Dove si compila la richiesta di dimissioni? È uguale per tutti i lavoratori? Quanto dura il periodo di preavviso?
Le dimissioni volontarie sono il modo con cui puoi interrompere il tuo contratto di lavoro per scelta. Quando dici “mi sono licenziato,” stai usando un termine comune, ma tecnicamente si parla di “dimissioni del lavoratore” e non di “licenziamento,” che è l’interruzione del rapporto da parte dell’azienda.
Le dimissioni volontarie dal lavoro sono regolate dall’articolo 2118 del Codice Civile, che stabilisce che ognuno dei contraenti può recedere da un contratto di lavoro a tempo indeterminato, rispettando il preavviso secondo i termini stabiliti dagli usi o secondo equità.
Per dare correttamente le dimissioni devi consultare il tuo contratto collettivo e verificare le regole sul preavviso da rispettare.
La caratteristica principale del periodo di prova è che ti consente, come al datore di lavoro, di interrompere liberamente il rapporto. Le dimissioni durante il periodo di prova sono quindi libere e non richiedono alcuna giustificazione.
Secondo l’articolo 2016 del Codice Civile, durante il periodo di prova ciascuna delle parti può recedere dal contratto senza obbligo di preavviso o indennità. Tuttavia, se la prova è prevista per un tempo minimo stabilito, il recesso non può avvenire prima della scadenza di questo periodo.
In sintesi, durante il periodo di prova puoi dimetterti senza dover dare motivazioni o rispettare un termine di preavviso.
Le dimissioni ordinarie sono previste solo nei contratti a tempo indeterminato. È un principio generale del nostro ordinamento: nei rapporti di lavoro senza una scadenza precisa, entrambe le parti possono interrompere il rapporto, rispettando un periodo di preavviso.
Nei contratti a tempo determinato, invece, le dimissioni ordinarie non sono consentite. Perché? Perché entrambe le parti si sono impegnate a rispettare la data di fine prevista nel contratto e quindi non è possibile interromperlo prima per scelta personale.
Le uniche eccezioni che permettono di concludere anticipatamente un contratto a tempo determinato sono:
Come dare le dimissioni? È sufficiente informare l’azienda della tua volontà di lasciare il lavoro. Puoi farlo con una semplice email, una PEC o una dichiarazione consegnata direttamente in azienda.
Attenzione: l’azienda non deve accettare né convalidare le tue dimissioni, poiché si tratta di un atto unilaterale che non richiede l’approvazione del datore di lavoro. Inoltre, le dimissioni ordinarie non richiedono una motivazione specifica.
Dal 2016 è obbligatoria la procedura telematica per presentare le dimissioni: una volta completata online, l’azienda riceverà automaticamente la notifica delle tue dimissioni. Per chiarezza e correttezza, ti consigliamo di comunicare anticipatamente la tua decisione tramite email o comunicazione scritta e poi procedere alla richiesta di dimissioni online sul sito del Ministero del Lavoro o dell’INPS.
Dal 2016 è obbligatoria la procedura telematica per presentare le dimissioni: una volta completata online, l’azienda riceverà automaticamente la notifica delle tue dimissioni. Per chiarezza e correttezza, ti consigliamo di comunicare anticipatamente la tua decisione tramite email o comunicazione scritta e poi procedere alla richiesta di dimissioni online sul sito del Ministero del Lavoro o dell’INPS.
Dare le dimissioni online è semplice: per farlo in autonomia, devi inviare telematicamente un modulo disponibile sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dove inserisci i tuoi dati, quelli dell’azienda, le informazioni sul rapporto di lavoro e la data in cui le dimissioni avranno effetto. Puoi accedere anche dal sito dell’INPS.
Per inviare le dimissioni online, ti serve il PIN INPS o, in alternativa, lo SPID. Prima di procedere, assicurati di avere tutte le informazioni necessarie, come l’email o PEC aziendale, i dettagli del rapporto di lavoro (che trovi nel contratto o sulla busta paga), i tuoi dati personali e quelli dell’azienda.
Il Ministero ha creato una guida per spiegarti ogni passaggio. Se preferisci farti aiutare, puoi rivolgerti a un intermediario come un patronato, un consulente del lavoro o un ente bilaterale per supporto nella compilazione e nell’invio del modulo.
Non devi usare la procedura telematica nei seguenti casi:
Decidere quando dare le dimissioni è fondamentale se vuoi interrompere il tuo rapporto di lavoro, perché è importante rispettare il periodo di preavviso.
Cos’è il preavviso nelle dimissioni? È il periodo di tempo entro cui devi informare il datore di lavoro della tua decisione di lasciare. Le regole per il preavviso variano a seconda del settore: ogni settore può avere procedure e tempi di preavviso specifici da rispettare.
Il preavviso serve a ridurre i disagi che l’azienda potrebbe affrontare a causa dell’improvvisa interruzione del tuo rapporto di lavoro.
La legge non stabilisce un periodo di preavviso fisso: questo cambia a seconda del settore in cui lavori e delle regole previste dal contratto collettivo. In generale, i contratti collettivi definiscono il numero di giorni (o settimane o mesi) di preavviso che devi dare, considerando variabili come:
Ad esempio, se sei un impiegato con anzianità di 2 anni al 4° livello, nel settore Commercio, dovrai presentare le dimissioni con 15 giorni di preavviso a partire dal 1° o dal 16° del mese.
Il preavviso può essere conteggiato in giorni di calendario o giorni di lavoro effettivo. In quest’ultimo caso, considererai solo i giorni effettivamente lavorati: se presenti le dimissioni il 13 del mese, il preavviso inizierà a decorrere dal 16 e dovrai aggiungere 15 giorni di calendario.
Alcuni contratti collettivi stabiliscono “finestre” temporali per l’inizio del preavviso. Ad esempio, se ti dimetti entro il 15 del mese, il preavviso partirà dal 15, allungando di qualche giorno il periodo totale. Assicurati sempre di verificare cosa prevede il contratto collettivo prima di dimetterti.
Se non dai il preavviso, il datore di lavoro potrà trattenere dall’ultima busta paga la retribuzione corrispondente ai giorni di preavviso non lavorati. Questa trattenuta è una forma di risarcimento, chiamata “indennità sostitutiva del preavviso”.
Riprendendo l’esempio precedente, perderesti 15 giorni di paga se non dovessi rispettare il preavviso previsto.
In alcuni casi, non puoi dare le dimissioni online, ma devi seguire una “procedura di convalida” pensata per tutelarti. Questa procedura serve a verificare che ti stia dimettendo di tua spontanea volontà e non sotto pressione del datore di lavoro.
Chi deve fare la procedura di convalida delle dimissioni? Se rientri in una delle seguenti situazioni, dovrai seguire questa procedura:
In questo caso, dovrai prima comunicare le dimissioni per iscritto al datore di lavoro e successivamente presentarti all’Ispettorato Territoriale del Lavoro. All’Ispettorato, mostrerai il tuo documento di identità e dovrai firmare una dichiarazione di dimissioni volontarie di fronte a un ufficiale.
Per il caso di dimissioni legate al matrimonio, la convalida può essere fatta direttamente da te o dal datore, per iscritto o di persona, comunicandola all’Ispettorato.
Ricorda di fare la convalida entro 30 giorni dalla data in cui il datore ha ricevuto le dimissioni. Se ti dimentichi, il datore è tenuto a sollecitarti.
Sì, puoi revocare le dimissioni. Hai 7 giorni di tempo dall’invio della comunicazione per annullarle: basta entrare di nuovo nella procedura online del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e fare la revoca delle dimissioni inviate all’azienda. Con la revoca, il rapporto di lavoro proseguirà come se non avessi mai dato le dimissioni.
Se hai interrotto la NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) a causa di un nuovo lavoro e poi ti sei dimesso volontariamente, la possibilità di riattivare l’indennità dipende dalla durata del nuovo impiego.
Se il rapporto di lavoro è durato meno di sei mesi, la NASpI viene sospesa e riprende automaticamente al termine del contratto, indipendentemente dal motivo della cessazione, comprese le dimissioni volontarie.
In questo caso, non devi presentare una nuova domanda; l’INPS riprenderà i pagamenti per il periodo residuo spettante. Tuttavia, se il nuovo lavoro supera i sei mesi o se ti sei dimesso senza giusta causa, potresti perdere il diritto alla NASpI. Ti consigliamo di consultare il sito dell’INPS o di rivolgerti a un patronato per verificare la tua situazione specifica.
Le assunzioni successive funzionano come una normale nuova assunzione. Anche se ti assumono di nuovo nella stessa azienda, non ci sono differenze rispetto a un’assunzione da zero. L’azienda deve solo seguire alcune accortezze: per esempio, se vieni assunto di nuovo dopo esserti dimesso, non può essere previsto un nuovo periodo di prova per le stesse mansioni svolte in passato. A parte questi dettagli, la nuova assunzione non ha particolarità specifiche.
Leggi anche: