Riscatto anni di laurea: come funziona

Riscatto anni di laurea: come funziona
(foto Shutterstock)

Il riscatto degli anni di laurea è un’opportunità per aumentare i contributi per andare in pensione

Il riscatto degli anni di laurea è un’opportunità che permette di trasformare gli anni universitari in anni di contributi, così che anche gli anni di studio possano essere conteggiati per la pensione.

È un tema che torna ciclicamente alla ribalta. Negli ultimi mesi se ne è parlato molto perché era stato presentato un emendamento alla Legge di Bilancio 2023 che proponeva di renderlo gratuito per gli under 36.

La proposta non è passata, dunque ad oggi è necessario pagare delle somme diverse a seconda di alcune variabili, come il fondo in cui si versano i contributi.

In questo articolo vedremo quali sono i requisiti, quali corsi di studio è possibile riscattare, come si presenta la domanda e quanto costa.

Quali sono i requisiti

Di norma, si cominciano ad accumulare i contributi dal momento in cui si comincia a lavorare. È possibile però trasformare gli anni di studio universitario in anni di contributi.

I requisiti necessari sono:

  • aver conseguito il diploma di laurea o titoli equiparati;
  • aver versato almeno una volta i contributi obbligatori, tranne nel caso in cui la domanda venga presentata da persone inoccupate;
  • i periodi per i quali si chiede il riscatto non devono essere coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa o da riscatto. Quindi, ad esempio, non si può chiedere il riscatto se durante gli anni universitari si è anche lavorato e quindi si sono versati dei contributi.

Cosa si può riscattare

Abbiamo visto come possano essere riscattati gli anni di studio, a condizione di aver conseguito il titolo. 

Ma quali sono nello specifico questi titoli?

  • laurea triennale
  • laurea specialistica
  • laurea magistrale
  • diploma universitario conseguito dopo corsi di durata di minimo 2 anni e massimo 3
  • diploma di laurea conseguito dopo corsi di durata di minimo 4 anni e massimo 6
  • diploma di specializzazione ottenuto dopo la laurea e al termine di un corso di durata di minimo 2 anni
  • dottorato di ricerca
  • diploma rilasciato dagli Istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale.

È possibile riscattare una parte o l’intero corso di studi. Ad esempio, è possibile richiederlo per la laurea triennale e per quella magistrale, o solo per una delle due, ma anche solo un anno di corso e non tutti e tre, nel caso di una laurea triennale.

Può essere richiesto anche per i corsi di laurea frequentati all’estero purché siano riconosciuti in Italia.

Cosa non si può riscattare

Non c’è la possibilità di riscattare:

  • i periodi di iscrizione fuori corso, perché il numero complessivo degli anni da ammettere a riscatto non può superare la durata legale del corso;
  • i periodi già coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa o da riscatto.

Come presentare la domanda 

Il riscatto degli anni di laurea non è automatico. Per trasformare gli anni di studio in anni di contributi è necessario presentare domanda attraverso uno di questi canali:

  • online, accedendo tramite SPID alla sezione dedicata sul sito dell’INPS;
  • andando in un patronato o da altri intermediari dell’INPS;
  • contattando il Contact Center multicanale, da telefono fisso 803 164 (numero verde gratuito) o da telefono cellulare 06 164164 (numero a pagamento in base al piano tariffario del gestore telefonico)

Quanto costa

Nonostante le proposte di renderlo gratuito, il riscatto è ancora un’operazione a pagamento.

Il costo varia in base al fondo presso cui si vogliono riscattare i contributi (ad esempio il fondo lavoratori dipendenti o la gestione separata) e in base al metodo di calcolo (se retributivo o contributivo). 

Sul sito dell’INPS è disponibile un simulatore che permette di calcolare la spesa.

Metodi di pagamento

Il pagamento può avvenire:

  • tramite addebito periodico direttamente in conto corrente;
  • tramite Avviso di pagamento pagoPA pagabile online o fisicamente presso:
    • agenzie della banca;
    • home banking dei Prestatori di Servizio di Pagamento;
    • sportelli ATM abilitati delle banche;
    • esercenti convenzionati con i Prestatori di Servizio di Pagamento aderenti al sistema pagoPA (bar, edicole, ricevitorie, tabaccherie, supermercati e altri esercenti convenzionati);
    • uffici postali.

 

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