Lavori usuranti: tutto quello che devi sapere

Lavoratore impegnato in un compito usurante
(foto Shutterstock)

Quali impieghi rientrano nella categoria di lavoro usurante, quali sono le tutele, come funziona la pensione

Ci sono dei lavori che sono particolarmente faticosi. Pensa a tutte quelle mansioni che si svolgono di notte, oppure per tante ore alla guida, o in catena di montaggio, solo per fare alcuni esempi.

Per tutelare chi svolge queste professioni, la legge ha stabilito delle tutele che riguardano diversi ambiti, come ad esempio la pensione.

In questo articolo vedremo nel dettaglio cosa sono i lavori usuranti, quali sono le tutele e i vantaggi previsti per questi tipi di impiego e come funziona la pensione.

Che cosa sono

I lavori usuranti sono tutti quei lavori che risultano particolarmente pesanti e logoranti per chi li svolge.

Non tutti i lavori sono considerati usuranti. Per essere definiti tali sono necessari determinati requisiti, che in Italia sono definiti dal decreto legislativo 67/2011. Esiste un elenco dettagliato che indica quali lavori sono considerati tali e riporta anche i rispettivi codici Ateco. Nel tempo la nozione di lavoro usurante è cambiata, dunque anche questo elenco negli anni è stato aggiornato più volte.

Se volessimo riassumere le caratteristiche di questo tipo di mansioni, sono quelle che sono spesso fonte di stress e di infortuni per via dell’impegno fisico che richiedono.

Quali sono le tutele

Poiché i lavoratori che svolgono queste mansioni sono sottoposti a uno stress maggiore rispetto agli altri, la legge prevede una serie di tutele a loro favore. 

Una delle principali riguarda la pensione di anzianità. Ci sono infatti particolari vantaggi sia nel trattamento economico che nel conteggio dell’anzianità

Le agevolazioni sono differenziati in base alla tipologia di lavoro usurante. Esiste infatti la possibilità di accedere all’APE sociale e alla pensione anticipata.

In particolare, l’APE sociale per i lavori usuranti consente di usufruire di un’indennità ai lavoratori in stato di difficoltà con almeno 63 anni d’età.

Questa forma pensionistica prevede la possibilità di pensionamento anticipato a 63 anni ricevendo un importo cosiddetto ponte fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione convenzionale. 

Per i lavori usuranti è possibile richiedere l’APE sociale purché si sia svolto uno dei lavori elencati dalla legge per almeno 7 anni negli ultimi 10 anni e siano stati versati almeno 30 anni di contributi.

I lavoratori dipendenti che siano stati adibiti per almeno la metà della vita lavorativa a lavori usuranti e gravosi, sia del settore privato che pubblico, possono godere anche della pensione anticipata.

In questo caso il lavoratore deve dimostrare di essere in possesso di tre requisiti:

  • un’età non inferiore a 61 anni e 7 mesi;
  • un’anzianità contributiva di almeno 35 anni;
  • il raggiungimento della quota 97,6 (dato dalla somma dell’età e dell’anzianità contributiva).

Chi sono i beneficiari?

Il decreto 67/2011 individua principalmente 4 categorie:

  • lavoratori impegnati in mansioni particolarmente usuranti;
  • lavoratori addetti alla linea catena;
  • conducenti di veicoli adibiti a servizio pubblico di trasporto collettivo con almeno 9 posti;
  • lavoratori notturni.

Quali sono le mansioni usuranti

Nello specifico, nelle mansioni particolarmente usuranti rientrano lavori che vengono realizzati in situazioni particolari, anche rischiose, e che richiedono un impegno psico-fisico maggiore in termini di quantità di tempo e intensità, e cioè quei lavori svolti: 

  • in galleria, cava o miniera;
  • in cave di materiale di pietra e ornamentale;
  • in cassoni ad aria compressa;
  • dai palombari;
  • ad alte temperature, quando non sia possibile adottare misure di prevenzione, come succede ad esempio nelle fonderie;
  • per la lavorazione del vetro cavo, mansioni dei soffiatori nell’industria del vetro eseguito sia a mano che a soffio;
  • in spazi ristretti;
  • in attività di costruzione, riparazione e manutenzione navale;
  • per asportazione dell’amianto.

Di recente a questo elenco sono stati aggiunti anche:

  •  addetti alla concia di pelli e pellicce;
  •  addetti ai servizi di pulizia;
  •  addetti spostamento merci e/o facchini;
  •  conducenti di camion o mezzi pesanti in genere;
  •  conducenti treni e personale viaggiante in genere;
  •  guidatori di gru o macchinari per la perforazione nelle costruzioni;
  •  infermieri o ostetriche che operano su turni;
  •  maestre/i di asilo nido e scuola dell’infanzia;
  •  operai edili o manutentori di edifici;
  •  operatori ecologici e tutti coloro che si occupano di separare o raccogliere rifiuti;
  •  addetti all’assistenza di  persone non autosufficienti;
  • lavoratori marittimi;
  • pescatori;
  • operai agricoli;
  • operai  siderurgici.

La pensione anticipata per i lavoratori notturni

Anche chi svolge turni di notte, può godere dell’anticipo sulla pensione. Anche in questo caso, è necessario che l’attività notturna sia svolta per almeno la metà della vita lavorativa. Oppure, in alternativa, il lavoro notturno deve essere stato svolto per almeno 7 anni negli ultimi 10 prima della pensione.

I lavoratori notturni possono accedere al pensionamento anticipato con le stesse regole previste per gli altri lavori usuranti, cioè almeno 35 anni di anzianità contributiva e 61 anni e 7 mesi d’età, e quota 97,6 sommando i due requisiti. 

Fanno eccezione:

  • i lavoratori notturni a turni occupati per un numero di giorni lavorativi da 64 a 71 all’anno, per i quali la quota si alza a 99,6 con un’età minima di 63 anni e 7 mesi;
  • i lavoratori notturni a turni occupati per un numero tra le 72 a 77 giornate all’anno, per i quali la quota si alza a 98,6 con un’età minima di 62 anni e 7 mesi.

 

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