Anche le persone straniere che lavorano in Italia hanno diritto ai congedi di maternità e paternità e a delle tutele
La gravidanza è un momento importante per la famiglia, che deve essere messa nelle condizioni di viverla al meglio, ed è inoltre delicato dal punto di vista medico.
Per questo motivo, lo Stato italiano prevede delle tutele particolari a beneficio della lavoratrice madre – così da salvaguardare lo stato di salute della donna e del nascituro – e ha introdotto delle misure anche nei confronti del padre.
Queste tutele si estendono anche ai lavoratori stranieri che risiedono in Italia, poiché si segue la stessa disciplina valida per cittadine e cittadini italiani.
In alcuni casi, gli strumenti a sostegno della famiglia sono messi a disposizione direttamente dall’INPS.
Per il periodo di gravidanza e per quello immediatamente successivo sono riconosciute delle garanzie.
Queste permettono, per esempio:
Per la lavoratrice in gravidanza è obbligatorio astenersi dal lavoro per un determinato periodo di tempo e lo Stato tutela la sua condizione garantendo questi diritti.
Alcune delle tutele previste sono estese anche al padre. Un esempio è il congedo di paternitàÈ il diritto del padre lavoratore di astenersi dal lavoro per tutta o una parte della durata del congedo di maternità, ed è riconosciuto in casi specifici. More obbligatorio di 10 giorni, fruibile tra i due mesi precedenti alla data presunta del parto e i cinque mesi successivi.
Poiché si tratta di un periodo molto delicato, lo Stato permette di beneficiare del congedo a prescindere dall’anzianità contributiva INPS.
Che cosa significa? Una lavoratrice straniera in Italia ha diritto allo stesso trattamento economico previsto per le lavoratrici italiane, anche se lavora da poco nel territorio nazionale e quindi non ha maturato contributi.
C’è un’eccezione a questa regola: le lavoratrici agricole, domestiche e familiari, che devono aver versato i contributi per avere diritto alla maternità.
Le misure a favore dei genitori sono molte e coincidono spesso con quelle previste per i soggetti con cittadinanza italiana:
Come di norma, successivamente al momento del parto, si dovrà comunicare la nascita del figlio.
Per effettuare la denuncia, che è obbligatoria, ci si potrà recare:
La dichiarazione di nascita può essere effettuata da:
Nell’ottica di maggior tutela della madre e del nascituro, lo Stato Italiano prevede l’impossibilità dell’espulsione della cittadina priva del permesso di soggiorno in stato di gravidanza, fino a sei mesi dopo la nascita del figlio.
Alla donna in gravidanza viene rilasciato dalla Questura un permesso di soggiorno speciale, per effettuare le dovute cure mediche. Anche il padre del bambino ha diritto al permesso di soggiorno.
Tutte le visite e le cure per la gravidanza, infine, sono gratuite, e quindi escluse dall’obbligo di pagamento del ticket, anche per le donne non in regola con il permesso di soggiorno.
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