Quante volte si può rinnovare un contratto a tempo determinato

Rinnovo contratto a tempo determinato quante volte
(foto Shutterstock)

ll contratto a tempo determinato è uno dei più utilizzati. Ha delle regole precise che riguardano proroghe e rinnovi

Il contratto di lavoro a tempo determinato, conosciuto anche con il nome di contratto a termine, fa parte di quei “contratti flessibili” disciplinati all’interno del Codice dei contratti, ossia il decreto legislativo numero 81 del 2015. Costituisce un’eccezione rispetto alla forma comune dei contratti di lavoro, che è quella a tempo indeterminato.

Il contratto a tempo determinato ha dei limiti molto precisi, come ad esempio la durata massima di 12 mesi, la possibilità di proroga solo per 4 volte nell’arco di 24 mesi, e l’obbligo datoriale di specificare i motivi quando si procede a un rinnovo.  

Contratto a tempo determinato: differenza tra rinnovo e proroga

Le parti possono accordarsi affinché il contratto non termini alla data originariamente scelta, ma venga prorogato o rinnovato. Proroga e rinnovo, tuttavia, non sono la stessa cosa. È opportuno tenere distinti i due concetti perché confonderli può comportare conseguenze spiacevoli, soprattutto a carico dell’azienda.

Queste sono le differenze tra rinnovo e proroga:

  • Si parla di rinnovo quando le parti “rinnovano” un precedente rapporto di lavoro. Significa che tra le stesse parti è già intervenuto un contratto di lavoro, che è cessato e che successivamente viene ricostituito. Il “rinnovo” quindi deve riguardare l’instaurazione di un nuovo contratto di lavoro tra le stesse parti.
  • La proroga del contratto invece interviene quando il rapporto lavorativo è ancora in essere. Le parti decidono di comune accordo di allungare la durata del contratto.

Quante volte si può prorogare un contratto a tempo determinato 

Nel caso della proroga le parti si accordano per far proseguire il patto originariamente stipulato senza mutarne gli elementi essenziali, tra cui il tuo inquadramento e le mansioni, ma variando la durata finale del rapporto.

Per essere valida, la proroga deve intervenire prima della scadenza pattuita e, se questa comporta l’allungamento della durata superiore a 12 mesi, allora saranno sempre necessarie le giustificazioni.

Infatti, la proroga è libera se il rapporto non dura complessivamente più di 12 mesi. Diversamente, se si superano i 12 mesi, la proroga non è più libera, ma deve essere inserita una causale.

Facciamo un esempio per capire meglio. 

Contratto a termine di 10 mesi:  le parti decidono di prorogarlo di ulteriori 2 mesi = la durata non è superiore a 12 mesi e dunque la proroga è libera. Se invece decidono di prorogarlo di 3 o 4 mesi, sforano il limite di 12 mesi e quindi è necessario indicare la causale.

Quante volte si può prorogare contratto a tempo determinato? La legge stabilisce un numero massimo di proroghe: la proroga può essere concessa per un numero massimo di 4 volte nel rispetto sempre dell’arco temporale di 24 mesi, previo tuo consenso.

Durata massima contratti a tempo determinato

L’azienda non può proporti la scadenza che vuole, ma c’è un preciso limite alla durata del contratto a tempo determinato. La massima durata del contratto a tempo determinato varia a seconda delle ipotesi: in ogni caso il limite del contratto a tempo determinato è di 24 mesi.

È possibile andare oltre questo periodo solo in casi eccezionali e motivati. 

Vediamo i due casi più frequenti di durata contratto a tempo determinato:

  • contratto di 12 mesi: il codice dei contratti prevede che possano essere stipulati contratti a termine per qualsiasi ragione, per qualsiasi tipo di lavoro e settore economico. In questo caso non è necessario indicare nessun tipo di causale e la stipulazione è libera.
  • contratto con durata superiore ai 12 mesi: la legge stabilisce che la durata massima del contratto determinato è di 24 mesi con l’obbligo per il datore di lavoro di specificare i motivi per cui ti assume a tempo determinato.

Questi motivi sono definiti “causali” e sono individuati dai contratti collettivi, nazionali o aziendali, o comunque nelle ipotesi di  esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva individuate dalle parti.

Attenzione: se queste causali mancano, il contratto è considerato nullo e hai diritto alla conversione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato.

Quindi, ricapitolando: 

  • la durata massima del contratto a tempo determinato non può di regola superare i 24 mesi
  • nel caso di durata pari o inferiore a 12 mesi, non è obbligatorio specificare le causali; 
  • in caso di rinnovo (di qualsiasi durata) o di proroga (che va oltre i 12 mesi) oppure in caso di durata iniziale superiore a 12 mesi è sempre necessario inserire la causale nel contratto.

Quante volte si può rinnovare un contratto a tempo determinato 

Proroga e rinnovo sono due concetti distinti e sono disciplinate dalla legge in modo diverso.

Nel caso di rinnovo, come si può capire anche dalla parola stessa, tu e il datore stipulate di fatto un nuovo contratto. Il rinnovo è libero se il rapporto è complessivamente inferiore a 12 mesi. Se invece è superiore, la legge richiede che vengano sempre inserite le causali.

C’è poi un altro aspetto da considerare: lo stop and go. Per evitare che il contratto a termine possa essere utilizzato in modo fraudolento, il Jobs act specifica poi che è necessario rispettare, tra la conclusione di un accordo e l’inizio di un altro, uno specifico arco temporale di “non lavoro”.

Quanto dura lo stop and go? Questa regola dello “stop and go” varia in base alla durata del primo accordo stipulato ovvero:

  • se originariamente la durata era pari o inferiore a 6 mesi, allora deve essere rispettato uno stop di 10 giorni;
  • se la durata era superiore a 6 mesi, lo stop aumenta a 20 giorni.

Questo non vale in alcuni specifici settori, come ad esempio per le attività stagionali, le start-up innovative e nel settore agricolo.

Quante volte si può rinnovare il contratto a termine? La legge non prevede un numero massimo di rinnovi. Tuttavia, un limite alle possibilità di rinnovo si ricava dalla durata massima del contratto a tempo determinato: aziende e lavoratori possono sottoscrivere tanti rinnovi contrattuali, ma nel rispetto della durata massima di 24 mesi.

Rinnovo contratto tempo determinato categorie protette: ci sono differenze? 

No, non c’è alcuna differenza. Se rientri nelle “categorie protette” devi sottostare alla stessa disciplina generale del contratto a termine. 

Dunque è sempre necessario il tuo consenso per il rinnovo e la proroga ed è necessario fare attenzione alla durata del rapporto: se si superano i 12 mesi è obbligatorio inserire la causale.

E se non voglio rinnovare il contratto a tempo determinato? 

Il contratto di lavoro può essere rinnovato o prorogato solo con il consenso di entrambe le parti. Nel caso di rinnovo si tratta della sottoscrizione di un nuovo contratto di lavoro. Per questo motivo, puoi tranquillamente rifiutarti di firmare un nuovo contratto. 

Nel caso della proroga, invece, puoi rifiutare la proposta di allungamento della durata del contratto, che così terminerà secondo la scadenza inizialmente prevista. Nessuna discriminazione o ritorsione può essere giustificata per il rifiuto della sottoscrizione della proroga del contratto.

Dopo quanto tempo il contratto determinato diventa indeterminato?

È fondamentale conoscere bene la disciplina del contratto a termine perché le conseguenze portano alla costituzione di un contratto a tempo indeterminato

Le ipotesi più frequenti di conversione del contratto a tempo indeterminato sono le seguenti:

  • superamento del termine pattuito di 30 o 50 giorni, se il rapporto è stato rispettivamente inferiore o superiore a 6 mesi;
  • superamento del limite massimo di 24 mesi: in questo caso il rapporto si converte automaticamente a tempo indeterminato;
  • omessa indicazione delle causali laddove necessarie;
  • falsa apposizione delle causali: l’azienda indica delle causali che in realtà non esistono;
  • mancato rispetto dello stop & go.

In ogni caso, per la trasformazione del contratto a tempo indeterminato è necessaria la tua impugnazione del licenziamento: hai 180 giorni di tempo dalla cessazione per impugnare il contratto e chiedere la costituzione di un rapporto a tempo indeterminato.

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