Rendita Inail infortunio sul lavoro

(foto Shutterstock)

La riduzione della capacità lavorativa da infortunio o malattia professionale superiore al 16% garantisce una rendita

Cosa si intende per rendita Inail?

Fino al 25 luglio 2000 l’Inail, oltre all’indennità per inabilità temporanea assoluta (infortunio), prevedeva una forma di risarcimento del danno per la diminuita attitudine al lavoro di quei lavoratori colpiti da malattie professionali o infortuni sul lavoro attraverso quella che veniva chiamata rendita diretta per inabilità permanente. Si trattava di una somma che risarciva tra l’11% e il 100%.

A partire dal 26 luglio 2000 è stata introdotto anche l’indennizzo del danno biologico, cioè una lesione all’integrità psicofisica che deve essere valutata dal medico legale.

Dunque oltre all’indennità di infortunio per inabilità temporanea assoluta, l’Inail riconosce alternativamente:

  • un indennizzo in capitale quando è accertato un grado di perdita dell’integrità psicofisica compreso tra il 6% ed il 15%
  • un indennizzo in rendita quando è accertato un grado di menomazione dell’integrità psicofisica compreso tra il 16% ed il 100%.

Calcolo rendita INAIL per infortunio sul lavoro

L’indennizzo della rendita viene stabilito in relazione al grado di menomazione dell’infortunio o malattia professionale del lavoratore, e l’importo della rendita viene calcolato in base a due quote:

  • una di indennizzo del danno biologico in base alla percentuale di menomazione accertata come da tabella: è prevista la rivalutazione annuale degli importi in base alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati;
  • una di indennizzo delle conseguenze della menomazione sulla capacità di produrre reddito con il lavoro, commisurata al grado accertato e a una percentuale della retribuzione percepita dall’assicurato calcolata sulla base del coefficiente indicato sempre nella tabella: anche in questo caso, la rendita viene rivalutata annualmente sulla base della variazione effettiva dei prezzi al consumo. L’importo di questa quota, poi, aumenta se ci sono un coniuge e dei figli, nei soli casi previsti dalla legge, del 5% per ciascuno di questi.

Che cos’è la revisione della rendita?

La revisione può portare all’aumento, la diminuzione o la cessazione della stessa rendita, oppure il passaggio a un riconoscimento dell’indennizzo in capitale nel tempo. 

Di regola la rendita è soggetta a revisione:

  • entro il limite di 10 anni dalla data di decorrenza della rendita da infortunio 
  • entro il limite di 15 anni dalla data di decorrenza della rendita da malattia professionale

Dove si riceve la rendita?

L’Inail provvede ad accreditare direttamente la rendita dopo l’accertamento del grado di menomazione. Le modalità sono diverse:

  • accredito su conto corrente bancario o postale;
  • accredito su libretto di deposito nominativo bancario o di deposito nominativo postale;
  • accredito su carta prepagata dotata di codice Iban;
  • tramite gli Istituti di credito convenzionati con l’Inps per i titolari di rendita riscossa all’estero.

Rendita INAIL per infortunio sul lavoro: la dichiarazione dei redditi

L’indennizzo in capitale per il danno biologico è considerato a tutti gli effetti una sorta di risarcimento del danno subito. Proprio per questo motivo, le somme ricevute a questo titolo non saranno soggette a tassazione IRPEF e non dovranno quindi essere indicate nella dichiarazione dei redditi

Come per il danno biologico, anche la maggior parte delle erogazioni dell’Inail vengono considerate esenti IRPEF (rendita ai superstiti, rendite per infortunio o malattia professionale ecc.).

Ci sono però dei casi in cui le erogazioni devono essere considerate ai fini fiscali: ne è un esempio l’indennità per inabilità temporanea assoluta. In questo caso, infatti, essendo una prestazione economica sostitutiva della retribuzione, è soggetta a tassazione IRPEF, e quindi sarà presente nella Certificazione Unica (ex CUD).

 

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