Novità congedo paternità 2022: da facoltativo a obbligatorio

Novità congedo paternità 2022: da facoltativo a obbligatorio
(foto Shutterstock)

A partire dal 13 agosto, il congedo di paternità, astensione dal lavoro riconosciuta ai padri lavoratori dipendenti, diventa diritto autonomo del padre

Il congedo di paternità è quel periodo di astensione dal lavoro che viene riconosciuto ai neopapà con un lavoro dipendente. A partire dal 13 agosto 2022, non è più una semplice facoltà ma diventa obbligatorio.

Si tratta di un’importante misura a sostegno alla genitorialità che si pone l’obiettivo, ancora lontano, di riequilibrare i carichi di cura all’interno del nucleo familiare. 

Fino a poco tempo fa, infatti, il congedo obbligatorio era garantito solo alle madri. Ai padri, invece, era concesso solo in casi molto specifici: la morte o grave infermità della madre, l’abbandono del figlio o l’affidamento esclusivo al padre.

Il neopapà poteva usufruire solamente del congedo parentale, una misura facoltativa rivolta sia alla madre che al padre a cui possono entrambi fare ancora ricorso.

Da misura facoltativa a obbligatoria

Con la Legge di bilancio 2022 viene introdotta la possibilità per il padre di godere di un periodo di congedo obbligatorio indipendente da quello fruito dalla madre.

 Il Decreto Legislativo del 13 agosto 2022 recepisce la direttiva UE n. 2019/1159, che chiedeva agli Stati Membri di attuare una serie di misure relative all’equilibrio tra vita professionale e vita familiare per i genitori.

A partire da questa data, dunque, il congedo obbligatorio per il padre diventa legge e va a sommarsi a quello facoltativo, che può continuare a essere usufruito.

 Come funziona?  

Secondo le nuove disposizioni, il padre ha diritto a un periodo di astensione obbligatoria dal lavoro a partire dai 2 mesi antecedenti la data presunta del parto ed entro il quinto mese di vita del figlio.

L’INPS parla proprio di un «diritto autonomo» del padre, che quindi può fruire del congedo indipendentemente da quello riconosciuto per legge alla madre. Questo significa che i giorni di astensione dal lavoro del padre si sommano a quelli della madre. 

Chi ne ha diritto?

Il congedo può essere richiesto da tutti i padri lavoratori dipendenti, sia pubblici che privati in occasione di questi eventi:

  • nascita di un figlio (parto naturale)
  • adozione
  • affidamento

Quanto dura? 

La durata complessiva è di 10 giorni lavorativi, che possono essere fruiti anche in forma non continuativa. Significa che i giorni possono essere presi tutti insieme oppure diluiti nel tempo.

Attenzione: in caso di parto gemellare, il periodo massimo viene aumentato a 20 giorni. 

Per gli affidamenti e le adozioni, il momento di inizio è fissato nel periodo in cui il minore è entrato effettivamente e giuridicamente all’interno del nucleo familiare.

Quanto è retribuito?

Come ripreso anche nel Messaggio INPS numero 3066 del 04 agosto 2022, ogni giorno è retribuito al 100%. Al lavoratore spetta dunque un’indennità giornaliera pari alla retribuzione goduta nel mese precedente a quello in cui il lavoratore fruisce del congedo.

Dal punto di vista contributivo, tutte le somme corrisposte dall’INPS a tutela dei periodi di genitorialità sono valide ai fini della maturazione della pensione e sono coperte da contribuzione figurativa.

Come viene pagato?

Solitamente viene pagato direttamente dal datore di lavoro, che anticipa le somme da parte dell’Istituto di Previdenza Sociale.

In questo caso, è necessario presentare la richiesta in forma scritta alla propria azienda, indicando i giorni in cui il lavoratore vuole assentarsi almeno 15 giorni prima dell’inizio del congedo. 

Qualora l’indennità sia pagata direttamente dall’INPS, bisogna invece presentare un’apposita domanda telematica sul sito dell’INPS accedendo con SPID o CIE.

In ogni caso, è possibile fare richiesta anche tramite il Contact Center dell’INPS oppure presso un CAF accreditato.

 

 

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