Quali impieghi rientrano nella categoria di lavoro usurante, quali sono le tutele, come funziona la pensione
Ci sono dei lavori che sono particolarmente faticosi. Pensa a tutte quelle mansioni che si svolgono di notte, oppure per tante ore alla guida, o in catena di montaggio, solo per fare alcuni esempi.
Per tutelare chi svolge queste professioni, la legge ha stabilito delle tutele che riguardano diversi ambiti, come ad esempio la pensione.
In questo articolo vedremo nel dettaglio cosa sono i lavori usuranti, quali sono le tutele e i vantaggi previsti per questi tipi di impiego e come funziona la pensione.
I lavori usuranti sono tutti quei lavori che risultano particolarmente pesanti e logoranti per chi li svolge.
Non tutti i lavori rientrano in questa categoria. Perché un’attività sia considerata usurante, devono esserci determinati requisiti, che in Italia sono definiti dal decreto legislativo 67/2011.
In generale, nella definizione di lavoro usurante rientrano le “lavorazioni particolarmente faticose e pesanti”.
Esiste un elenco dettagliato che indica quali lavori sono inclusi tra quelli usuranti e riporta anche i rispettivi codici ATECO.
Nel tempo, la nozione di lavoro usurante è cambiata e quindi anche l’elenco è stato aggiornato più volte.
Se volessi riassumere le caratteristiche di queste mansioni, potresti dire che sono quelle che generano stress, aumentano il rischio di infortuni e richiedono un forte impegno fisico.
Nello specifico, nelle mansioni particolarmente usuranti rientrano lavori che vengono realizzati in situazioni particolari, anche rischiose, e che richiedono un impegno psico-fisico maggiore in termini di quantità di tempo e intensità.
Il decreto 67/2011 individua quali sono i lavori usuranti elencando principalmente 4 categorie:
Più precisamente i lavori usuranti sono quelli svolti:
Di recente a questo elenco di lavori usuranti sono stati aggiunti anche:
Non sempre il lavoro notturno è usurante. Il decreto legislativo /2011 fornisce una definizione di lavoro notturno usurante più limitata rispetto alla definizione generale.
Infatti, rientrano nei lavori notturni usuranti le seguenti categorie:
In sintesi, il lavoro notturno è sempre riconosciuto come usurante a condizione che si rientri in una delle due categorie sopra indicate.
Non c’è nessuna novità per i lavori usuranti 2025. Dunque l’elenco lavori usuranti 2025 è quello richiamato dal decreto legislativo 67/2011, che rimane invariato.
Stesse regole anche per la pensione anticipata per chi fa lavori usuranti 2025.
La novità 2025 riguarda la scadenza entro cui fare domanda: l’INPS ha precisato che chi vuole beneficiare della pensione anticipata lavori usuranti nell’anno 2026, deve presentare domanda di riconoscimento di lavoro usurante entro il 1 maggio 2025.
Che cosa fare in caso di lavoro usurante non riconosciuto? Può capitare che, al momento di fare domanda di pensione anticipata per lavoro usurante, tu scopra di non avere tutti i requisiti previsti dalla normativa.
Ad esempio, potrebbe mancare qualche periodo contributivo oppure l’azienda potrebbe aver omesso di indicare correttamente il lavoro notturno o la mansione usurante. In questo caso, il lavoro usurante non viene riconosciuto.
Tuttavia, hai la possibilità di presentare un’istanza o un ricorso all’INPS per dimostrare di aver svolto un lavoro usurante e, quindi, di avere i requisiti per accedere alla pensione anticipata.
Se anche istanza o ricorso vengono rigettati, potrai rivolgerti al Tribunale, promuovendo un ricorso giudiziario per ottenere il riconoscimento della pensione anticipata per lavoro usurante.
Poiché i lavoratori che svolgono mansioni usuranti sono sottoposti a uno stress maggiore rispetto agli altri, la legge prevede una serie di tutele a loro favore.
Una delle principali è legata alla pensione di anzianità, con vantaggi sia sul piano economico che nel conteggio dell’anzianità contributiva.
Le agevolazioni variano in base alla tipologia di lavoro usurante.
Tra queste c’è la possibilità di accedere all’APE sociale e alla pensione anticipata.
In particolare, l’APE sociale per i lavori usuranti ti consente di usufruire di un’indennità a partire dai 63 anni se ti trovi in uno stato di difficoltà.
Questa misura prevede un importo ponte che ti accompagna fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione ordinaria.
Per poterla richiedere, devi aver svolto uno dei lavori elencati dalla legge per almeno 7 anni negli ultimi 10 e aver versato almeno 30 anni di contributi.
La pensione anticipata per lavori usuranti rappresenta una delle forme di tutela più rilevanti per chi svolge mansioni particolarmente faticose: in questo modo, ti viene riconosciuta la possibilità di andare in pensione prima.
Infatti, se sei un lavoratore dipendente sia del settore privato che pubblico e hai svolto per almeno metà della tua vita lavorativa attività usuranti o gravose, potresti avere diritto alla pensione anticipata.
La pensione per lavori usuranti non spetta automaticamente, ma devi rispettare alcuni requisiti specifici, che sono:
Anche se lavori su turni notturni, puoi beneficiare dell’anticipo pensionistico. In questo caso, devi aver svolto l’attività notturna per almeno metà della tua vita lavorativa oppure, in alternativa, per almeno 7 anni negli ultimi 10 prima della pensione.
Come lavoratore notturno, puoi accedere alla pensione anticipata seguendo le stesse regole previste per gli altri lavori usuranti, cioè:
Fanno eccezione due casi:
Dal punto di vista normativo, non subisci alcuna penalizzazione diretta sulla pensione se accedi al trattamento anticipato per lavori usuranti. L’assegno pensionistico che percepisci è calcolato secondo le stesse regole valide per tutti i dipendenti, sulla base del sistema retributivo, contributivo o misto, in relazione al tuo rapporto lavorativo.
L’unica differenza riguarda l’incidenza:
Che cosa vuol dire? Vuol dire che, se vai in pensione due anni prima, non avrai i contributi di quei due anni, e inoltre, minore sarà la tua età di pensionamento, più basso sarà il coefficiente applicato per il calcolo dell’importo.
In conclusione, l’importo della tua pensione potrebbe essere leggermente ridotto, di circa un 5-7% rispetto a chi va in pensione più tardi.
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