Bisogna soddisfare precisi requisiti per poter mantenere il diritto di percepire la pensione di reversibilità
La pensione di reversibilità è una forma di «eredità della pensione». Si tratta infatti di un trattamento economico che può essere riconosciuto dall’INPS a favore dei familiari superstiti a seguito del decesso di un lavoratore assicurato, o di un pensionato.
Questo contributo economico non ha una scadenza definita per legge. Bisogna però che i beneficiari continuino a godere dei requisiti richiesti, altrimenti viene revocato.
Oltre a questa ipotesi, c’è la possibilità che il trattamento economico venga riproporzionato.
Vediamo nel dettaglio i casi in cui può essere revocato e quando, invece, può essere ridotto.
Ci sono due tipi di trattamenti pensionistici riconosciuti dall’INPS in caso di decesso di una persona:
L’importo erogato è pari a una percentuale di quello che percepiva il defunto come pensione ordinaria
In questo caso, la pensione è riconosciuta nel caso in cui l’assicurato abbia svolto almeno 15 anni di anzianità assicurativa e contributiva, oppure 5 anni di anzianità assicurativa e contributiva, di cui con almeno 3 nei 5 anni immediatamente precedenti alla data del decesso.
Non c’è una durata temporale fissata per legge. Tuttavia, l’INPS continua a erogare il trattamento economico solo se i beneficiari continuano ad avere i requisiti richiesti.
Ci sono dei casi, quindi, in cui l’erogazione può essere interrotta:
Oltre l’ipotesi in cui la pensione di reversibilità viene revocata, c’è anche la possibilità che venga ridotta.
Questo può accadere quando il coniuge superstite supera determinati limiti di reddito.
Le percentuali di riduzione sono assenti per i redditi più bassi e arrivano fino al 50% per quelli più alti. In quest’ultimo caso, l’importo della pensione può essere dimezzato.
È importante sottolineare che ci sono comunque delle eccezioni a questa regola. Per esempio, quando il soggetto beneficiario è un coniuge che ha a suo carico figli minori, inabili o studenti con i requisiti richiesti, non verrà applicata alcuna riduzione del trattamento, a prescindere dal reddito.
La domanda può essere presentata telematicamente utilizzando l’apposita sezione nel sito INPS, o in alternativa si può telefonare al contact center INPS o rivolgersi a patronati e Centri di Assistenza Fiscale (CAF).
A partire dal decesso del soggetto, non c’è un periodo limite per presentare domanda, se non quello di prescrizione delle somme, pari a 10 anni.
Il trattamento pensionistico verrà erogato a partire dal mese successivo a quello del decesso del soggetto.
Generalmente, per l’elaborazione del provvedimento c’è bisogno di un periodo di 30 giorni. In alcuni casi la legge può fissare termini diversi.
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