavorano da remoto. La vicenda rappresenta un passo importante verso il riconoscimento dei diritti degli smart worker, evidenziando l’urgenza di aggiornare le norme per adattarle alle nuove modalità di lavoro.
La disciplina dello smart working è regolata dal decreto legislativo 81/2017. Non si tratta di un nuovo tipo di rapporto lavorativo, ma di una modalità che permette di svolgere la propria attività senza vincoli di luogo o orari.
Anche se lavori da remoto, il datore di lavoro ha l’obbligo di garantire la tua sicurezza e protezione. La normativa prevede che venga fornita un’informativa annuale sui rischi generali e specifici legati allo smart working. In particolare, secondo l’articolo 22 del decreto, il datore di lavoro deve consegnare questa informativa sia a te sia al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, descrivendo i rischi associati alla modalità di lavoro agile.
Lavorare da casa non riduce i tuoi diritti. In caso di infortunio durante lo smart working, restano valide la copertura assicurativa e le tutele previste, purché l’incidente avvenga mentre svolgi le tue mansioni lavorative. Questo garantisce che tu possa lavorare in sicurezza anche tra le mura domestiche.
Cosa succede se subisci un incidente mentre sei in smart working e ti trovi per strada? Dato che questa modalità di lavoro non prevede vincoli di luogo o orario, può sembrare complicato definire un tragitto casa-lavoro. Tuttavia, hai comunque diritto alle tutele contro gli infortuni, anche in caso di infortunio in itinere durante lo smart working.
La legge sullo smart working garantisce questa protezione. L’articolo 23 del decreto legislativo 81/2017 prevede il diritto alla tutela contro gli infortuni che accadono durante il normale tragitto di andata e ritorno tra la tua abitazione e il luogo scelto per svolgere la prestazione lavorativa, purché questa scelta sia motivata da esigenze lavorative o dalla necessità di conciliare vita personale e lavoro, rispettando criteri di ragionevolezza.
La Circolare INAIL n. 48 del 2 novembre 2017 chiarisce le regole sugli infortuni in smart working e sulle tutele applicabili. In particolare, specifica che gli incidenti avvenuti mentre lavori all’esterno dei locali aziendali sono tutelati solo se collegati a un rischio connesso alla tua attività lavorativa.
Secondo l’INAIL, per poter ricevere l’indennizzo è necessario effettuare specifici accertamenti. Questi servono a verificare che l’attività svolta al momento dell’infortunio sia strettamente collegata al tuo lavoro, ossia che sia necessaria e funzionale alla prestazione, anche se svolta al di fuori dell’azienda.
Questo approccio mira a garantire che, anche lavorando in modalità agile, tu possa essere protetto in caso di incidenti strettamente legati alla tua attività.
Se durante lo smart working subisci un infortunio mentre svolgi le tue mansioni, hai il diritto di assentarti dal lavoro fino alla completa guarigione. Inoltre, la normativa prevede il tuo diritto a ricevere il risarcimento per il danno subito, a condizione che l’incidente sia strettamente legato all’attività lavorativa che stavi svolgendo.
Nel 2021, il Tribunale di Treviso ha riconosciuto il diritto al risarcimento per una lavoratrice che aveva subito un infortunio in smart working.
La dipendente, impiegata amministrativa, lavorava da casa quando è scivolata dalle scale durante una telefonata di lavoro, riportando fratture multiple. Dopo il ricovero in ospedale, aveva chiesto all’INAIL il riconoscimento dell’infortunio sul lavoro e le tutele connesse, ma la richiesta era stata respinta. Secondo l’INAIL, non era stato dimostrato che l’incidente fosse avvenuto durante un’attività lavorativa.
La lavoratrice ha deciso di fare ricorso, dimostrando che la caduta era avvenuta mentre era al telefono con lo smartphone aziendale, impegnata in una telefonata di lavoro. Il Tribunale ha riconosciuto il nesso causale tra l’incidente e lo svolgimento delle mansioni lavorative, obbligando l’INAIL a riconoscere l’infortunio come avvenuto in occasione di lavoro.
Grazie alla sentenza, la lavoratrice ha ottenuto il riconoscimento del periodo di assenza per infortunio, il diritto alle relative indennità e un risarcimento di 20.000 € per danno alla salute. Inoltre, potrà effettuare visite e terapie riabilitative senza pagare il ticket.
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