Tutele e disciplina del lavoro notturno

Lavoro notturno: disciplina e tutele
(foto Shutterstock)

Chi lavora nella fascia oraria notturna deve essere tutelato e rimborsato del disagio

Quando si parla di lavoro notturno?

La legge definisce il lavoro notturno come la prestazione di lavoro svolta a cavallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino per almeno 7 ore consecutive. Il lavoro notturno, quindi, potrebbe essere quello svolto tra le 22:00 e le 05:00 oppure tra le 23:00 e le 06:00.

Chi può svolgerlo?

Non tutti. Il lavoro nella fascia oraria notturna è un lavoro faticoso e usurante e per questo motivo le seguenti categorie di dipendenti non possono svolgerlo:

  • i lavoratori minorenni
  • le lavoratrici durante il periodo di gestazione e fino al compimento di 1 anno di età del figlio
  • le lavoratrici-madri per i primi tre anni di vita del bambino o in alternativa il lavoratore-padre convivente
  • l’unico genitore affidatario di un figlio convivente sotto i 12 anni di età 
  •  i lavoratori che assistono un familiare a carico con disabilità accertata ai sensi della Legge 104/1992

Per poter svolgere lavoro notturno serve comunque l’idoneità sanitaria al lavoro, valutata dal medico competente, per mezzo di visite mediche preventive e periodiche

Lavoro notturno, paga oraria 

La legge prevede che ogni ora di lavoro nella fascia notturna venga retribuita con una maggiorazione percentuale. L’ammontare della maggiorazione e il trattamento economico sono disciplinati dal CCNL applicato in azienda.

Ad esempio, il CCNL Pubblici esercizi, ristorazione e turismo prevede che le ore di lavoro prestato tra le 24:00 e le ore 06:00 vengano retribuite con l’applicazione di una maggiorazione oraria pari al 25% della retribuzione.

 

 

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