Un’azienda può retribuire i propri dipendenti con diverse modalità. Ma è legale essere pagati in contanti?
Lo stipendio è una parte fondamentale del rapporto di lavoro e deve essere pagato con modalità precise, pensate per garantire trasparenza, tracciabilità e sicurezza.
Oggi la legge stabilisce che il pagamento debba avvenire solo tramite strumenti tracciabili, come:
Queste modalità servono a tutelare sia chi lavora che chi assume, evitando problemi o irregolarità.
Il metodo più usato è il bonifico, che consente di ricevere lo stipendio direttamente sul conto corrente. A questo si aggiunge la busta paga, che mostra nel dettaglio tutte le voci della retribuzione.
Dal 2018, il pagamento dello stipendio deve avvenire con mezzi tracciabili per quasi tutti i rapporti di lavoro subordinato, indipendentemente dal tipo di contratto o dal numero di ore lavorate.
La legge prevede che il datore di lavoro non possa più pagare in contanti, così da garantire una prova certa del pagamento. Questo obbligo vale anche per il lavoro domestico.
I mezzi tracciabili includono:
Il bonifico bancario è ormai da tempo il metodo più usato per pagare lo stipendio.
È una modalità semplice, sicura e in linea con gli obblighi di tracciabilità previsti dalla legge. In pratica, il datore di lavoro versa lo stipendio direttamente sul conto corrente indicato dalla persona assunta, rispettando le scadenze stabilite dal contratto o dagli accordi collettivi.
Per questo motivo è fondamentale comunicare l’IBAN al momento dell’assunzione e ricordarsi di aggiornarlo subito in caso di cambiamenti.
Grazie a questo sistema, lo stipendio arriva in modo rapido, con una data certa e la possibilità di controllare eventuali errori.
In Italia, le regole sul pagamento dello stipendio sono stabilite dalla legge 205 del 2017, che impone al datore di lavoro l’uso di metodi tracciabili per versare la retribuzione.
Pagare in contanti non è più consentito, perché non permette di dimostrare in modo chiaro che il pagamento sia avvenuto.
Un’azienda che decide di pagare lo stipendio in contanti rischia una sanzione amministrativa. Allo stesso tempo, tu hai il diritto di rifiutare questa forma di pagamento se non è conforme alla legge.
Come già detto, la legge 205 del 2017 obbliga i datori di lavoro a versare la retribuzione e gli eventuali anticipi solo tramite banca o ufficio postale.
Tra le modalità accettate dalle legge c’è anche l’emissione di un assegno, che deve essere consegnato direttamente a te o a una persona da te delegata.
Dunque sì, si può pagare lo stipendio con assegno circolare, essendo un mezzo di pagamento tracciabile.
Sì, hai il diritto di rifiutare un pagamento non tracciabile e non puoi essere obbligato a ricevere lo stipendio in contanti.
Allo stesso modo, anche l’azienda può rifiutarsi di pagare in contanti, anche se lo richiedi tu.
Questa è una regola che vale per entrambe le parti e che deve essere sempre rispettata, indipendentemente dagli accordi personali.
Se il datore di lavoro e il dipendente si mettono d’accordo per un pagamento in contanti, questo sarà comunque considerato valido, anche se non è conforme alle modalità previste dalla legge.
In pratica, l’azienda avrà comunque soddisfatto l’obbligo di pagamento dello stipendio.
In questi casi, però, potresti dover firmare una quietanza, cioè una ricevuta, per tutelare il datore di lavoro da possibili contestazioni sul mancato versamento.
Pagare uno stipendio con un metodo non tracciabile potrebbe comportare per l’azienda una sanzione dai 1.000 ai 5.000 €.
Il cosiddetto “tetto al contante” prevede che, per importi superiori a 4.999,99 €, sia obbligatorio usare metodi di pagamento tracciabili, a prescindere dal tipo di bene o servizio.
Per quanto riguarda gli stipendi, non esiste un limite diverso da quello generale.
Quindi, anche se la retribuzione è inferiore ai 5.000 €, il pagamento deve comunque avvenire con modalità tracciabili, come previsto dalla legge.
Una delle domande più frequenti è: entro quando deve essere pagato lo stipendio? Quali sono le scadenze da rispettare?
La legge non stabilisce una data unica per tutti, ma prevede che lo stipendio venga pagato ogni mese, a meno che il contratto collettivo non dica diversamente.
Di solito, lo stipendio viene versato intorno al 10 o al 15 del mese successivo a quello lavorato. Tuttavia, alcuni contratti collettivi possono indicare scadenze diverse.
Per sapere con precisione quando riceverai lo stipendio, è importante controllare il contratto di assunzione e fare riferimento agli usi aziendali, che di solito indicano il giorno preciso del pagamento.
Il ritardo nel pagamento dello stipendio non è solo un disagio, ma rappresenta anche una violazione del contratto di lavoro.
Se succede, è importante agire subito. Il primo passo è inviare un sollecito scritto, così da avere una traccia documentale. Puoi farlo anche via email, ma se il problema continua, è meglio usare una PEC o una raccomandata, così da avere una data certa della comunicazione.
Se il ritardo persiste, puoi rivolgerti a un sindacatoÈ un’organizzazione che ha il compito di rappresentare e difendere i diritti e gli interessi di categoria dei lavoratori o dei datori di lavoro. More, a un Consulente del lavoro, oppure valutare un’azione legale.
Nei casi più gravi, un ritardo che si ripete può essere considerato una giusta causa di dimissioni.
Se non ti viene pagato lo stipendio, hai a disposizione diversi strumenti per difendere i tuoi diritti.
Una delle domande più frequenti è: puoi denunciare il mancato pagamento ai Carabinieri?
La risposta è sì, ma questa strada è utile soprattutto nei casi più gravi, quando il comportamento del datore di lavoro può essere considerato illecito o addirittura un reato, come nei casi di sfruttamento.
Di solito, però, si cerca prima di risolvere la questione per vie civili: puoi contattare direttamente il datore di lavoro, oppure farti assistere da un avvocato o da un sindacato, e avviare un tentativo di conciliazione.
Leggi anche:
Pagamenti elettronici, che cosa cambia per gli stipendi?
Leggere la busta paga, spiegazione voci
Pignoramento dello stipendio: quando è possibile e cosa fare