Chi sono e cosa fanno
Il trasfertista non è un lavoratore che è spesso in trasferta.
È, invece, quel lavoratore che per contratto è obbligato a prestare la sua attività lavorativa in luoghi sempre diversi e variabili.
Ciò che caratterizza questi lavoratori è il fatto di doversi sempre spostare al fine di prestare la propria attività lavorativa.
Nel contratto di assunzione, infatti, non viene indicata una specifica sede lavorativa.
La loro attività, oltre a richiedere un continuo spostamento, prevede anche il pagamento di una specifica indennità o una maggiorazione di retribuzione per compensare il continuo disagio.
Non tutti gli spostamenti, seppur frequenti, danno luogo ad attività lavorativa di tipo trasfertista.
Per esempio, una persona addetta all’amministrazione che spesso si reca in posta e in banca, anche se quotidianamente, non potrà mai essere considerata un lavoratore trasfertista. Questo perché l’attività amministrativa non richiede di per sé il continuo spostamento per compiere le funzioni amministrative complessivamente considerate.
Il trasfertista per mestiere si sposta in continuazione: la sua indennità è regolata in modo diverso rispetto alle normali trasferte. Tale somma, mensile e non occasionale, ha un particolare regime contributivo e fiscale.
L’indennità trasfertista è tassata al 50% e non entra nei limiti di esenzione giornaliera come previsto per le trasferte forfettarie. Pertanto, sia il lavoratore che il datore di lavoro, su tali somme, pagheranno le tasse solo su una parte dell’importo dell’indennità.
A puro titolo esemplificativo, sono trasfertisti gli addetti alla palificazione, i piazzisti, gli installatori, i montatori meccanici e molti altri ancora.