Che cosa succede quando viene dichiarata la illegittimità del licenziamento di un dipendente stagionale
Il lavoratore stagionale, come tutti i lavoratori assunti con un contratto a termine può essere licenziato solo per giusta causa. Proprio per effetto della precisa durata pattuita dalle parti non è ammesso, tranne che in casi eccezionali, il licenziamento per ragioni economiche.
Al lavoratore stagionale non si applicano le tutele previste per la generalità dei lavoratori assunti a tempo indeterminato. In caso di impugnazione e di accertamento della illegittimità del licenziamento, lo stagionale ha diritto ad una tutela risarcitoria, pari alle mensilità calcolate dalla data del recesso a quella di scadenza del rapporto.
Si, il lavoratore stagionale può subire il licenziamento per giusta causaÈ il licenziamento inflitto senza preavviso a fronte di una condotta del dipendente talmente grave da non consentire la prosecuzione, neanche temporanea, del rapporto. More da parte dell’azienda. Come tutti i lavoratori, anche lo stagionale è tenuto a rispettare il codice disciplinare e a svolgere diligentemente la propria prestazione lavorativa.
In caso di inadempimenti o di condotte rilevanti dal punto di vista disciplinare, anche il lavoratore stagionale può essere licenziato. Come per tutti i dipendenti, anche in questo caso l’azienda è tenuta ad avviare il procedimento disciplinare.
La particolare durata del rapporto, limitata ad alcuni mesi, non pregiudica infatti il diritto di difesa del lavoratore stagionale. In altri termini, in nessun caso l’azienda può procedere con il licenziamento in tronco oppure oralmente.
Il dipendente può impugnare il licenziamento entro i limiti e con le forme previste dalla legge. Tuttavia, il lavoratore stagionale non gode delle stesse tutele garantite ai lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato.
Quello stagionale è un ordinario rapporto di lavoro a termine e, come tale, è soggetto ad una disciplina e ad una tutela speciale rispetto agli ordinari rapporti a tempo indeterminato. La normativa, sia l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, sia il Jobs Act, ossia I due riferimenti legislativi per i licenziamenti, non si occupano espressamente delle tutele a favore dei lavoratori stagionali o a termine, trovando applicazione esclusivamente per i rapporti a tempo indeterminato.
In difetto di una chiara disposizione normativa, è stato compito della giurisprudenza indicare quale tutela spetta al lavoratore stagionale in caso di licenziamento illegittimo.
Ebbene, in questi casi il dipendente ha diritto esclusivamente ad una tutela risarcitoria di un ammontare pari alle mensilità non lavorate.
Che cosa significa?
Facciamo un esempio concreto: un lavoratore stagionale è stato assunto con contratto a termine dal 1 aprile fino al 30 settembre. Viene licenziato in modo discriminatorio il 15 maggio. Se impugna il licenziamento, avrà diritto ad una tutela risarcitoria pari a tutte le mensilità che avrebbe percepito fino al termine del rapporto, previsto per il 30 settembre.
Applicando le ordinarie regole sul risarcimento del danno, la giurisprudenza ritiene che dalle somme spettanti al dipendente vadano ,detratti gli importi percepiti in virtù di un nuovo rapporto lavorativo successivamente instaurato.
Afferma la Corte di Cassazione che “nel contratto di lavoro a tempo determinato la risoluzione anticipata senza giusta causa va regolata dalle norme del codice civile e, in particolare, dai criteri generali sanciti dagli art. 1283 ss. c.c., per cui il danno che il prestatore d’opera eventualmente subisce per effetto dell’arbitrario recesso del datore di lavoro va risarcito mediante la retribuzione complessiva che egli avrebbe percepito sino alla scadenza convenzionale del rapporto, detratti però quei proventi che il lavoratore, dopo la risoluzione del rapporto abbia conseguito, usando la ordinaria diligenza, da una nuova attività lavorativa”.
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