Che cos’è l’isopensione, chi ne ha diritto e come funziona. È un’ipotesi di pensione anticipata?
L’isopensione è uno strumento pensato per accompagnarti verso la pensione in modo graduale e volontario, evitando licenziamenti improvvisi o situazioni traumatiche.
È un meccanismo previsto dalla legge che, in presenza di requisiti precisi, ti permette di lasciare il lavoro fino a 7 anni prima rispetto alla normale pensione di vecchiaia o anticipata.
Questa possibilità è pensata in particolare per chi lavora in aziende medio-grandi e viene attivata tramite accordi sindacali, con il coinvolgimento diretto dell’INPS.
L’obiettivo è duplice: da un lato, aiutare le imprese a favorire il ricambio generazionale; dall’altro, offrirti una maggiore protezione economica negli ultimi anni della tua carriera.
L’isopensione, introdotta con la riforma Fornero, è una forma di uscita anticipata pensata per chi è vicino alla pensione.
Può essere utilizzata in situazioni come ristrutturazioni aziendali, crisi, riorganizzazioni interne o riduzioni di attività.
In questi casi, l’azienda può decidere di attivare l’isopensione, seguendo quanto previsto dalla legge.
Se la tua azienda sceglie questa strada, deve farsi carico del costo dei contributi che ti mancano per arrivare alla pensione di vecchiaia.
Inoltre, deve versarti un assegno mensile per garantirti continuità economica fino a quando inizierai a ricevere la pensione vera e propria.
L’importo dell’assegno che riceverai in questo periodo è pari a quanto ti spetterebbe se fossi già in pensione al momento della fine del rapporto di lavoro.
Per capire bene come funziona l’isopensione, bisogna analizzare essenzialmente tutti i passaggi che sono richiesti per la sua attivazione:
Quando si parla di isopensione, è importante considerare vantaggi e svantaggi sia dal punto di vista dell’azienda che dal tuo, in quanto lavoratore.
Per l’impresa, il principale vantaggio è la possibilità di gestire in modo graduale il ricambio generazionale, senza dover ricorrere a licenziamenti. Grazie a un accordo collettivo, si può ridurre l’organico in modo più sereno e pianificato, evitando conflitti e contenziosi.
In questo senso, l’isopensione conviene all’azienda perché permette di:
Ma può essere vantaggiosa anche per te, se sei un lavoratore vicino alla pensione. Infatti, l’isopensione ti dà la possibilità di uscire prima dal lavoro e ricevere un assegno mensile, simile a una pensione anticipata, senza rimanere senza reddito.
Tuttavia, ci sono anche degli svantaggi da considerare.
Per l’azienda, l’intero onere economico, cioè sia l’assegno mensile che la contribuzione figurativaMeccanismo per cui, in un determinato periodo nel quale non si ha una normale attività lavorativa (come malattia, maternità, cassa integrazione etc.), non si versano contributi ma è comunque garantita la copertura assicurativa. More fino alla tua pensione, è completamente a suo carico.
Questo significa che, anche se il vantaggio organizzativo è evidente, l’impegno finanziario può essere molto pesante, soprattutto in caso di uscite prolungate o numerose. Per questo l’isopensione è una soluzione adatta quasi solo alle aziende medio-grandi, con la capacità economica di sostenerla.
Per te, invece, lo svantaggio principale è che l’importo dell’assegno che riceverai sarà calcolato sulla base della pensione maturata al momento in cui lasci il lavoro. Questo vuol dire che i contributi aggiuntivi che il tuo datore di lavoro continuerà a versare non aumenteranno l’importo dell’assegno mensile, ma serviranno solo a garantirti la pensione futura.
Per accedere all’isopensione nel 2025, restano validi i requisiti generali già previsti dalla normativa.
Si tratta di una misura riservata ai lavoratori dipendenti del settore privato, che lavorano in aziende con più di 15 dipendenti.
Per poterne usufruire, devi trovarti a non più di 7 anni dalla pensione, sia essa di vecchiaia o anticipata.
Uno degli elementi centrali dell’isopensione 2025 è la presenza di un accordo sindacale aziendale, che l’azienda deve depositare all’INPS per avviare la procedura.
Inoltre, il datore di lavoro deve garantire l’intera operazione dal punto di vista economico, tramite:
L’adesione è volontaria e avviene nei termini indicati dall’accordo collettivo sottoscritto in azienda.
In sostanza, anche nel 2025, l’isopensione si conferma uno strumento utile per accompagnare l’uscita dal lavoro da parte del personale, offrendo una soluzione equilibrata sia per le aziende che per chi è vicino alla pensione.
Il calcolo dell’isopensione si basa sulla pensione che avresti maturato nel momento in cui lasci il lavoro.
L’importo viene determinato usando gli stessi criteri della pensione ordinaria, ma non tiene conto degli anni di contributi che la tua azienda continuerà a versare mentre sei in isopensione.
La somma ti verrà pagata per 13 mensilità all’anno ed è soggetta alla tassazione ordinaria, proprio come avviene per i redditi da lavoro dipendente.
Per capire come si calcola l’isopensione, bisogna partire dalla tua età e dai contributi già accumulati. Poiché l’isopensione viene trattata fiscalmente come un reddito da lavoro, hai anche diritto alle stesse detrazioniSono una somma da sottrarre alle imposte che dovrebbero essere pagate annualmente. Vengono riconosciute in base a determinati requisiti di reddito e personali. More previste per chi lavora.
Tieni presente che non puoi calcolare da solo l’importo esatto: al momento, l’INPS non offre uno strumento online per fare una simulazione automatica.
Quando ti chiedi “con l’isopensione quanto si perde?”, è importante fare una distinzione tra:
Di solito, l’importo che ricevi con l’isopensione è più basso rispetto alla tua normale retribuzione. In più, non ricevi premi aziendali, welfare, benefit o altri extra legati al lavoro attivo.
D’altro canto, anche le spese quotidiane si riducono: niente spostamenti, pranzi fuori o costi legati al lavoro. Per questo motivo, è importante valutare l’isopensione in un’ottica più ampia, considerando anche il risparmio reale.
L’unico vero limite dell’isopensione è che l’assegno non si rivaluta nel tempo, non è reversibile ai superstiti, e non dà accesso ad altri diritti collegati al lavoro (come TFR maturato o ferie non godute).
In sintesi, l’isopensione ti permette di uscire prima dal lavoro senza grandi perdite economiche, ma con qualche rinuncia su tutele e benefici accessori.
Il passaggio da isopensione a pensione non avviene in automatico.
Prima che termini il periodo di isopensione, devi presentare tu la domanda di pensione all’INPS, seguendo la procedura standard.
Se non lo fai in tempo rischi di rimanere senza reddito tra la fine dell’isopensione e l’inizio della pensione vera e propria.
Come sai, durante l’isopensione la tua azienda continua a versare i contributi, e l’INPS userà quei dati per calcolare l’importo della tua pensione, una volta raggiunti i requisiti.
Per evitare problemi o ritardi, l’importante è che tu presenti la domanda con un certo anticipo, così da non rimanere scoperto per alcuni mesi senza alcun assegno.
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